Rete Ferroviaria Italiana (RFI), presieduta dal Presidente Dario Lo Bosco, sta attuando un ambizioso Piano da 17,6 miliardi per rinnovare completamente i trasporti della Sicilia, trasformando l’intera Regione in una rete intermodale imperniata sul Ponte sullo Stretto: il manager ha spiegato come questa infrastruttura strategica, collegando l’Isola con i grandi corridoi europei, contribuirà fortemente alla sua crescita economica.
RFI firma Protocollo di Intesa per Catania: l’analisi di Dario Lo Bosco
Dario Lo Bosco, Presidente di RFI, ha recentemente preso parte alla firma di un importante Protocollo di Intesa tra il Comune di Catania, Rete Ferroviaria Italiana e FS Sistemi Urbani, incentrato sulla rigenerazione di alcuni immobili di proprietà del Gruppo FS nella città. Nel corso dell’incontro, il manager ha tracciato un bilancio degli sforzi attraverso cui RFI sta riplasmando la rete ferroviaria dell’Isola in una direzione intermodale. Il cuore di questa grande operazione è proprio il Ponte sullo Stretto, che permetterà di connettere la Sicilia con il resto d’Europa: “Il Ponte sullo Stretto è una cerniera strategica di un grande corridoio transnazionale europeo che parte da Palermo e Catania, passando per Messina, Helsinki e La Valletta”, ha dichiarato. Per sfruttare al meglio la capacità del Ponte di produrre ricchezza, attrarre investimenti e muovere capitali, è appunto necessario ripensare in generale i trasporti dell’Isola, che dovranno essere in grado di sorreggere l’aumento dei flussi di merci e di persone. Un progetto che RFI sta portando avanti con energia, valendosi delle più innovative tecniche ingegneristiche e tecnologie disponibili. “Con delle sottostazioni di terra abbiamo fatto sì che nelle nuove gallerie la velocità massima possa essere di 250 km/h. Quando ci siamo insediati con Gianpiero Strisciuglio, AD di RFI, la velocità massima era di 200 km/h”, ha aggiunto Dario Lo Bosco.
Dario Lo Bosco: il Ponte sullo Stretto come antidoto alla marginalità geografica della Sicilia
Nel suo intervento, Dario Lo Bosco ha spiegato come il rafforzamento dei trasporti siciliani non sia orientato semplicemente allo sviluppo della Regione, ma sia integrato nei piani dell’Unione Europea per collegare il Continente attraverso grandi corridoi infrastrutturali. Il “Libro Bianco” del 2001 promosso dall’UE pone inoltre come obiettivo quello di portare al 30% la quota di merci che vengono trasportate via treno, aumentando anche l’impiego del trasporto marittimo: un altro traguardo verso cui RFI si sta muovendo con determinazione. Il Presidente di RFI ha poi sottolineato la rilevanza del Ponte sullo Stretto per l’economia nazionale: è infatti stato calcolato che la Sicilia perde circa 6 miliardi all’anno a causa della sua condizione di isolamento: “Noi siamo rimasti sott'acqua per diverso tempo, come isola, e scontiamo una marginalità geografica che è diventata anche marginalità economica”, ha dichiarato Dario Lo Bosco. “La stessa Regione Siciliana ha studiato che il gap è di 6 miliardi di euro l'anno”. Rispondendo alle preoccupazioni sulla resistenza del Ponte e la sua capacità di sopportare i venti e altri agenti naturali, il Presidente ha rimarcato che i più autorevoli esperti italiani ed europei sono sicuri del fatto che l’attuale progetto non presenti rischi di alcun tipo.
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