mercoledì 29 aprile 2020

Elisabetta Ripa: smart working e innovazione, Open Fiber e Graded per la sostenibilità

In un mese di lavoro agile risparmiate 35 tonnellate di CO2: i risultati del progetto realizzato da Open Fiber e Graded illustrati dall'AD Elisabetta Ripa.
Elisabetta Ripa, AD Open Fiber

Elisabetta Ripa: l'innovazione a servizio della sostenibilità, l'asse Open Fiber-Graded

Circa 35 tonnellate di CO2 in meno emesse nell'aria: è il risultato di un mese di smart working ad opera dei professionisti della società di servizi energetici Graded che si è affidata a Open Fiber, guidata da Elisabetta Ripa, per introdurre nei suoi processi da remoto la fibra ottica integrale FTTH: un supporto fondamentale nelle attività di monitoraggio da remoto, Internet of Things e realtà aumentata per la progettazione, la realizzazione e la gestione di impianti di produzione di energia. Sostenibilità e lavoro agile quindi si confermano un binomio efficace: l'implementazione poi di nuove soluzioni tecnologiche finalizzate a incrementare l'efficienza energetica e l'utilizzo di fonti rinnovabili può portare a risultati di rilievo anche in termini di riduzione delle emissioni. "Sviluppo digitale, sicurezza e sostenibilità sono le tre leve principali della nostra mission, a maggior ragione in un momento delicato e complesso come quello che tutto il Paese sta attraversando" ha commentato in merito l'AD Elisabetta Ripa sottolineando come fin dall'avvio dell'emergenza in atto Open Fiber abbia "intensificato gli sforzi necessari ad affiancare cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni nell'irrinunciabile processo di crescita tecnologica che s'è prefissata di percorrere fin dalla sua costituzione". Soprattutto oggi che l'emergenza impone una consapevole e profonda incentivazione dello smart working, "forma di lavoro che può esprimere al meglio le sue potenzialità solo attraverso reti di telecomunicazione all'avanguardia".

Open Fiber: la soddisfazione dell'AD Elisabetta Ripa per i risultati

Nel commentare l'iniziativa avviata con Graded, Elisabetta Ripa ricorda inoltre come Open Fiber sia "per sua stessa natura votata all'implementazione di tecnologie altamente performanti ed eco-friendly". La fibra ottica, rispetto agli altri sistemi di telecomunicazioni contraddistinti dalla presenza di cavi in rame, consuma energia solo quando sta attivamente trasmettendo e dunque è molto più efficiente in termini di performance: "Il cavo di fibra è infatti composto di finissimi filamenti in vetro o polimeri protetti da un rivestimento in gomma. È molto più sottile e flessibile, e si danneggia molto di rado rispetto a quello in rame". Elisabetta Ripa osserva quindi come una rete realizzata integralmente in fibra ottica in maniera ottimale sia "un mezzo di trasmissione potenzialmente perfetto" poiché "non risente di disturbi elettromagnetici, non subisce variazioni a causa della temperatura e riflette il segnale di ingresso senza perdita di dati". E restituisce stabilità e velocità d'accesso al web incomparabilmente superiori rispetto ad altre infrastrutture più datate: "L'esempio di Graded non può quindi che essere un modello da seguire e incoraggiare".

martedì 28 aprile 2020

Digital development in Eni: il manager Luigino Lusuriello

"La tecnologia può esprimere il proprio potenziale solo se mettiamo al centro le persone, che devono essere libere di personalizzare gli strumenti sviluppati e così migliorare le proprie performance": lo ha dichiarato Luigino Lusuriello, alla guida della trasformazione digitale di Eni.
Luigino Lusuriello

Il digitale in Eni secondo Luigino Lusuriello

Luigino Lusuriello è alla guida della trasformazione digitale di Eni dal 18 settembre 2018 in qualità di Chief Digital Officer. Il processo di digitalizzazione del Gruppo interessa la sicurezza delle persone e degli impianti, la decarbonizzazione, la transizione energetica, il miglioramento dell'efficienza e delle performance. La strategia è focalizzata a trovare soluzioni efficaci per portare nuovi strumenti che risultino utili per rafforzare il know-how già presente in società: "La tecnologia", ha affermato più volte Luigino Lusuriello, "può esprimere il proprio potenziale solo se mettiamo al centro le persone, che devono essere libere di personalizzare gli strumenti sviluppati e così migliorare le proprie performance". Tale processo comporta un grande sforzo di change management. È importante non sostituire l'esperienza, valore fondante di Eni, con la tecnologia, ma rafforzarla attraverso il digitale. "Nel nostro processo di trasformazione in campo digitale", ha sottolineato il manager, "utilizziamo tutte le tecnologie disponibili sul mercato, singolarmente o combinate tra loro. Intelligenza artificiale, robotic process automation, deep learning, blockchain, IoT, realtà virtuale e aumentata".

Luigino Lusuriello: le principali tappe professionali

Laureato in Ingegneria Meccanica presso l'Università di Genova, Luigino Lusuriello ha prestato servizio per quasi 2 anni come ufficiale del Genio navale nella Marina Militare Italiana. La sua carriera come manager inizia in Agip S.p.A., che gli affida il ruolo di progettista di strutture onshore e offshore nella Direzione Ingegneria. In seguito è Construction Yard Manager per la sede di Ravenna, mentre dal 1993 al 1994 è Platform Manager in Congo. Negli anni successivi è Manager - Production and Maintenance Technologies per la sede di Crema. La sua carriera si apre sul panorama internazionale nel 2004, dopo aver lavorato come Project Manager, Production Manager e Capo Distretto a Ortona e come Capo Distretto in Val d'Agri: Luigino Lusuriello è prima Managing Director di Eni Congo e poi di Eni UK. Nel 2009 completa inoltre la sua formazione con il corso "The Oxford Advanced Management and Leadership Programme" presso la Said Business School of Oxford. Nel 2011, prima di assumere l'attuale incarico, viene nominato Senior Vice Presidente Programma Iraq, mentre dal 2013 al 2018 è Executive Vice President Operations di Eni.

Terna: aggiudicate due gare dal valore di 600 milioni

10mila lavoratori per tre anni, 50mila km di linee aeree in Italia, per un valore complessivo di circa 600 milioni di euro: sono questi i numeri delle due gare aggiudicate da Terna, la società che gestisce le reti per la trasmissione dell'energia elettrica nazionale.
Terna


Luigi Ferraris, l'impegno di Terna per l'efficienza della rete elettrica

In un periodo storico complesso come quello attualmente in corso, caratterizzato dall'emergenza Coronavirus e dalla crisi che ne è scaturita, le opere aggiudicate da Terna rappresentano un intervento rilevante che permette all'infrastruttura del sistema elettrico nazionale di mantenere il proprio standard di efficienza. Come sottolineato dall'Amministratore Delegato e Direttore Generale Luigi Ferraris, "Anche in un momento così difficile per il nostro Paese, continuiamo a lavorare quotidianamente per l'efficienza della rete elettrica nazionale, la continuità del servizio elettrico, nonché per rafforzare la sicurezza delle persone che lavorano con noi e per noi". Per compiere ciò, le due gare aggiudicate sono state assegnate a società italiane appartenenti alla filiera dell'alta tensione e al settore elettromeccanico, realtà che rappresentano l'élite nazionale in quanto a qualità e complessità delle lavorazioni effettuate. L'assegnazione effettuata da Terna ha preso in considerazione, oltre all'offerta economica, altri aspetti di tipo tecnico relativi a fattori quali sostenibilità, qualità dei processi, qualificazione delle risorse, capacità operativa e precedenti esperienze in ambito anti-infortunistico.

Gli investimenti del Piano Strategico di Terna

"Affiancare ai nuovi interventi di sviluppo una costante e capillare attività di ammodernamento e manutenzione degli asset esistenti", ha proseguito Luigi Ferraris, "è fondamentale per accompagnare la transizione energetica in atto". L'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna ha inoltre sottolineato l'impegno del Gruppo per contribuire alla ripartenza dell'economia italiana una volta superata l'emergenza sanitaria ed economica ancora in corso. Tale finalità è supportata dal Piano industriale del gestore della rete elettrica nazionale, che prevede investimenti il cui obiettivo è promuovere la digitalizzazione della dotazione infrastrutturale, monitorare l'ammodernamento degli asset esistenti, oltre che incentivare l'istallazione di soluzioni innovative. Il recente Piano Strategico 2020-2024, infatti, presentato a marzo da Luigi Ferraris, punta all'accelerazione degli investimenti in un'ottica di adeguamento verso le esigenze crescenti del sistema, coerentemente con le necessità imposte dal Green New Deal. Ciò permette alla società di perseguire il proprio obiettivo di mantenimento degli standard di efficienza e sicurezza della rete nazionale e, in tal senso, è significativo il recente rafforzamento dell'intesa tra Terna e Snam per la realizzazione di attività di ricerca, sviluppo e innovazione che incentivino la transizione energetica in corso.

#UnCafféConAlessandro: Alessandro Benetton e l’importanza di apprendere dalla crisi

La riflessione di Alessandro Benetton, imprenditore alla guida di 21 Invest: per uscire dalla crisi servono pensiero laterale e solide sinergie.

Dalla trasformazione di un'azienda bresciana, che si è reinventata per produrre respiratori, deve arrivare lo stimolo a imparare da ciò che stiamo vivendo: il pensiero laterale e il cambio di prospettiva sono la chiave. Lo ha sostenuto Alessandro Benetton in un recente appuntamento con la rubrica social #UnCaffèConAlessandro.
Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: l'importanza di cambiare prospettiva

Per uscire dalla crisi in cui ci troviamo è necessario pensare fuori dagli schemi, per rivoluzionare il nostro modo di vedere le cose, ma anche agire in sinergia: nessuno si salverà da solo. Alessandro Benetton ha affrontato questo delicato argomento durante un recente video della rubrica social #UnCaffèConAlessandro, nella quale l'imprenditore discute di argomenti di attualità dicendo la sua in una manciata di minuti. Spunti di riflessione per ragionare e trarre insegnamenti di vita e professionali: nel video, condiviso anche dal "Corriere della Sera", l'imprenditore ha sottolineato come necessariamente dovremo imparare a convivere con l'emergenza sanitaria trovando in noi stessi e nella comunità in cui viviamo e lavoriamo le risorse per arrivare alle soluzioni che saranno necessarie per rialzarci. "La discontinuità", ha spiegato Alessandro Benetton, "non è un elemento astratto, è un approccio strategico di business. Ogni volta che in azienda c'è qualcosa che non funziona, lì c'è una discontinuità". Ancora una volta allora le regole del buon imprenditore tornano utili per individuare la corretta forma mentis per uscire dai problemi che ci si pongono dinnanzi.

I consigli di Alessandro Benetton per uscire dalla crisi

La discontinuità rappresenta sì un ostacolo, ma anche uno stimolo ad apprendere, a cambiare. Il diverso approccio è determinato dalla visione laterale, la chiave che ci aiuta a scoprire un'ottica nuova per affrontare il problema. Alessandro Benetton racconta quindi la vicenda di un'azienda bresciana che, a supporto del sistema sanitario, ha trasformato la propria produzione di maschere da snorkeling in quella di respiratori polmonari, essenziali per la cura dei malati di Coronavirus. "In un momento di crisi", afferma l'imprenditore alla guida di 21 Invest, "è importante provare a ribaltare il proprio punto di vista". Alessandro Benetton auspica inoltre una linea comune, globale, per affrontare l'emergenza. Spesso infatti gli altri Paesi non sono riusciti a trarre i giusti insegnamenti da chi stava già affrontando da più tempo l'emergenza. Collaborare, creare sinergie, è fondamentale anche per la sopravvivenza delle aziende. "La società non è un'isola", per funzionare deve necessariamente aprirsi, dialogare, partecipare.

Elisabetta Ripa: Open Fiber, lavori completati in 5 anni (dal 2018 al 2023)

Open Fiber completerà i lavori entro il 2022 in tutte le regioni, tranne in Piemonte, Lombardia e Veneto che richiederanno un anno in più: lo ha confermato l'AD Elisabetta Ripa in una recente intervista rilasciata a "La Stampa".
Elisabetta Ripa

Elisabetta Ripa: lo stato dei lavori di Open Fiber

"In due anni abbiamo collegato 8,5 milioni di case, siamo la terza rete in fibra in Europa dietro la spagnola Telefonica e la francese Orange. E siamo il primo operatore wholesale": lo ha affermato Elisabetta Ripa, AD di Open Fiber, in una lunga intervista rilasciata a "La Stampa". I lavori verranno portati a termine entro il 2022 in tutte le regioni, ad eccezione di Piemonte, Lombardia e Veneto che saranno completate nel 2023. Questi sono i piani illustrati dall'AD, che ha anche sottolineato come i lavori siano iniziati nel 2018. "I servizi sono già disponibili per la collettività in oltre 250 comuni. Stiamo accelerando la messa a disposizione di un'infrastruttura che, ricordiamolo, per funzionare deve essere completata". Per sostenere la ripresa e l'occupazione è fondamentale investire nelle infrastrutture digitali: nel 2018 i lavoratori erano 5mila nell'indotto, quest'anno sono diventati 14mila. L'emergenza che stiamo vivendo potrebbe quindi trasformarsi in un'occasione per il rilancio delle Tlc: "È un corso accelerato di digitalizzazione che contribuirà a una maggiore adozione di servizi evoluti", ha spiegato Elisabetta Ripa.

Elisabetta Ripa: il percorso professionale

Laureata in Economia e Commercio presso l'Università La Sapienza, Elisabetta Ripa è oggi alla guida di Open Fiber in qualità di Amministratore Delegato e Direttore Generale. Il suo iter professionale ha inizio nel 1988 in PromoMedia Italia. Entra in Gruppo Telecom Italia nel 1990: è un'esperienza lavorativa di grande rilevanza, che permette a Elisabetta Ripa di ricoprire incarichi di crescente responsabilità. Nel 2013 diventa Amministratore Delegato del Gruppo Sparkle e successivamente ricopre lo stesso ruolo per Telecom Argentina S.p.A. Tra il 2016 e il 2017 è Amministratore Indipendente di Open Fiber. Passa alla guida della società nel 2018. Open Fiber nasce per garantire la copertura delle maggiori città italiane e il collegamento delle aree industriali. L'obiettivo finale è realizzare una rete a banda ultralarga pervasiva ed efficiente: in questo modo si contribuisce alla competitività del "Sistema Paese", nonché allo sviluppo di un'industria sempre più innovativa e tecnologica.

mercoledì 22 aprile 2020

Realtà italiane d’eccellenza: la storia di Riva Acciaio

La siderurgia è un settore in cui l'Italia può contare diverse eccellenze: da più di 60 anni Riva Acciaio si è distinta sul mercato nazionale ed europeo per ricerca e qualità dei prodotti.
Riva Acciaio

Le caratteristiche di Riva Acciaio

In un settore come quello siderurgico dove le economie di scala tendono ad assicurare posizioni di vertice, sono poche le realtà che riescono a sostenere e vincere la competizione sul mercato internazionale. Riva Acciaio è una di queste. Nata agli inizi degli anni '50, l'azienda è parte integrante del Gruppo Riva, fondato dai fratelli Emilio e Adriano che nel periodo post Seconda Guerra Mondiale intercettarono le potenzialità del boom economico. Grazie ad una costante attenzione alla ricerca e all'innovazione tecnologica, l'azienda è stata pioniera nell'utilizzo della colata continua curva. Una competenza che ha portato alla creazione di un vero e proprio "Centro" dedicato, sito nello stabilimento di Lesegno, che ad oggi vanta collaborazioni con prestigiosi istituti universitari con i quali l'azienda si impegna nella ricerca di soluzioni sempre più efficienti e sostenibili. Riva Acciaio, con più di 60 anni di esperienza nella siderurgia, possiede 5 sedi produttive tra Lombardia e Piemonte: tutti gli stabilimenti, certificati secondo le norme UNI EN ISO 9001 e in possesso delle Autorizzazioni Ambientali, vedono le loro performance controllate e verificate seguendo gli standard UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001 e BS OHSAS 18001.

I valori di Riva Acciaio

La posizione che Riva Acciaio ricopre attualmente nel mercato interno e in quello europeo deriva da diversi fattori. Uno di questi è la particolare attenzione ai principi e ai valori che contraddistinguono la società. Sintetizzati nel Codice Etico, vengono applicati sia nella gestione interna (Organi Sociali, dipendenti), ma anche obbligatoriamente osservati da tutte le realtà che gravitano attorno alla società (fornitori, partner commerciali, etc.). Operando sia in un contesto nazionale che internazionale, l'obiettivo del Codice è quello di consolidare la trasparenza e l'integrità dell'azienda. Tra gli standard di comportamento elencati è possibile constatare l'impegno dell'azienda nel tutelare la dignità, la salute, la sicurezza e le pari opportunità sul lavoro. Una sezione del Codice è dedicata ai rapporti con clienti e fornitori: la selezione di questi ultimi deve avvenire in assoluta trasparenza, seguendo parametri come qualità, capacità ed efficienza. I risultati che Riva Acciaio ha conseguito in oltre 60 anni di vita non sono casuali, ma frutto di un impegno che va ben oltre l'attività produttiva.

martedì 21 aprile 2020

Il profilo professionale di Luca Valerio Camerano, AD e DG della multiutility italiana A2A

Attualmente al vertice di A2A, Luca Valerio Camerano è un manager di grande esperienza che ha ricoperto posizioni di primo piano in settori quali energia, ambiente e infrastrutture.

Laureato in Economia e Commercio, Luca Valerio Camerano è l'attuale CEO della più grande multiutility italiana, A2A, che conta più di 11.000 dipendenti che operano nei settori ambiente, energia, calore, reti e tecnologie per le smart city.
Luca Valerio Camerano

Luca Valerio Camerano: i primi incarichi professionali e l'approdo in Enel

Nato a Roma nel 1963, Luca Valerio Camerano consegue una laurea in Economia e Commercio presso l'Università Luiss Guido Carli e prosegue la propria formazione per mezzo di un Advanced Management Programme nella INSEAD Business School di Fontainebleau, in Francia. La sua carriera ha inizio nel 1991 presso Citibank, società per cui si occupa di investimenti e Corporate Banking fino al 2000: in quest'anno passa a Camuzzi, Gruppo industriale di Piacenza per cui assume l'incarico di Direttore Strategie e Sviluppo. Prosegue il proprio percorso professionale in Plenia, nata dalla separazione societaria tra clienti e rete gas, ricoprendo l'incarico di Direttore Generale. Nel 2002 entra nel Gruppo Enel e, in qualità di Direttore Generale di Enel Gas, è responsabile della coordinazione di un team di lavoro di circa 500 persone. Grazie al supporto di Luca Valerio Camerano, il Gruppo raggiunge ottimi risultati e consegue un fatturato di 1,5 miliardi di euro. All'interno di Enel, il manager ricopre numerosi incarichi di rilievo durante i quattro anni di esperienza, tra i quali quello di Amministratore Unico di tre società operative e Consigliere di Amministrazione in quattro realtà.

Da GDF SUEZ Energie ad A2A: gli incarichi di responsabilità di Luca Valerio Camerano

Luca Valerio Camerano prosegue la propria carriera nel comparto energetico ed entra nel 2006 in GDF SUEZ Energie, dove viene nominato Amministratore Delegato e gestisce tutte le attività di vendita e trading di gas ed energia elettrica relative all'Italia. In GDF SUEZ Energie è inoltre membro del Comitato esecutivo, per cui assume la Responsabilità per l'Italia circa il Business Development, la Comunicazione e le Relazioni Istituzionali. Le esperienze intraprese gli permettono di sviluppare profonde competenze professionali, consentendogli di affermarsi come manager di successo nel campo energetico e ambientale. Per merito dei successi ottenuti, nel 2014 approda nella più grande multiutility italiana, A2A, in qualità di Amministratore Delegato. Ricoprendone anche l'incarico di Direttore Generale dal 2017, il Gruppo raggiunge diversi risultati di rilievo, quali un fatturato di circa sei miliardi nel 2017, un margine operativo lordo che ammonta a oltre un miliardo di euro, e l'impiego di oltre 11.000 dipendenti. Tra le altre nomine correnti di Luca Valerio Camerano, è Componente della Giunta Esecutiva e Membro del Consiglio Direttivo Energia di Utilitalia, la federazione di aziende del comparto dei servizi pubblici (acqua, ambiente, energia elettrica e gas), oltre ad essere Vice Presidente e Componente del Consiglio Generale e del Comitato Strategico di Elettricità Futura, e Vice Presidente del Gruppo Energia di Assolombarda.

Dati e numeri sul Coronavirus: il commento di Pompeo Pontone

Dati e statistiche su Covid-19 sono incompleti e disomogenei: l’opinione di Pompeo Pontone sulle modalità utilizzate finora per descrivere il fenomeno.

Pompeo Pontone è un consulente professionista nel settore della finanza: esperto di Quantitative Finance, è specializzato in Data Science.

Pompeo Pontone: "Dati raccolti finora sono disomogenei"

Per ottenere risultati attendibili, i Data Scientists hanno bisogno di dataset e database estremamente coerenti e omogenei. In relazione alla pandemia da Covid-19, secondo Pompeo Pontone al momento le informazioni in possesso risultano incomplete, anche perché spesso i dati sono raccolti e classificati utilizzando metodologie diverse. Ciò può comportare un'analisi errata dell'impatto del fenomeno, un'incongruenza che influirà anche sugli studi futuri. È noto infatti che i diversi Paesi colpiti dal Coronavirus stiano utilizzando una classificazione dei deceduti correlati a Covid-19 in base a criteri differenti. Quelli che registrano mortalità da Covid-19 molto elevata probabilmente fanno rientrare nel conteggio tutti i deceduti che risultano positivi al virus, sebbene non sia provata la causalità. Allo stesso tempo, ci sono Paesi che ridimensionano il numero dei decessi da Covid-19 evidenziano le patologie pregresse più rilevanti come causa della destabilizzazione del quadro clinico e del decesso. "Personalmente temo che, a meno che non sia garantita la coerenza e omogeneità dei dati tra diversi paesi e territori, le analisi attuali non siano completamente affidabili - spiega Pompeo Pontone - pertanto non avremo altra scelta che eseguire analisi statistiche sui set di dati ufficiali riguardanti variabili non categorizzate su COVID-19 e basati su classificazioni omogene e collaudate".

Pompeo Pontone: "Un metodo valido è confrontare i decessi con quelli dei periodi precedenti alla pandemia"

Al momento i tassi di mortalità del COVID-19 registrati, estremamente variabili sia da Paese a Paese sia a seconda della metodologia con cui vengono calcolati, suggeriscono l'esistenza di una notevole disomogeneità delle informazioni e dei metodi utilizzati. Il CFR (case fatality rate), spiega Pompeo Pontone, può essere infatti influenzato da numerosi fattori: la scelta di effettuare i test prima agli individui con patologie gravi o che presentano sintomi evidenti, il numero totale dei test effettuati, il livello di assistenza sanitaria, il criterio con cui attribuire o meno il decesso al Covid-19 o, ancora, i dati demografici dei Paesi. Viste le diverse modalità utilizzate finora, l'esperto indica quella che potrebbe essere una metodologia valida per ottenere una rappresentazione soddisfacente dell'impatto della pandemia nei diversi Paesi: "Un modo molto efficace per misurare l'impatto del Covid-19 potrebbe essere - conclude Pompeo Pontone - quello di eseguire analisi statistiche sull'evoluzione del numero totale di decessi durante il 2020 e quello relativo agli anni precedenti, cercando di stimare l'impatto del Covid-19 utilizzando set di dati ben collaudati e omogenei".

Fabrizio Palermo: CDP sostiene le imprese colpite dall’emergenza Coronavirus, le iniziative

Emergenza Coronavirus, l’AD e DG di CDP Fabrizio Palermo: “Vogliamo continuare a investire nel domani dell’Italia e per questo, oggi, abbiamo condiviso nuove importanti misure straordinarie in favore delle imprese e dei territori”.

"Nuove importanti misure straordinarie a favore di imprese e territori": nelle parole dell'AD e DG Fabrizio Palermo l'impegno di Cassa Depositi e Prestiti per sostenere il Paese colpito dall'emergenza Coronavirus.
Fabrizio Palermo

Fabrizio Palermo: gli interventi straordinari di CDP per aiutare le imprese del Paese ad affrontare l'emergenza Coronavirus

Continuare "a investire nel domani dell'Italia". È il messaggio lanciato dall'AD e DG Fabrizio Palermo, impegnato con Cassa Depositi e Prestiti a sostenere imprese e territori segnati dall'emergenza Coronavirus. Il Gruppo, come riporta il Corriere della Sera, in questa prospettiva ha attivato un pacchetto di interventi straordinari: accesso al credito, moratorie e dilazioni di pagamento, finanziamenti agevolati per l'internazionalizzazione e uno strumento per garantire nuovi finanziamenti fino a 10 miliardi di euro, il `Plafond Mid-Large Corporate', che entrerà in funzione nel giro di poche settimane per fornire ulteriore liquidità alle medie e grandi imprese italiane. Già nei primi giorni dell'emergenza il Gruppo guidato da Fabrizio Palermo aveva istituito un plafond di 7 miliardi di euro per finanziare le esigenze di capitale circolante, investimenti e attività di export e internazionalizzazione, in partnership con il sistema bancario: di questi, da 1 ai 3 miliardi sono stati impiegati nell'ampliamento del plafond per il finanziamento delle banche, con l'obiettivo di agevolare o consentire l'accesso al credito. Sono fondi erogati a tassi calmierati a Pmi e Mid-cap dalle istituzioni finanziarie aderenti alla "Piattaforma Imprese". Gli altri 4 miliardi rientrano invece negli interventi promossi da SACE SIMEST, il Polo dell'export e dell'internazionalizzazione del Gruppo CDP: investimenti finalizzati a sostenere attività di export e internazionalizzazione, in prospettiva del Piano per la Promozione del Made in Italy coordinato dal Gruppo con MAECI e ICE. Lo scorso 24 marzo SACE SIMEST ha avviato inoltre una serie di soluzioni assicurativo finanziarie nell'ottica di supportare le Regioni italiane offrendo capacità aggiuntiva di credito e liquidità immediata da utilizzare per l'acquisto di forniture sanitarie necessarie all'estero. In questo modo sono diventate operative le prime misure previste dal Decreto Legge "Cura Italia" (n.18 del 17 marzo 2020).

Tutti insieme possiamo farcela: il messaggio dell'AD e DG di CDP Fabrizio Palermo

"Le nostre persone sono il valore più grande. Insieme stiamo cambiando, come tutti gli italiani, stile di vita e di lavoro" ha scritto su Linkedin l'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo. "Siamo tutti in smart working e, grazie al digitale, continuiamo a lavorare al servizio dell'Italia oggi più che mai" scrive l'AD ringraziando "ogni singola persona del Gruppo CDP per l'impegno, la passione e l'orgoglio con cui sta affrontando questo momento di difficoltà". Nel post Fabrizio Palermo ricorda "i valori chiave per la nuova quotidianità delle nostre persone, dei nostri clienti e delle comunità": fiducia, responsabilità, coesione e condivisione sono indispensabili nell'affrontare "una sfida così grande". E conferma: "Sono certo che saremo all'altezza". L'AD richiama infine le "nuove importanti misure straordinarie" a sostegno di imprese e territori e conclude lanciando un importante messaggio: "Il domani è adesso. Tutti insieme possiamo farcela".

Terna investe sulla rete italiana e sulla transizione energetica: lo ha confermato l’AD e DG Luigi Ferraris

Terna ha recentemente pubblicato sul canale Youtube ufficiale un video esplicativo del Piano Strategico 2020-2024. L'Amministratore Delegato e Direttore Generale Luigi Ferraris ha illustrato le sfide che si andranno ad affrontare nel futuro e l'approccio dell'azienda per i prossimi anni.
Luigi Ferraris

Luigi Ferraris (Terna): la decarbonizzazione nello scenario attuale

Oggi il mondo necessita di una grande trasformazione, che consiste nel passare attraverso la decarbonizzazione per garantire maggiore efficienza e più energia pulita. Luigi Ferraris, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, ha confermato che il Gruppo procede in tale direzione. Durante il video di presentazione del Piano Strategico 2020-2024, l'AD e DG ha spiegato come il sistema elettrico in Italia stia già attraversando un processo radicale di cambiamento, che porterà dall'attuale modello centralizzato a uno più complesso, integrato e distribuito. Questo sta avvenendo anche grazie al supporto delle nuove tecnologie digitali, che consentono di immagazzinare e analizzare grandi quantità di dati a basso costo. "Nel nuovo scenario", ha spiegato Luigi Ferraris, "la riduzione delle forme tradizionali di generazione fa emergere una crescente penetrazione delle energie rinnovabili. Tutto questo si traduce in importanti sfide per la gestione del sistema elettrico con un impatto molto significativo sulle attività dell'operatore di reti di trasmissione (TSO)".

Terna: Luigi Ferraris illustra sfide e investimenti per il Piano 2020-2024

Luigi Ferraris ha parlato delle sfide che Terna dovrà affrontare nei prossimi anni: queste si concentrano sull'impatto che le rinnovabili avranno sulla stabilità e l'efficienza del sistema. Non sarà facile nemmeno la questione relativa alla distribuzione geografica e alle caratteristiche tecniche ad essa correlate. I cambiamenti climatici necessitano comunque di grande attenzione: "Per affrontare queste sfide, gli operatori dovranno lavorare in modo sistemico, in stretto coordinamento tra loro". Il Piano Strategico 2020-2024 prevede inoltre un aumento degli investimenti per soddisfare le richieste del sistema. Il programma è il più ambizioso di sempre: 7,3 miliardi di euro negli asset regolati in Italia. Luigi Ferraris ha confermato che l'obiettivo è raggiungere la crescita del margine operativo lordo superiore al 4% medio annuo nel periodo del Piano. Terna seguirà 3 linee guida specifiche: focus sulle attività regolate in Italia, per rafforzare il core business nel Paese, sviluppo di nuovi prodotti e servizi a valore aggiunto attraverso le attività non regolate, in modo da sostenere il processo di transizione energetica, e infine portare avanti i progetti in corso nel segmento internazionale, facendo leva su digitalizzazione e innovazione.

venerdì 17 aprile 2020

#UnCaffèConAlessandro: Alessandro Benetton parla dell’invidia

Umanamente ci interessa tutti, professionalmente può trasformarsi nell'occasione per aspirare a obiettivi più alti: l'invidia, nell'esperienza di Alessandro Benetton, è vista come il motore per il cambiamento. L'imprenditore ne ha parlato sul suo canale Youtube.
Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: l'invidia come stimolo per fare meglio

"Non preoccupatevi di essere invidiosi, ma preoccupatevi di trovare le giuste prospettive per voi stessi": Alessandro Benetton si è rivolto così al suo pubblico durante un recente appuntamento con la video rubrica "#UnCaffèConAlessandro". I video, caricati su Youtube e poi condivisi anche dal "Corriere della Sera" sulle sue pagine online, puntano a riflettere su un argomento legato all'imprenditoria e all'attualità con una breve discussione di pochi minuti. Nell'intervento in questione, l'imprenditore si è dedicato al tema dell'invidia: "Nella maggior parte dei casi è un sentimento negativo, ma è un'emozione che proviamo tutti nel corso della nostra vita, è umana". Come si può fare per trasformare questo sentimento in una crescita umana e professionale? Alessandro Benetton è partito, come di consueto, dal proprio vissuto e dalla propria esperienza per trarne alcuni insegnamenti e utili consigli da dare ai fruitori. La prima regola è non nascondersi.

I consigli di Alessandro Benetton per trasformare l'invidia in nuovi successi

"L'invidia inespressa non potrà mai essere costruttiva e fonte di cambiamento", ha spiegato Alessandro Benetton. È fondamentale parlare dei propri sentimenti e aspirazioni con la persona che è al centro della nostra invidia, per trasformarla in ammirazione costruttiva. L'imprenditore ha raccontato la sua esperienza personale ad Harvard, con Michael Porter. "Era uno dei miei professori, economista di fama internazionale, accademico riconosciuto in tutto il mondo. Non ho paura di dire che lo invidiavo". Questa invidia però non l'ha fermato, non si è trasformata in qualcosa di negativo. L'imprenditore ha preferito conoscerlo, provare ad incrociare la sua strada, e ha così dato vita a un'esperienza professionale e di vita estremamente importante nel suo percorso. "Diventò il mio mentore, una delle persone a cui mi sono ispirato e a cui continuo ad ispirarmi". La seconda regola spiegata da Alessandro Benetton consiste nel trasformare l'invidia nel motore della competizione. "L'invidia nasce dalla relazione con gli altri. Ci guardiamo intorno e ci domandiamo, perché loro ce l'hanno fatta e noi no?" La risposta è la chiave per raggiungere i nostri obiettivi, per trovare la motivazione e lavorare più duramente. Allora l'invidia "sarà la spinta per dare il massimo e arrivare dove non eravamo riusciti".

giovedì 16 aprile 2020

Gruppo Riva: la fondazione, la storia, le peculiarità di una realtà tutta italiana

Gruppo Riva punta da sempre sull’innovazione e sulla formazione dei dipendenti, altamente specializzati per venire incontro alle esigenze del mercato.

Gruppo Riva nasce nel 1954 su iniziativa dei fratelli Emilio e Adriano Riva. Oggi il Gruppo conta oltre 5.300 dipendenti e operai altamente specializzati, per continuare sulla strada della qualità e dell'innovazione.
Gruppo Riva

Gruppo Riva: le peculiarità e la fondazione

Gruppo Riva è tra i principali operatori siderurgici italiani, ma negli anni l'azienda si è affermata anche a livello europeo. Riva Acciaio, grazie agli stabilimenti di Caronno Pertusella, Lesegno, Malegno, Cerveno e Sellero, è tra le realtà siderurgiche italiane più rilevanti. Il successo dell'azienda si basa sulla qualità dei prodotti, sull'ecologia, sulla sicurezza e sulla preparazione dello staff tecnico specializzato. Il Gruppo impiega oggi oltre 5.300 dipendenti e operai dislocati in 21 siti produttivi (in Italia, Francia, Germania, Belgio, Spagna e Canada). Gruppo Riva nasce grazie all'intuizione di Emilio Riva e del fratello Adriano, che colgono nel 1954 il grande potenziale che il settore avrebbe avuto nel dopoguerra, durante la fase del "miracolo economico". Storicamente il Gruppo è specializzato nella realizzazione di prodotti "lunghi" con acciaierie ad arco elettrico. Dalla fondazione, viene avviato un processo di costante crescita e sviluppo, dando ampio spazio all'innovazione e all'espansione all'estero.

Gruppo Riva dagli anni '50 ai giorni nostri

Emilio Riva decide di passare alla produzione diretta dell'acciaio nel 1956. Il primo stabilimento vicino a Milano, a Caronno Pertusella, viene avviato nel 1957. L'impianto è dotato di un forno elettrico ad arco della capacità di 25 tonnellate, mentre all'epoca i maggiori forni italiani erano di 15 tonnellate. Gli anni '60 segnano un periodo fondamentale per la crescita di Gruppo Riva. Viene introdotta la colata continua, nuova tecnica di produzione di grande successo. Nel 1966 vengono acquisiste le Acciaierie e Ferriere di Lesegno (Cuneo). Alla fine degli anni '60 Gruppo Riva produce circa 300 mila tonnellate di acciaio all'anno. Negli anni '70 avvengono invece i primi investimenti importanti a livello europeo. Nel 1981 avviene la diversificazione della produzione attraverso l'acquisizione di Officine e Fonderie Galtarossa (OFG) di Verona. Tra gli anni '70 e '80 il Gruppo arriva in Spagna, Francia, Belgio e Germania. Nel 1988 si conclude l'acquisizione di COGEA, con il passaggio da consorzio a S.p.A. e la nuova denominazione di Acciaierie di Cornigliano.

mercoledì 15 aprile 2020

Eni nel 2050 sempre più sostenibile: l’AD Claudio Descalzi traccia la Road Map

L’emergenza Coronavirus non ferma Eni, Claudio Descalzi: “Credo molto nel percorso di trasformazione che stiamo seguendo e che continueremo a intraprendere, mantenendo come assoluta priorità la tutela delle nostre persone e delle comunità in cui operiamo”.

La Strategy al 2050 rappresenta "un passo fondamentale" nel percorso di trasformazione di Eni. L'AD Claudio Descalzi: anche nei giorni dell'emergenza Coronavirus, Eni continua ad andare avanti "mantenendo come assoluta priorità la tutela delle nostre persone e delle comunità in cui operiamo".
Claudio Descalzi, AD Eni

Coronavirus, Eni rivede attività 2020-2021: considerazioni dell'AD Claudio Descalzi

Investimenti (capex) ridotti nel 2020 di circa 2 miliardi di euro, pari al 25% del totale previsto a budget e taglio della spesa operativa (opex) di circa 400 milioni. Per il 2021 si prevede invece una riduzione dei capex di circa 2,5 - 3 miliardi di euro, pari al 30-35% di quanto previsto a piano per lo stesso anno. Sono le misure prese da Eni per mitigare gli effetti del crollo del prezzo del petrolio, anche nell'ottica di limitare l'impatto della diffusione del coronavirus sull'economia mondiale. Interventi che, come sottolineato dall'AD Claudio Descalzi, sono stati presi per "difendere la solidità del nostro bilancio e del dividendo, preservando al contempo i più alti standard di sicurezza sul lavoro". In una nota diffusa dal Gruppo si specifica che i progetti interessati dagli interventi riguardano "principalmente le attività upstream e in particolare quelle relative all'ottimizzazione della produzione e ai nuovi progetti di sviluppo il cui avvio era previsto a breve". Non appena si ripresenteranno le condizioni ottimali, e con essa il recupero della produzione correlata, l'attività potrà essere riavviata velocemente. "Abbiamo attraversato altri momenti di crisi e siamo riusciti a trasformarli in occasioni per diventare sempre più efficienti. Lo faremo anche questa volta" ha evidenziato Claudio Descalzi che, a riprova di quanto sostenuto, nei giorni scorsi ha acquistato 29.300 azioni della compagnia per un valore di circa 200.000 euro. Le misure adottate di recente da Eni, unitamente a quanto comunicato al mercato lo scorso 18 marzo (il ritiro del buyback per il 2020 e la revisione al ribasso delle previsioni sul prezzo del Brent) si traducono secondo le stime in una produzione per il 2020 "tra 1,8 e 1,84 milioni di barili di olio equivalente al giorno" e invariata per il 2021.

Eni, la Strategy al 2050 nella presentazione dell'AD Claudio Descalzi

"Credo molto nel percorso di trasformazione che stiamo seguendo e che continueremo a intraprendere, mantenendo come assoluta priorità la tutela delle nostre persone e delle comunità in cui operiamo" ha confermato l'AD Claudio Descalzi che lo scorso 28 febbraio, oltre al Piano 2020-2023, ha presentato la Road Map al 2050. Per Eni è "un passo fondamentale", come ha spiegato l'AD: "Abbiamo disegnato l'evoluzione di Eni nei prossimi 30 anni, coniugando gli obiettivi di continuo sviluppo in un mercato dell'energia in forte evoluzione con una significativa riduzione dell'impronta carbonica del portafoglio". Economia circolare, decarbonizzazione, innovazione tecnologica le parole chiave. Eni prevede di arrivare al 2050 tagliando dell'80% le emissioni carboniche, mentre la produzione a gas "costituirà circa l'85% della totale". Una strada che il Gruppo percorre da tempo, come ha spiegato l'AD in una intervista a "Repubblica": "Alcune tecnologie, come le bioraffinerie o le lavorazioni per cui elimineremo l'olio di palma dal 2023, le stiamo sviluppando da anni. Proprio le mosse nella raffinazione - trasformeremo tutti i siti Eni che trattano idrocarburi in impianti di biogas, biocarburanti, metanolo, idrogeno, e i prodotti di scarto come le plastiche complesse - ci permetteranno di utilizzare le infrastrutture già esistenti, nostre e dei destinatari finali, penso alle automobili. Con risparmi immensi di costo". L'Eni del futuro sarà quindi ancor più sostenibile, come ribadito da Claudio Descalzi: "Sarà rinforzata nel suo ruolo di attore globale nel mondo dell'energia, arricchita da business quali le rinnovabili e l'economia circolare, oggi ai primi passi ma con uno sviluppo futuro di rilievo e altamente connesso ai business esistenti".

venerdì 10 aprile 2020

Luigi Lusuriello: gli studi e la carriera del manager di Eni

Luigi Lusuriello ha iniziato la sua carriera in Agip nel 1988. Attualmente è arrivato a ricoprire un incarico di primo piano nel processo di transizione digitale di Eni: dal 2018 è infatti Chief Digital Officer del Gruppo.
Luigi Lusuriello, Chief Digital Officer Eni

Luigi Lusuriello: l'incarico attuale e le altre tappe del percorso professionale

Luigi Lusuriello è Chief Digital Officer di Eni dal 18 settembre 2018. Tale incarico lo rende figura di primo piano all'interno del Gruppo per quanto riguarda la trasformazione digitale attualmente in corso: la tematica è complessa e in continuo mutamento, in quanto per liberare pienamente le potenzialità delle nuove tecnologie serve che queste vengano supportate dalle capacità umane. Competenze del personale e innovazione sono due elementi essenziali, che devono necessariamente andare di pari passo ed agire in sinergia. Prima di assumere l'attuale incarico, Luigi Lusuriello è stato nominato Senior Vice Presidente Programma Iraq nel 2011, mentre tra il 2013 e il 2018 è stato Executive Vice President Operations di Eni. Questo ruolo in particolare l'ha posto in prima linea nella direzione della funzione centrale tecnica del Gruppo, a presidio delle operazioni a livello mondiale. La carriera del manager si basa su una formazione solida e su una ampia esperienza nel settore.

Luigi Lusuriello: gli studi e l'inizio della carriera

Luigi Lusuriello è laureato in Ingegneria Meccanica presso l'Università di Genova. Nel 2009, per consolidare le sue conoscenze, ha preso parte all'Oxford Advanced Management and Leadership Programme presso la Said Business School University of Oxford. Dopo aver prestato servizio per quasi due anni nel Genio Navale della Marina Militare Italiana, inizia la sua carriera nel 1988. In Agip S.p.A. è assegnato alla Direzione Ingegneria come progettista di strutture onshore e offshore. Dal 1992 al 1993 è Construction Yard Manager per la sede di Ravenna, dal 1993 al 1994 è Platform Manager in Congo, dal 1994 al 1998 è Manager - Production and Maintenance Technologies per la sede di Crema. Luigi Lusuriello lavora come Project Manager, Production Manager e Capo Distretto a Ortona, quest'ultima carica ricoperta anche in Val d'Agri. Dal 2004 è Managing Director di Eni Congo, mentre dal 2007 al 2009 di Eni UK. Tornato in Italia, si occupa del coordinamento gestionale in Kazakhstan - Karachaganak, in qualità di Vice President.

giovedì 9 aprile 2020

Vittorio Massone: le tappe della crescita formativa e professionale

L'esperienza professionale di Vittorio Massone si sviluppa in diversi settori, dalle TLC ai Media fino ai servizi industriali e all'Automotive: da febbraio 2020 Vice Presidente del CdA di Alkemy, è consulente a supporto del processo di trasformazione digitale.
Vittorio Massone

Vittorio Massone: la formazione e gli incarichi attuali

Oggi Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione di Alkemy, Vittorio Massone collabora con importanti società fornendo loro supporto in materia di Digital Transformation. Non solo: opera inoltre per conto di realtà già digitalizzate nell'ottica di agevolarle nella crescita e nello sviluppo. In seguito alla laurea in Economia e Commercio conseguita col massimo dei voti presso l'Università La Sapienza di Roma, Vittorio Massone consolida la sua formazione con un Master in Business Administration presso l'università Bocconi di Milano. Negli stessi anni aveva già avviato il suo percorso professionale lavorando come Business Analyst in Klopman Texile Industry (Gruppo Burlington). Nel 1993 entra in Value Partners, per poi passare a Bain & Company l'anno successivo: ricopre ruoli di crescente responsabilità, fino a diventare prima Manager (1995), poi Partner (1999) e cinque anni dopo Director. Incarichi che gli permettono di farsi conoscere come una delle figure chiave nel settore delle Telecomunicazioni, dei Media, del digitale, dei servizi industriali, del Government e dell'Automotive.

Vittorio Massone: competenze e vision manageriale

Grazie alla sua esperienza nella gestione di operazioni complesse, riconosciute anche su scala internazionale, Vittorio Massone arriva a lavorare con realtà di rilievo come Poste Italiane, Pagine Gialle, Walt Disney, Rai, Consip, Sviluppo Italia, Coni Servizi, Gruppo Espresso e Il Sole 24 Ore. Tra queste si annovera l'operazione di turnaround di Seat Pagine Gialle, che si è conclusa con un ritorno per gli azionisti pari a 20 volte il capitale investito (1997-2001). La sua prima acquisizione nel digitale è quella della società Matrix con il portale Virgilio (1999), mentre il turnaround di Poste Italiane rappresenta un'altra operazione di successo, portata a termine conseguendo importanti risultati. Vittorio Massone si trasferisce a Johannesburg nel 2010 per ricoprire l'incarico di Managing Partner di Bain & Company Africa: in pochi anni diventa una figura di riferimento per la società, partecipando a importanti operazioni come il turnaround di Telkom SA. Il suo successo si basa su una vision manageriale moderna e innovativa, incentrata sul concetto di "diversity" del team.

Radio24, Francesco Starace a “Si può fare”: così Enel sta affrontando l’emergenza Coronavirus

Si Può Fare, l’esperienza di Enel nei giorni del Coronavirus al centro dell’intervista all’AD Francesco Starace, ospite del programma trasmesso da Radio24 lo scorso 29 marzo.

Enel nei giorni dell'emergenza Coronavirus: la riorganizzazione del lavoro per garantire la continuità del servizio in sicurezza e le donazioni a sostegno di quanti operano in prima linea. Su Radio24 l'intervista all'AD Francesco Starace.
Francesco Starace, AD Enel

Coronavirus: l'AD di Enel Francesco Starace parla dell'emergenza a "Si Può Fare" su Radio24

"L'epidemia non ha toccato la rete": l'AD di Enel Francesco Starace rassicura gli italiani intervenendo nel corso della trasmissione di Radio24 "Si Può Fare". Nell'intervista l'AD racconta di come l'azienda si sia riorganizzata per garantire la continuità del servizio senza che gli operatori incorrano in rischi inutili. In quest'ottica è stata definita "una priorità delle attività" e quelle al momento non essenziali sono state messe in secondo piano per essere riprese non appena possibile. Sono 36 mila attualmente i professionisti Enel in smart working, di cui 15 mila in Italia: misure prese anche in quei Paesi "dove il lock-down non è ancora stato adottato". Per i 35 mila lavoratori che operano direttamente nelle centrali, sulle reti, impossibilitati quindi a lavorare da remoto, sono stati definiti sistemi di turnazione appositi nell'ottica di garantire la massima operatività in condizioni di assoluta sicurezza, come ricorda l'AD Francesco Starace.

Francesco Starace: sostenere e proteggere medici e infermieri, la battaglia è negli ospedali

"Oggi è importante che tutti capiscano che la battaglia è negli ospedali e nei reparti di terapia intensiva e dobbiamo proteggere medici e infermieri": Francesco Starace, nell'intervista a Radio24, sottolinea l'impegno di quanti operano in prima linea nel fronteggiare l'emergenza. "Per noi è fondamentale aiutarli" ribadisce l'AD commentando le donazioni già predisposte da Enel: 23 milioni di euro alla Protezione Civile e una serie di collegamenti agli ospedali da campo. E aggiunge come in questi giorni abbia riscontrato tra tutti i professionisti di Enel un "grandissimo senso di unità e di spirito di servizio, che sono i valori fondanti di questa azienda". La ricerca di unità, dello stare insieme anche nello spazio virtuale è tangibile "nonostante siamo tutti isolati, nelle nostre case". Ed è sicuro che l'emergenza Coronavirus lascerà "un'incredibile accelerazione della digitalizzazione che ognuno a suo modo sta sperimentando". Per quanto si tratti di "un evento negativo", potrebbe portare a un'ulteriore svolta: "Le conoscenze che stiamo acquisendo le sfrutteremo anche quando rientreremo in azienda e questo ci renderà più efficienti e capaci di affrontare una nuova realtà". Anche per rispondere in modo sempre più efficace e tempestivo alle esigenze delle persone che, come ribadisce Francesco Starace, mai come oggi continuano ad essere prioritarie per Enel.

mercoledì 8 aprile 2020

HSBC Italia: Anna Tavano, Head di Global Banking, a TgCom24

Le sfide, i sacrifici, i sogni di Anna Tavano, Head di Global Banking di HSBC Italia: protagonista della rubrica di TgCom24 "Storie di donne", la manager racconta come è arrivata ad affermarsi professionalmente in un contesto maschile, riuscendo anche a conciliare efficacemente il matrimonio e la maternità.
Anna Tavano Head di Global Banking di HSBC Italia

Storie di donne: il ritratto privato e professionale di Anna Tavano, Head di Global Banking di HSBC Italia

"Una carriera importante con un obiettivo ben chiaro, essere sempre se stessa": TgCom24 introduce con queste parole l'intervista ad Anna Tavano, Head di Global Banking di HSBC Italia. Tra le 50 personalità più influenti del mondo finanziario secondo Financecommunity, è riuscita a farsi strada in un "contesto professionale decisamente molto maschile" inseguendo con coraggio e determinazione i propri sogni. Dopo la laurea in Economia conseguita a Roma, vuole occuparsi di finanza ma "avevo un problema: conoscevo bene il francese, che avevo studiato a scuola, ma quasi per niente l'inglese". Parte quindi per Londra e lì si iscrive a un corso di lingua: "Un giorno rividi alcuni vecchi amici dell'università che lavoravano lì; uno di loro, chiacchierando, mi suggerì di inviare un mio cv a una banca d'affari che cercava giovani da inserire al proprio interno. Non sapevo neppure come scrivere un curriculum in inglese, ma mi feci aiutare e lo mandai. Fui convocata per un colloquio e con mia grande sorpresa mi assunsero". È l'inizio di una importante crescita professionale che l'ha portata ad affrontare (e vincere) numerose sfide: "Il pregiudizio era tale che un cliente è arrivato a dirmi che non solo ero giovane, ma anche meridionale! Vuoi sapere come è finita? Quella persona si è rivelata poi nel tempo uno dei miei migliori clienti. Grandi risultati per una giovanissima donna del sud". Molti anche i sacrifici, come ricorda Anna Tavano: "Per anni ho lavorato molto duramente, con orari che non mi consentivano di avere alcuna vita sociale e nessuno spazio personale. Tuttavia, sono stata fortunata perché a Londra il sistema è meritocratico e da questo punto di vista non conta né l'età, né il sesso: sono stata premiata per i risultati e ho fatto in otto anni la carriera che in Italia probabilmente avrei fatto dopo venti".

Conciliare matrimonio, maternità e carriera: l'esperienza di Anna Tavano

Nell'intervista a TgCom24 trovano spazio anche gli affetti di Anna Tavano. Il marito, la figlia: "Rappresentano la mia assoluta priorità e mi hanno anche consentito di crescere professionalmente oltre che emotivamente". Non ha mai pensato però di rinunciare al lavoro, che per lei è "passione, perché sento di avere il fuoco dentro". Così, a qualche mese di distanza dalla maternità, decide di accettare un ruolo importante all'interno della Pubblica Amministrazione per restituire qualcosa al suo Paese, un'esperienza sfidante e difficile. L'obiettivo inizialmente era dedicare al massimo tre anni della sua vita professionale a questo incarico e, "in effetti, all'inizio del quarto anno, la banca per la quale avevo sempre lavorato mi richiamò. Fu un po' un ritorno a casa fino a quando non è arrivata la proposta di HSBC. Mi sono piaciuti molto il progetto, la cultura ed i valori della banca quindi ho accettato la nuova sfida con grande entusiasmo". Trovare un equilibrio tra la vita familiare e lavorativa è stata "una vera conquista" ma le è servito anche per imparare "a concedermi del tempo, a prendermi cura di me stessa senza sensi di colpa". E alla fine, Anna Tavano sottolinea l'importanza di fare network e supportarsi vicendevolmente tra colleghe: "Occorre essere sempre se stesse e non rinunciare mai ai propri sogni". Le conquiste si basano sempre su qualche rinuncia, come testimonia il suo percorso professionale, ma "non bisogna mai abbandonare l'idea di realizzare i propri obiettivi: un giorno ci si potrebbe pentire di averlo fatto".

venerdì 3 aprile 2020

Eni: gli incarichi manageriali di Roberto Casula nel settore energetico

Dopo gli esordi professionali in Agip, dove viene chiamato a svolgere l'incarico di Reservoir Engineer e Petroleum Engineer, Roberto Casula prosegue la propria carriera in Eni, arrivando a ricoprire ruoli di crescente responsabilità.
Roberto Casula

Roberto Casula, le esperienze professionali in Italia e all'estero con Agip

Roberto Casula è nato a Cagliari nel 1962 ed è laureato in Ingegneria Mineraria presso l'Università della sua città. Dopo aver conseguito l'abilitazione alla professione di Ingegnere, avvia il proprio percorso professionale nel comparto energetico presso Agip S.p.A., dove ricopre la posizione di Reservoir Engineer fino al 1991. Tale esperienza gli consente di occuparsi in prima persona delle prove di produzione e dell'acquisizione dati sui pozzi. Successivamente si dedica al reservoir modelling, supervisionando la modellizzazione numerica del comportamento dinamico dei giacimenti petroliferi: tale attività viene svolta per la società specializzata Beicip - Franlab in Francia. Nel 1992 si trasferisce in Angola, in Africa centrale, per ricoprire gli incarichi di Reservoir Engineer e Petroleum Engineer nella consociata Agip Angola Ltd, dove, due anni più tardi, è nominato Chief Development Engineer. Nel 1997 Roberto Casula rientra in Italia, negli uffici di San Donato Milanese, dove, nel ruolo di Development and Production Coordinator, è responsabile delle operazioni svolte nelle zone dell'Africa Occidentale e dell'Asia Centrale in cui Eni è presente.

Le attività e gli incarichi di Roberto Casula in Eni

Il percorso professionale di Roberto Casula nel settore dell'energia prosegue a livello manageriale in Eni. Nel 2000 viene nominato Department Manager (Responsabile dei Servizi Tecnici di Progetto) con area di competenza in Iran, dove si trasferisce l'anno seguente. Nella capitale Teheran è nominato Project Director e segue i lavori del progetto Giant South Pars Gas fasi 4-5. Le sue esperienze professionali proseguono tra l'estero e l'Italia, dove fa rientro nel 2004: a Gela, infatti, si occupa di condurre le attività di produzione ed esplorazione del territorio siciliano, in qualità del suo incarico di Managing Director di Eni Mediterranea Idrocarburi S.p.A., una società consociata al Gruppo Eni. Fino alla fine del 2007 ricopre il medesimo incarico anche per Eni Nord Africa BV, per poi diventare Senior Vice President della Regione Sub-Sahariana e, poco più tardi, Presidente di tre consociate Eni in Nigeria. Nominato Executive Vice President, nel 2011 assume la responsabilità relative ai territori africani e mediorientali in cui opera Eni. La sua ascesa al top management del Gruppo prosegue nel 2014, anno in cui Roberto Casula viene nominato Chief Development, Operations & Technology Officer di Eni S.p.A., a diretto riporto dell'Amministratore Delegato.

mercoledì 1 aprile 2020

Luigi Ferraris: il digitale è il futuro dell’energia, investimenti e progetti di Terna

Il passaggio dal watt al byte segnerà il futuro dell'energia: nelle parole dell'AD e DG Luigi Ferraris investimenti e progetti di Terna in ambito di digitalizzazione e innovazione.
Luigi Ferraris

Luigi Ferraris: Terna, maggiori investimenti in innovazione e digitalizzazione per il futuro dell'energia

"Persone, innovazione tecnologica, digitalizzazione, sostenibilità e progettazione partecipata sono e continueranno a essere i nostri fattori abilitanti per gestire un sistema sempre più complesso e articolato" ha sottolineato lo scorso 10 marzo l'Amministratore Delegato e Direttore Generale Luigi Ferraris in occasione della presentazione del Piano 2020-2024 di Terna. Il più alto nella storia del Gruppo, con investimenti per 7,3 miliardi di euro. Di questi sono 900 i milioni stanziati in digitalizzazione e innovazione, nella consapevolezza che le nuove tecnologie digitali sono elementi chiave nell'incentivare transizione energetica e decarbonizzazione, in quanto permettono di raccogliere informazioni, trasferire grandi flussi di dati, immagazzinarli e analizzarli in maniera tempestiva. Il futuro dell'energia sarà dunque digitale, come scrive "Il Messaggero" in un approfondimento sul tema. E Terna guarda già da tempo in questa direzione, come dice anche l'apertura degli Innovation Hub di Milano, Torino e Napoli in cui il Gruppo lavora in sinergia con università, centri di ricerca, startup e imprese. E lo dicono anche i diversi progetti avviati in ambito "Internet of Things", come quello siglato dall'AD e DG Luigi Ferraris lo scorso febbraio con Regione Veneto per sperimentare la raccolta dati digitale attraverso l'IoT.

IoT: il valore del progetto di Terna e Regione Veneto per l'AD e DG Luigi Ferraris

Il progetto con Regione Veneto consiste in un cosiddetto monitoraggio attivo realizzato con circa 500 sensori installati su 26 linee elettriche di Terna. Punti strategici sparsi tra Belluno, Verona e Vicenza, colpite da diverse emergenze negli anni scorsi. come spiegato da Luigi Ferraris, i rilevatori Iot Box di cui sono dotati i tralicci permettono di ottenere in tempo reale informazioni immediate sull'osservazione dell'ambiente e dei fenomeni naturali potenzialmente dannosi per la rete. In questo modo si potrà intervenire con tempestività qualora fosse necessario proteggere l'infrastruttura, magari evitando o riducendo i danni. I dati raccolti da Terna saranno poi messi a disposizione di Protezione Civile, istituti di ricerca ed enti di tutela interessati, come specifica Luigi Ferraris: "Qualora tali sistemi siano messi a fattor comune con le Istituzioni che sul territorio difendono e proteggono il nostro Paese. Questa nuova consapevolezza tecnologica può portare grandi vantaggi a tutta la comunità, soprattutto se utilizzati anche con finalità di monitoraggio ambientale e territoriale: dalla qualità dell'aria al dissesto idrogeologico, dal controllo dell'avifauna alla protezione dagli incendi".

Cura Italia, CDP per le aziende italiane: il sostegno del Gruppo guidato da Fabrizio Palermo

Nell’ambito del decreto Cura Italia, approvato dal Consiglio dei Ministri per contrastare gli effetti dell’emergenza Covid-19, il Gruppo guidato da Fabrizio Palermo supporterà il sistema produttivo italiano garantendo finanziamenti fino a 10 miliardi di euro.
Per mezzo della disposizione contenuta nell'art. 56 del decreto Cura Italia, Cassa Depositi e Prestiti metterà a disposizione un plafond per il rilascio di garanzie fino all'80% del valore dei finanziamenti erogati dalle banche. Il Gruppo guidato da Fabrizio Palermo, in tal modo, potrà garantire finanziamenti fino a 10 miliardi di euro a supporto delle imprese di medie e grandi dimensioni.
Fabrizio Palermo

Fabrizio Palermo: Cassa Depositi e Prestiti a sostegno del tessuto produttivo italiano

L'iniziativa di Cassa Depositi e Prestiti si inserisce all'interno del cosiddetto decreto Cura Italia, approvato dal Consiglio dei Ministri e contenente le misure economiche per rispondere all'emergenza sanitaria causata dal Covid-19. In una fase congiunturale particolarmente complicata per l'intero sistema produttivo italiano, gli strumenti intrapresi dall'istituzione finanziaria, guidata dall'Amministratore Delegato e Direttore Generale Fabrizio Palermo, consentono di facilitare l'accesso al credito e supportare, così, le imprese italiane in un momento di grande crisi economico-sanitaria. Grazie allo stanziamento di risorse pubbliche pari a 500 milioni di euro, l'iniziativa di CDP potrà garantire, infatti, nuovi finanziamenti fino a 10 miliardi di euro, rivolti principalmente a società italiane di tipologia mid e large. Lo strumento è complementare ad un altro fornito dal Ministero dello Sviluppo Economico e denominato "Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese", a supporto delle PMI e dei professionisti. Tali misure si aggiungono al potenziamento effettuato dal decreto Cura Italia nei confronti della dotazione del Fondo 394 per l'internazionalizzazione, il quale è gestito da Simest, la società controllata del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti.

Le ulteriori risorse previste dal Gruppo CDP di Fabrizio Palermo

Per contrastare l'emergenza causata dal Covid-19, inoltre, il Gruppo guidato dall'Amministratore Delegato e Direttore Generale Fabrizio Palermo aveva intrapreso in precedenza ulteriori strumenti e misure a supporto dell'intero sistema produttivo italiano: Cassa Depositi e Prestiti aveva già attivato, infatti, risorse pari a 7 miliardi di euro, a cui va aggiunto l'incremento del plafond "Piattaforma Imprese", potenziato da 1 a 3 miliardi di euro, a disposizione di piccole e medie imprese, oltre che di quelle denominate mid-cap, ossia le società a media capitalizzazione. Tale impegno di Cassa Depositi e Prestiti è finalizzato a sostenere gli investimenti e le necessità di capitale delle imprese nazionali, in una fase congiunturale particolarmente delicata. Sempre in un'ottica di sostenimento delle esigenze di capitale circolante, rilancio delle esportazioni e diversificazione dei mercati di riferimento, ulteriori interventi del valore di 4 miliardi di euro sono stati introdotti da SACE, società specializzata nel settore dell'export e dell'internazionalizzazione: la società del Gruppo guidato da Fabrizio Palermo, infatti, ha inoltre previsto il potenziamento dei finanziamenti agevolati, gestiti da Simest, per l'internazionalizzazione delle imprese.

Elisabetta Ripa, Open Fiber: “2020 anno strategico per il digital divide”

Fondata nel 2015, Open Fiber ha realizzato in pochi anni una rete in fibra ottica su scala nazionale: grazie agli sforzi della società, guidata da Elisabetta Ripa, l'Italia è in procinto di recuperare il divario con gli altri Paesi europei.
Elisabetta Ripa, AD Open Fiber

Banda Ultra Larga in Italia: a che punto siamo? Il commento di Elisabetta Ripa

"Il Paese sta iniziando a recuperare i ritardi fotografati ogni anno dal Desi (Indice di digitalizzazione dell'economia e della società) della Ue": Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber, commenta su "Il Sole 24 ORE" la situazione attuale rispetto allo sviluppo delle infrastrutture tlc in Italia. Grazie infatti al Piano BUL (Banda Ultra Larga) approvato dal Governo nel 2015, anche le cosiddette aree a fallimento di mercato (Cluster C e D) hanno ottenuto i primi vantaggi di una diffusione capillare della banda ad alta velocità. Essenziale il contributo di Open Fiber, operatore wholesale only di Enel e Cdp, che grazie alla possibilità di utilizzare l'infrastruttura della società elettrica, in pochi anni è riuscita a realizzare una rete capillare in fibra ottica in modalità Fhht, permettendo a milioni di utenti di navigare alla velocità di almeno 1 gigabit per secondo. Un risultato che ha comportato anche una corsa all'aggiornamento da parte degli operatori privati. Ma la vera sfida per il Paese, secondo Elisabetta Ripa, partirà quest'anno.

Elisabetta Ripa: i 3 motivi per cui il 2020 sarà l'anno di svolta per il digitale

Sebbene il progetto BUL sia un programma che non ha avuto eguali in Europa, l'Italia è ancora agli ultimi posti per le performance digitali, con un gap ancora da recuperare. Lo sa bene Elisabetta Ripa quando afferma che il 2020 sarà decisivo per il Paese sotto questo punto di vista. Sono 3 i motivi principali secondo l'AD di Open Fiber. Il primo è che il Parlamento italiano dovrà obbligatoriamente attuare il recepimento del Codice europeo delle telecomunicazioni: approvato a fine 2018, comporterà un cambio radicale nel settore, mettendo in primo piano finalità di sviluppo, crescita e investimenti. Il Comitato BUL, questa la seconda motivazione, ha deciso di dedicarsi alle "aree grigie", ossia dove è presente un solo operatore che offre o offrirà una rete ultra band: rappresentando un terzo del territorio, l'operazione di infrastrutturazione prevista risulterà fondamentale. Il terzo motivo riguarda l'azione dell'attuale Governo, che ha deciso di sburocratizzare la realizzazione delle reti tlc dando la possibilità di velocizzare i processi di autorizzazione. "Questi decisivi passaggi rappresentano una grande opportunità. È necessario che le scelte di policy siano supportate da una visione coraggiosa e lungimirante - spiega Elisabetta Ripa - finalizzata al completamento di una nuova rete di accesso pubblica in fibra ottica, a cui Open Fiber sta già lavorando sulla base dei bandi Infratel".