mercoledì 30 agosto 2023

Gruppo Riva: storia e attività dell’operatore siderurgico

Primo operatore siderurgico italiano e tra i principali del panorama europeo, Gruppo Riva si è affermato nel settore grazie a una costante attenzione rivolta verso l’innovazione.

Gruppo Riva

Gruppo Riva: da società pioniera a leader indiscusso del settore

Fu Emilio Riva, il pioniere della siderurgia italiana, a fondare Gruppo Riva nel 1954, durante il dopoguerra. Con i suoi oltre 60 anni di attività, l’azienda è storicamente specializzata nella realizzazione di prodotti “lunghi” con acciaierie ad arco elettrico. Operando nel rispetto dei più alti standard produttivi e guidato da una precisa e costante strategia di crescita e di investimenti, il Gruppo è andato espandendosi nei principali Paesi europei fino a conquistare un ruolo di leadership nel settore, riconosciuto a livello internazionale. Con un capitale interamente privato e oltre 5.500 dipendenti che operano nei siti produttivi di Italia, Francia, Germania, Belgio, Spagna e Canada, la società vanta una presenza sempre più qualificata di diplomati e giovani laureati. Dal 2014 Gruppo Riva è guidato da Claudio Riva.

Il mercato target di Gruppo Riva

Da sempre specializzato nella realizzazione di prodotti “lunghi”, Gruppo Riva detiene una grossa quota di mercato in questo importante segmento, nel quale si conferma leader. A mantenere il suo ruolo di rilevanza nel settore contribuiscono anche gli annuali programmi di investimenti che hanno come scopo il miglioramento degli aspetti qualitativi dei prodotti e dei processi, così come delle condizioni di sicurezza negli stabilimenti e della compatibilità ambientale della produzione. I comparti merceologici di riferimento del Gruppo comprendono la meccanica, l’automotive e il movimento terra, i quali necessitano di standard qualitativi particolarmente elevati. Fanno parte della produzione di Gruppo Riva anche i trafilati, i pelati e i rettificati, che derivano dall’ulteriore lavorazione a freddo dei laminati.

martedì 29 agosto 2023

Luca Dal Fabbro, il ritratto professionale: gli incarichi in enti e associazioni, l’esperienza in azienda

Industria, finanza, sostenibilità, economia circolare, ESG: queste le tematiche chiave che fanno da perno per la carriera di Luca Dal Fabbro, manager alla guida di Iren in qualità di Presidente.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: i ruoli in enti e associazioni

Luca Dal Fabbro è Vice Presidente del Circular Economy Network dal 2018: si tratta della rete italiana che si occupa di supportare la transizione ecologica per giungere a un modello produttivo più rispettoso dell’ambiente e delle risorse che offre. È inoltre Co-Founder dell’OCCE (Organization for Climate & Circular Economy). Con sede a Bruxelles, l’organizzazione si muove nell’ambito dell’economia circolare supportando investitori e società di investimento, nonché promuovendo l’innovazione nelle comunità e nelle regioni. Fornisce inoltre assistenza diretta alle PMI e alle start-up per quanto riguarda competenze e sostegni finanziari provenienti dall’UE. Dal 2020 Luca Dal Fabbro è Presidente dell’ESG European Institute, l’associazione non profit che si pone come interlocutore d’esperienza per le aziende, i cittadini, le istituzioni e gli investitori che vogliono muoversi nel mondo della sostenibilità economica, ambientale e sociale. Oltre a essere stato Vice Presidente di AssoESCo e Aige, Luca Dal Fabbro è stato recentemente nominato Vice Presidente vicario di Utilitalia, dopo aver ricoperto il ruolo di Vice Presidente nel 2022 per questo stesso ente. L’Assemblea Generale di Utilitalia ha ratificato il suo incarico lo scorso luglio.  

Luca Dal Fabbro: i principali step della carriera

Classe 1966, originario di Milano, Luca Dal Fabbro è laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università La Sapienza di Roma e ha conseguito un Master in Politica Internazionale presso ULB Center des Etudes Internationales et strategiques di Bruxelles. Nel 2011 ha frequentato l’Advance Management Program del MIT Sloan School of Management di Boston. La sua carriera inizia in Procter & Gamble, CTIP, Tenaris Group ed Enron Capital & Trade. Nel 2001 fa il suo ingresso in Enel ricoprendo incarichi di crescente responsabilità: arriva infatti al ruolo di Amministratore Delegato di Enel Energia. Passa in seguito a E.ON Italia giungendo al vertice del Gruppo. Successivamente, Luca Dal Fabbro ricopre il ruolo di Presidente in Electro Power System. Dal 2014 al 2019 è nel CdA di Terna, dal 2017 al 2020 è AD di GRT Group. Dopo aver ricoperto altri incarichi apicali in Tamini Trasformatori, Snam, INSO e Renovit, entra in Iren nel giugno 2022 con l’incarico di Presidente, che mantiene tutt’oggi.

Tommaso Putin: la vision del Vicepresidente di ANIR sul settore della ristorazione

Tommaso Putin: dare maggiore impulso alle aziende attive nel settore della ristorazione e allargarne la base associativa. Questi gli obiettivi di ANIR (Associazione Nazionale delle Imprese della Ristorazione Collettiva) presentati dal Vicepresidente in una recente intervista.

 Tommaso Putin, Vicepresidente ANIR

ANIR: intervista al Vicepresidente Tommaso Putin

ANIR, Associazione Nazionale delle Imprese della Ristorazione Collettiva, nasce con lo scopo di “promuovere, rappresentare e tutelare gli interessi legittimi e di carattere generale delle imprese del settore ed associate”. Per Tommaso Putin, Vicepresidente di Serenissima Ristorazione confermato di recente anche alla Vicepresidenza di ANIR, è un obiettivo di rilievo perseguito nel contesto di “anni particolarmente intensi da quando è nata ANIR anche perché l’associazione è stata costituita proprio nel bel mezzo della pandemia”. Ricordando le numerose iniziative portate a compimento, Tommaso Putin ne ha rimarcato la “particolare importanza per questo settore, uno dei più danneggiati dalla pandemia: basti pensare al fondo di più di 100 milioni di euro che si è riusciti a ottenere per dare ristoro alle imprese della ristorazione collettiva”.

Maggiore rappresentatività per il comparto: la vision di Tommaso Putin

Diversi anche gli elementi di criticità attraversati nel corso degli ultimi anni: tra tutti, “la guerra e l’impennata inflazionistica”, ha sottolineato Tommaso Putin. In ottica di sviluppo e rilancio è necessario guardare al futuro della ristorazione con anni “densi di sfide molto importanti: basti pensare al nuovo contratto collettivo, la problematica legata al nuovo codice degli appalti e il fatto di dare maggior riconoscimento al settore, che oggi conta più di 110.000 lavoratori”. In prospettiva è quindi fondamentale allargare la base associativa: a tal proposito, Tommaso Putin ha osservato come “in passato il settore abbia avuto scarsa rappresentatività: con la nuova Presidenza di Piacenti e anche dei nuovi Vicepresidenti, il nostro obiettivo è proprio quello di dare maggiore impulso e di allargare anche la base associativa al maggior numero di imprese”.

Claudio Machetti: la storia professionale del manager di Enel

A capo della Business Line di Enel dal 2014, Claudio Machetti ha ricoperto numerosi incarichi di responsabilità sia all’interno del Gruppo che in altre importanti realtà italiane quali il Banco di Roma e Ferrovie dello Stato Italiane.

Claudio Machetti

Claudio Machetti: il percorso formativo e l’avvio della carriera

Diplomatosi presso il Liceo Classico “Tito Lucrezio Caro”, Claudio Machetti si laurea in Scienze Statistiche all’Università La Sapienza di Roma. Entra nel mondo del lavoro iniziando come impiegato nel Banco di Roma in una filiale di Milano. Nel 1984 viene trasferito alla Direzione Centrale di Roma per ricoprire il ruolo di analista finanziario. Qui si specializza in equity e comincia ad occuparsi dell’IPO di alcune società della Borsa Italiana nell’Ufficio Analisi Finanziarie. Prima di lasciare l’istituto di credito, opera come Vicedirettore Responsabile del Nucleo Analisti Finanziari. Nel 1992 passa a Ferrovie dello Stato Italiane in qualità di Dirigente Responsabile dell’Unità Mercati Finanziari. Successivamente, gli viene affidato il ruolo di Direttore della Finanza Operativa. Nello stesso periodo, Claudio Machetti partecipa alla costituzione di Fercredit, società finanziaria di cui diventa Amministratore Delegato.

Il ruolo di Claudio Machetti in Enel

Nel 2000 il manager entra nel Gruppo Enel come Responsabile dell’Area Finanza. Da subito, Claudio Machetti prende parte a importanti progetti: partecipa alla nascita della società finanziaria Enelfactor, della quale diventa Amministratore Delegato, e alla costituzione di Enel Insurance, la società assicuratrice captive di Enel, presso la quale assume il ruolo di Presidente fino al 2014. Gli incarichi di rilievo da lui ricoperti all’interno del Gruppo comprendono anche quello di Presidente di FondEnel e Presidente di Fopen, i fondi pensione di Enel. Nel 2005 va a ricoprire l’incarico di Direttore Finanziario e nel 2009 gli viene affidata la guida della Direzione Risk Management. Nel 2014 viene nominato Direttore della Business Line del Gruppo Global Trading, in seguito rinominata Global Energy and Commodity Management. Nominato Presidente del CdA di Enel Trade e nuovamente Presidente di FondEnel nel 2015, Claudio Machetti è oggi Direttore Global Energy and Commodity Management and Chief Pricing Officer.

lunedì 28 agosto 2023

Bain Banking Event: l’intervento dell’AD di SACE Alessandra Ricci

Sostenibilità, digitalizzazione e sicurezza della supply chain: sono le tre grandi sfide che le imprese devono affrontare secondo Alessandra Ricci, AD di SACE.

Alessandra Ricci

Alessandra Ricci al Bain Banking Event: l’approccio di SACE

SACE al fianco delle imprese: l’AD Alessandra Ricci è intervenuta durante la prima edizione del Bain Banking Event evidenziando l’impegno del Gruppo, che segue le aziende nei loro progetti attraverso un dialogo costante: questo confronto continuativo “ci rende ancora più consapevoli delle esigenze e delle sfide che affrontano ogni giorno”. È proprio grazie a questo approccio che SACE è in grado di elaborare soluzioni ad hoc per affiancare efficacemente le imprese. Emergono dati interessanti per l’Italia: il Paese continua a crescere nell’export. “Con 625 miliardi di export realizzato nell’ultimo anno, la capacità esportativa si è confermata il motore della nostra economia, superando l’inflazione grazie a una competitività fondata soprattutto sul valore”, ha spiegato Alessandra Ricci. La qualità è la chiave per continuare su questa strada di crescita, che ancora oggi contraddistingue il Made in Italy. Tuttavia ci sono anche altri elementi da tenere in considerazione.

Alessandra Ricci: le tre sfide del sistema produttivo

Le imprese che vogliono davvero puntare alla competitività non devono far leva solo sui prezzi, sulla qualità e sui servizi offerti. Come sottolineato da Alessandra Ricci, AD di SACE, oggi è sempre più necessario ripensare l’infrastruttura organizzativa così da diventare “resilienti e capaci di rispondere alle sfide spesso imprevedibili dei mercati internazionali”. “Nella nostra esperienza”, ha continuato l’AD, “sono tre le grandi sfide che il nostro sistema produttivo sta affrontando”. La prima è rappresentata dalla sicurezza della supply chain, necessaria per “diversificare e rispondere velocemente ai cambiamenti”. La digitalizzazione è la seconda sfida: per stare al passo bisogna sfruttare tutte le potenzialità delle nuove tecnologie. Infine bisogna parlare di sostenibilità: “È un must, anche alla luce dello shock sulle materie prime che stiamo vivendo”. “Queste sfide le abbiamo fatte nostre, al servizio delle imprese e abbracciando la sostenibilità come strategia aziendale, con il Piano Industriale Insieme2025”, ha concluso.

Fintech: i risultati di Banca Generali nelle parole dell’AD Gian Maria Mossa

Fintech, la leadership di Banca Generali: a luglio la raccolta netta ha raggiunto i 455 milioni di euro riflettendo l’efficacia delle strategie di investimento e dimostrando una crescita costante nel corso dell’anno.

Banca Generali

Fintech, Banca Generali: a luglio raccolta netta di 455 milioni di euro e crescita costante degli investimenti

In un contesto dove le soluzioni fintech giocano un ruolo sempre più importante, prosegue la crescita di Banca Generali come indica il dato relativo alla raccolta netta registrato a luglio: 455 milioni di euro che portano il totale da inizio anno ad oltre 3,7 miliardi di euro. Il risultato segna una crescita del 4% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, nonostante il considerevole impatto dei pagamenti per gli adempimenti fiscali (179 milioni, per un totale di 620 milioni da inizio anno). In termini di prodotto le soluzioni gestite, anche a fronte dell’esperienza in ambito Fintech, hanno registrato flussi positivi per 56 milioni di euro (735 milioni da inizio anno). E continua a riscontrare l’attenzione della clientela di Banca Generali anche il risparmio amministrato che a luglio arriva a 591 milioni di euro (5,5 miliardi da inizio anno): la domanda di advisory evoluta ha invece registrato 183 milioni nel mese (1.044 milioni nel 2023). Complessivamente i flussi nelle soluzioni gestite e nella consulenza evoluta su risparmio amministrato si sono attestati a 258 milioni di euro nel mese per un totale di 1,87 miliardi da inizio anno (+30% anno su anno).

Fintech: il commento dell’AD di Banca Generali Gian Maria Mossa sulla performance di luglio

L’AD Gian Maria Mossa, che in più occasioni ha evidenziato l’importanza del fintech nelle strategie di Banca Generali, ha commentato la performance di luglio: “Cresciamo solidi e costanti anche in un mese caratterizzato da importanti scadenze fiscali per i clienti, forti dell’ampia diversificazione nell’offerta e della qualità dei nostri banker al fianco delle famiglie nelle scelte di pianificazione e protezione”. Nonostante le sfide economiche e le politiche delle banche centrali, ha aggiunto l’AD Gian Maria Mossa, “continuiamo ad acquisire nuova clientela e ad intercettare flussi di risparmio grazie alla nostra leadership nelle soluzioni di investimento a maggiore valore aggiunto come l'advisory e le gestioni”. Banca Generali, all’avanguardia nell’offerta di soluzioni fintech, continua a registrare “forte domanda di consulenza e questo ci dà grande fiducia per la crescita dei prossimi mesi”.

venerdì 25 agosto 2023

Luca Dal Fabbro nominato Vicepresidente vicario di Utilitalia

La Federazione delle aziende che operano nei servizi pubblici di ambiente, energia elettrica e gas ha ratificato la nomina di Luca Dal Fabbro a Vicepresidente vicario.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro passa da Vicepresidente a Vicepresidente vicario di Utilitalia

Nel corso dell’ultima Assemblea Generale di Utilitalia è stata confermata la nomina di Luca Dal Fabbro a Vicepresidente vicario. Il Presidente di Iren ricopriva già il ruolo di Vicepresidente all’interno della Federazione delle imprese attive nei servizi pubblici dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas. Luca Dal Fabbro vanta una lunga esperienza manageriale internazionale nel settore industriale, finanziario, dell’energia e della sostenibilità. Tra gli incarichi da lui ricoperti in passato rientrano quelli come Presidente di Snam, Presidente Esecutivo di Renovit, Amministratore Delegato di Enel Energia e Consigliere di Amministrazione di Terna.

Il percorso professionale di Luca Dal Fabbro

Classe 1966 e di origini milanesi, Luca Dal Fabbro ha una laurea in Ingegneria Chimica, conseguita presso l’Università la Sapienza di Roma. Completano la sua formazione anche un Master in Politica Internazionale presso ULB al Centre des Etudes Internationales et strategiques di Bruxelles e un percorso di studi in Advance Management realizzato presso il MIT Sloan School di Boston. Dopo le prime esperienze come Business Developer e Direttore Marketing per realtà quali Procter & Gamble, CTIP, Tenaris Group, Enron Capital & Trade, entra in Enel arrivando a ricoprire ruoli apicali. Successivamente, passa alla guida di E. On Italia, poi di Domotecnica e di Domoenergia. Prima di diventare Presidente di Iren nel 2022, Luca Dal Fabbro è stato anche Amministratore Delegato di GRT Group, Presidente di Snam, Amministratore Delegato di INSO e Presidente Esecutivo di Renovit.

Claudio Descalzi: innovazione e sostenibilità pilastri portanti della crescita di Eni

Claudio Descalzi: ogni aspetto del lavoro di ricerca condotto nei laboratori del Centro di Ricerche Eni di Bolgiano è pensato per avere un’applicazione concreta a livello industriale, mirando a raggiungere nuovi traguardi di efficienza e sostenibilità.

Claudio Descalzi

L’AD di Eni Claudio Descalzi al Centro di Ricerche Eni di Bolgiano

L’innovazione, come anche l’AD Claudio Descalzi ha ricordato in diverse occasioni, ispira da sempre la crescita di Eni. Il valore di una vision lungimirante sulla necessità di immaginare un futuro all’insegna della sostenibilità trova forma anche nel Centro di Ricerche Eni di Bolgiano dove dal 1985, anno in cui è stato inaugurato, si lavora allo sviluppo di soluzioni e tecnologie rivoluzionarie che spaziano dall’approfondimento delle geoscienze all’affinamento dell’ingegneria, dalla chimica alla scienza dei materiali. Qui lo scorso 21 luglio il Presidente Giuseppe Zafarana e l’AD Claudio Descalzi hanno accolto il Ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’Assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia Guido Guidesi e il Sindaco di San Donato Milanese Francesco Squeri. Al centro della visita la presentazione dei risultati più significativi raggiunti dalla R&D di Eni: tra questi, i progetti e le soluzioni tecnologiche per la decarbonizzazione del settore dei trasporti tramite lo sviluppo delle agroenergie e del processo EcofiningTM che consentono anche di ricavare biocarburanti da scarti e materie prime di origine biologica non in competizione con l'uso alimentare.

Claudio Descalzi: fondamentale un dialogo costante tra mondo scientifico e industriale

L’AD Claudio Descalzi nel corso della visita ha ricordato l’impegno di Eni nello sviluppare internamente tecnologie proprietarie e 'breakthrough' per la decarbonizzazione, con riferimento ai tre principali ambiti di ricerca aziendali: rinnovabili e nuove energie, soluzioni per la decarbonizzazione, prodotti circolari e bio. In ottica di economia circolare ad esempio, oltre all’utilizzo di materiale di scarto come fonte primaria di energia e all’impiego di Waste&Residues (oli di frittura esausti, grassi animali e PFAD – Palm Fatty Acid Distillate per citarne alcuni), Eni ha sviluppato un “Database biofeedstock” in cui le materie prime bio di diverse tipologie vengono caratterizzate e studiate per prevedere la loro efficacia nella produzione di biocarburanti. Il database Eni al momento contiene più di 400 biocariche, qualificandosi non solo come uno dei primi al mondo, ma anche come uno dei più ricchi in termini di varietà di biomaterie prime caratterizzate. Impossibile poi non parlare di quanto sia fondamentale promuovere un dialogo costante tra mondo scientifico e industriale: il valore di questo approccio, come ha ricordato in diverse occasioni l’AD Claudio Descalzi, è funzionale allo sviluppo di progetti che potrebbero rappresentare “breakthrough tecnologici”. Basti pensare alla partnership che Eni sta portando avanti con il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Enea e Cnr, per il progetto di ricerca sull’energia da fusione: una “potenziale svolta tecnologica epocale”, l’ha definita l’AD, che potrebbe aprire la strada alla produzione su vasta scala di energia a zero emissioni con un processo sicuro e virtualmente illimitato.

Alessandro Benetton: l’inclusività delle competenze è fondamentale per il successo dell’azienda

Alessandro Benetton su Linkedin: "L'inclusività delle competenze è fondamentale per creare un futuro lavorativo sostenibile ed equo”

Il fondatore di 21 Invest Alessandro Benetton

Le competenze possono essere inclusive? La vision di Alessandro Benetton

Come imprenditore, spiega Alessandro Benetton su LinkedIn, “ho visto con chiarezza come l’inclusività delle competenze sia diventata un fattore determinante per il successo delle aziende”. Il Presidente di 21 Invest si sofferma in un nuovo post su “un tema cruciale per le persone e la comunità”: l’inclusività delle competenze. Per intuirne il valore, basterebbe guardare alla società di oggi e alla rapida evoluzione che la caratterizza: a svolgere un ruolo determinante è lo sviluppo di tecnologie sempre più all’avanguardia che impattano sul lavoro. “Sentiamo tutti i giorni parlare di tecnologie che sembrano voler togliere spazio ai lavoratori. Il nostro compito è che nessuno venga lasciato indietro dall'evoluzione del mercato del lavoro”, sottolinea Alessandro Benetton nel post in cui invita a riflettere sulla necessità, in un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici, di “offrire a tutti l’opportunità di rimanere parte attiva e accettata della società”. L'inclusività, sostiene il Presidente di 21 Invest, non significa solo “essere aperti a diverse prospettive e identità” ma soprattutto “fornire a tutti le competenze per affrontare le sfide del futuro”.

Alessandro Benetton: le persone non restano indietro se si sentono davvero parte del cambiamento

Per Alessandro Benetton l’inclusività delle competenze è quindi fondamentale per creare un futuro lavorativo sostenibile ed equo: “È compito nostro come aziende, investitori, educatori e singoli individui”. Una vision che si riflette anche nell’attività di 21 Invest: “Nelle nostre società partecipate, in un percorso di crescita di medio-lungo termine, parallelamente alla creazione di nuovi posti di lavoro è necessario anche inserire e sviluppare nuove competenze che possano supportare l’azienda nella nuova fase di crescita”. Non è solo l’azienda stessa a beneficiarne ma anche tutti gli stakeholders con cui interagisce: “Migliorare le competenze di un’azienda aiuta tutta la sua filiera. Formare i lavoratori di un’organizzazione significa rinforzare l’anello di una catena che può beneficiare nel suo complesso. Sviluppare competenze interne aiuta anche all’esterno. È un approccio di natura circolare”. Le persone non restano indietro se si sentono davvero parte del cambiamento, osserva infine Alessandro Benetton: “Credo che abbiamo la responsabilità sociale di costruire un ambiente in cui ogni persona possa sviluppare le competenze necessarie per prosperare. Solo così potremo tracciare il percorso per un futuro migliore, più prospero e all'avanguardia. Spero che siate ispirati a unirvi a questo viaggio”.

mercoledì 23 agosto 2023

Renault Group, Luca de Meo svela i piani per il futuro tra conti record e switch elettrico

Luca de Meo ha raccontato a “Repubblica” i risultati e gli obiettivi di Renault Group: switch elettrico, target UE e previsione sul settore gli argomenti affrontati dal CEO nell’intervista.

Luca de Meo, CEO di Renault Group

Renault Group, primo semestre 2023 da record: il commento di Luca de Meo

Riduzione dei costi, calo del break even del 50% e un cash flow che ha già raggiunto i livelli di tutto il 2022. Sono i risultati raggiunti da Renault Group nei primi sei mesi dell’anno, con la società che ora può concentrarsi sul lancio di “Ampere”, la divisione destinata ai veicoli elettrici e allo sviluppo di software. Per Luca de Meo si tratta dei “migliori risultati che la Renault ha mai fatto nella sua storia”. Così il CEO in un’intervista rilasciata al quotidiano “Repubblica”, che a margine della presentazione dei risultati del primo semestre ha chiesto al manager lo stato dell’arte del settore automotive. In merito ai costi delle vetture, l’obiettivo di Renault Group è abbassare i costi mantenendo i prezzi stabili: “Non ci sarà una rincorsa ai volumi – ha spiegato Luca de MeoC’è stato un aumento strutturale dei prezzi ed è difficile che si possa tornare indietro. Vogliamo mantenere i margini”. Il CEO ha poi sottolineato l’importanza dell’Italia come Paese fornitore di tecnologia e innovazione, annunciando un progetto per raddoppiare la quota italiana in Renault Group: “Puntiamo a fare scouting di innovazione e tecnologia, ad avere effetti positivi, piuttosto che costruire nuove linee di assemblaggio vetture di cui nessuno ha bisogno”.

Luca de Meo: “Cina e USA competitor importanti. Ampere? Giocheremo con le stesse regole e talenti

Riguardo al tema Euro 7, il manager ha ribadito la sua contrarietà ad una normativa che “non ha senso da tutti i punti di vista” e che oltretutto impone limiti impossibili da soddisfare entro il 2025. Se le norme Euro 7 dovessero essere approvate, ha sottolineato Luca de Meo, l’industria europea si troverebbe costretta ad aggiungere ulteriori tecnologie con il conseguente aumento dei prezzi: “In realtà si dovrebbe fare esattamente il contrario per ridurre l’impatto ambientale e rendere le auto più accessibili”. La normativa frenerebbe inoltre gli investimenti sull’elettrico: “Abbiamo già investito decine e decine di miliardi e altrettanti ne metteremo. L’unica cosa che dobbiamo fare è cercare di vincere questa sfida e noi come Renault lo stiamo facendo”. Si chiama “Ampere” la divisione dedicata ai veicoli elettrici che Renault Group intende lanciare ufficialmente entro la fine dell’anno: “Vogliamo mettere di fronte a Tesla, Byd, Geely, una società che giochi con le stesse regole e talenti. La competizione dovrà essere però simmetrica – ha evidenziato Luca de Meo la Cina ha vantaggi su materie prime, capacità produttiva delle batterie e parte dalla produzione, mentre l’America è chiusa da regolamenti stringenti. La cosa più naturale è che vengano in Europa: saranno un competitor importante”.

Paolo Gallo: alimentare la crescita economica, gli investimenti di Italgas

Italgas ha dimostrato agilità nel gestire la pandemia grazie anche alla sua Digital Factory per il controllo da remoto dei cantieri. Gli investimenti previsti nel 2020 sono stati mantenuti, evidenziando la robustezza finanziaria e l’impegno per la crescita e le acquisizioni. L’intervista all’AD Paolo Gallo.

Paolo Gallo, Amministratore Delegato di Italgas

Resilienza e trasformazione digitale, Paolo Gallo: Italgas affronta la pandemia con successo

L’intervista a Paolo Gallo, Amministratore Delegato di Italgas, rivela una notevole resilienza e adattamento dell’azienda di fronte agli impatti della pandemia. L’AD evidenzia che la reazione di Italgas al lockdown è stata pronta e guidata dalla trasformazione digitale in corso. L’azienda è stata in grado di garantire la continuità e la sicurezza del servizio grazie all’operatività sul campo e all’efficace lavoro da remoto del personale di staff. Questa agilità è stata supportata dalla piattaforma di controllo, la Digital Factory, che ha consentito il monitoraggio da remoto dei cantieri, riducendo al contempo i rischi di contagio. Nonostante il periodo di fermo, gli investimenti previsti per il 2020 sono risultati in linea con l’anno precedente, dimostrando la robustezza finanziaria dell’azienda e il suo impegno a mantenere una politica di dividendi compatibile con le ambizioni di crescita e acquisizioni. Paolo Gallo sottolinea anche l’effetto moltiplicatore degli investimenti nelle reti gas, evidenziando che ogni euro investito genera tre volte il suo valore. Questo concetto è supportato da uno studio dettagliato che dimostra l’impatto positivo degli investimenti sull’economia locale.

Paolo Gallo: investimenti strategici e stabilità nel settore del gas

Italgas, continua Paolo Gallo nell’intervista, prosegue con la promozione di investimenti significativi, in particolare attraverso le gare gas, al fine di stimolare ulteriormente la crescita economica nelle comunità servite. La società sembra fiduciosa nella ripresa e si augura che le gare gas vengano riprese rapidamente per supportare questa prospettiva. L’AD spiega infine come le stime positive di Italgas siano in linea con la natura stabile e specifica del consumo di gas nel settore della distribuzione. Generalmente, il consumo di gas per le utenze residenziali e commerciali risulta essere costante nel tempo e, aggiunge Paolo Gallo, nonostante fluttuazioni temporanee, l’utilizzo del gas per la produzione di energia elettrica e nei settori industriali è rimasto stabile. L’azienda sembra quindi concentrarsi sulla sua specifica nicchia di servizio, puntando sugli investimenti e sulle operazioni di M&A nonostante le sfide esterne.

Investimenti sostenibili ESG, “Time To Change” di Banca Generali arriva in Minnesota

Avviato da Banca Generali nel 2021, il progetto “Time To Change” prova a rispondere alle principali domande sullo stato di avanzamento dell’Agenda Onu e sugli effetti degli investimenti sostenibili ESG. Per raccontare l’obiettivo n.7 il fotografo Guindani è volato in Minnesota. Banca Generali

Investimenti sostenibili ESG: Banca Generali racconta il più grande parco fotovoltaico d’America

Nel contesto dell'obiettivo numero 7, che mira ad assicurare a tutti l'accesso a sistemi di energia economici, affidabili e sostenibili, le fattorie Aurora di Enel in Minnesota rappresentano un esempio concreto di innovazione e attenzione ad un futuro migliore”. Sono le parole del fotografo Stefano Guindani, volato negli Stati Uniti per il 16°, nonché penultimo, episodio del progetto “Time To Change” voluto da Banca Generali per indagare lo stato dell’arte dell’Agenda ONU al 2030 e verificare l’impatto degli investimenti sostenibili ESG su territori e comunità. Stavolta al centro dell’appuntamento il Goal n.7, che mira ad assicurare a tutti energia pulita e accessibile attraverso l’aumento della produzione, l’utilizzo di tecnologie sostenibili e una maggiore efficienza. Di proprietà di Enel Green Power, il Parco Solare di Aurora è entrato in funzione nel 2017 e attualmente è l’impianto più grande del Nord America: può generare più di 210 milioni di kWh all’anno, garantendo allo stesso tempo una riduzione di CO2 pari a 150.000 tonnellate. Si tratta, spiega Banca Generali, del fabbisogno di oltre 17.000 famiglie americane.

Banca Generali, l’impatto positivo degli investimenti sostenibili ESG: il Parco di Aurora

Tra i punti di forza del Parco di Aurora il concetto di “dual-use”, che prevede l’utilizzo del suolo non solo per generare energia fotovoltaica, ma anche per scopi come la piantumazione di vegetazione autoctona e di colture favorevoli agli impollinatori. Un esempio perfetto, secondo Banca Generali, dell’impatto positivo degli investimenti sostenibili ESG e soprattutto un’ulteriore testimonianza di come ogni obiettivo dell’Agenda ONU sia fortemente connesso agli altri 16: "Queste centrali solari agro-fotovoltaiche combinano la produzione di energia solare con agricoltura, allevamento e apicoltura, creando un circolo virtuoso in cui diverse forme di produzione si supportano reciprocamente”, ha commentato Guindani. Nel dettaglio, la presenza di allevamenti di pecore all’interno del Parco Solare aiuta a mantenere puliti gli spazi intorno ai pannelli solar, sfoltendo l’erba in modo naturale e senza l’uso di carburanti fossili; dall’altro lato, grazie alle api si promuove l’impollinazione e quindi la biodiversità, oltre ad ottenere una produzione di miele di alta qualità.

lunedì 7 agosto 2023

Gruppo Danieli: acciaio, il valore dell’innovazione tecnologica per il futuro del settore

“Molti parlano del futuro aspettando che accada, ma noi siamo in grado di portare il futuro ai clienti, oggi”: la vision di Gruppo Danieli nelle parole del CEO Giacomo Mareschi Danieli.

Gruppo Danieli

Gruppo Danieli nell’era dell’acciaio green: l’innovazione tecnologica come motore di crescita

Se Gruppo Danieli è pronto ad accompagnare la transizione green dell’acciaio è grazie al percorso di investimenti in sostenibilità e innovazione che porta avanti da tempo. Lo spiega su LinkedIn il CEO Giacomo Mareschi Danieli: “Una volta la chiamavamo efficienza, poi Industria 2.0, 3.0 e 4.0, e ora tutti la conoscono come l’era dell’acciaio green”. Intervistato da “Siderweb” nelle scorse settimane, il CEO ha ribadito l’impegno di Gruppo Danieli nello studiare e implementare soluzioni innovative per la riduzione delle emissioni. Tra queste Q-ONE, Hybrid MI.DA., DRI (Direct Reduced Iron) ed altre tecnologie brevettate di cui ha parlato di recente Il “Corriere della Sera” in un articolo per “L’Economia”. “Al giorno d'oggi, progetti di investimento e trasformazione devono legarsi a doppio filo al concetto di sostenibilità, aiutando i produttori di acciaio a ridurre e limitare il loro impatto ambientale, al tempo stesso migliorando l'efficienza”, scrive su LinkedIn il CEO Giacomo Mareschi Danieli.

Gruppo Danieli: innovative soluzioni tecnologiche per soddisfare le richieste green del mercato

L’ottica di Gruppo Danieli è di contribuire a ridurre le emissioni a livello globale incentivando l’offerta di innovative soluzioni a ridotte emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio prodotta. È guardando a un mercato in cui la transizione ecologica acquisisce quotidianamente maggiore rilievo che Gruppo Danieli continuerà a consolidare ed espandere le proprie attività per garantire maggiore competitività in termini di innovazione, tecnologia, qualità, costi, produttività e servizio al cliente. Basti pensare a Digilmeter, innovativo forno elettrico a controllo digitale: progettato come ibrido, può essere alimentato con energie alternative come quella solare ed eolica. Oppure a Energiron DR: sviluppata da Danieli insieme a Tenova, si tratta di una tecnologia che consente di utilizzare fino al 100% di idrogeno come agente riducente per la produzione di preridotto e che sta già diventando uno standard internazionale. Di recente anche il gruppo siderurgico tedesco Salzgitter ha scelto la tecnologia Energiron DR per il nuovo impianto di DRI (Diretct Reduced Iron) che verrà installato nella storica acciaieria di Salzgitter, nella Bassa Sassonia, specializzato nella produzione di prodotti siderurgici.

Rendimenti competitivi e presenza globale: focus su Valeur Group

Valeur Group eccelle nella strutturazione di soluzioni di investimento ad alto valore aggiunto. Operando in maniera indipendente, il Gruppo pone a fondamenta delle proprie attività un’analisi dettagliata nella costruzione del portafoglio, la ricerca delle migliori opportunità e una rigorosa disciplina nella gestione del rischio.

Valeur Group

Valeur Group: approccio globale nelle soluzioni di investimento

Fondato nel 2010 dal CEO Lorenzo Vangelisti, Valeur Group è una realtà indipendente specializzata in asset management, advisory, trading, ricerca e real estate. Cinque società complementari ne costituiscono la struttura operativa: Valeur Capital Ltd, Valeur Securities SA, Valeur SA, Valeur Concept SA e LinkedTrade Technologies Ltd, ognuna attiva in un’area specifica ma tutte coordinate nell’offrire un porto sicuro che garantisca solidità di portafoglio e rendimenti competitivi. Tale mission è raggiunta attraverso elementi che Valeur Group ritiene essenziali fin dalla sua nascita: l’eccellenza, la reattività e l’efficienza. Il Gruppo ha attività in Svizzera, Regno Unito e Lussemburgo e propone soluzioni ad alto valore aggiunto per strategie di investimento personalizzate che spaziano tra diverse classi d’attivo e diversi stili di gestione.

Valeur Group: i principi alla base del Gruppo

Valeur Group si avvale di un team altamente qualificato, con una media di oltre dieci anni di esperienza, che negli anni è riuscito a supportare la creazione di una solida realtà di stampo internazionale. Tale sviluppo è guidato da valori quali la ricerca dell’eccellenza e l’ambizione verso la massima efficienza nei servizi offerti. Non da ultimo, il successo di Valeur Group è riscontrabile in una forte etica aziendale che si riflette, ad esempio, nell’adesione ai Principles for Responsible Investment, iniziativa ONU per l’integrazione dei criteri ESG nella gestione degli investimenti. Il Gruppo, inoltre, opera in linea con gli standard etici e professionali del CFA Institute e nel rispetto della normativa MIFID II. Valeur Group e le sue società sono autorizzate dalle autorità di vigilanza finanziaria locali quali FCA (Financial Conduct Authority) e CSSF (Commission de Surveillance du Secteur Financier).

La manager Alice Carli commenta la sua esperienza con Harvard

Manager con oltre 20 anni di esperienza nel settore della moda, del lusso e del lifestyle, nel 2022 Alice Carli frequenta un Master incentrato sulla Disruptive Strategy alla Harvard Business School. Nel corso di un’intervista della HBS Online Global Chapter racconta la sua esperienza

Alice Carli: mi sono rimessa sui libri dopo 23 anni

Sanremese di nascita e milanese di acquisizione, Alice Carli avvia la sua carriera nel settore marketing lavorando per conto di brand internazionali del settore della moda e del lusso, dapprima in qualità di Marketing e Communication Manager e poi come General Director. “Mi piace alzare il livello in ogni cosa che faccio, ho una forte vocazione per l’innovazione e tutte le forme della creatività”, rivela durante l’intervista tenuta da Gwen Mdinaradze per conto della Harvard Business School, presso cui la manager ha frequentato un MBA & Specialization in Strategy in piena emergenza da Covid-19. Durante la pandemia, racconta, “ho sentito il bisogno di espandere le mie conoscenze e di iniziare a pensare fuori dagli schemi”. Poi aggiunge: “Quando ho sentito parlare di disruption, l’ho trovato subito un tema interessante, essendo io stessa una persona dall’approccio innovativo”. Anche se all’inizio è stato difficile rimettersi sui libri dopo 23 anni passati a lavorare, Alice Carli si dice soddisfatta del suo percorso: “I corsi che ho seguito hanno rafforzato le mie conoscenze e mi hanno aperto la mente”.

Il percorso manageriale di Alice Carli

Alice Carli si laurea in Marketing e Comunicazione presso la IULM di Milano dove collabora, per un anno, nel team del Prof. Mauro Ferraresi, docente di Sociologia dei Consumi e della Moda. Oltre all’MBA & Specialization in Strategy ottenuto di recente presso la Harvard Business School, completa il suo curriculum formativo un MBA in Digital & Innovation Disruption ottenuto presso l’Università di Cambridge. La prima esperienza professionale la vede all’interno di Publicis, dove nel 1999 assume il ruolo di Communication Manager Suepervisor. Nel 2015 passa a Tod’s, occupandosi per tre anni di Advertising e BTL e svolgendo la mansione di Web Director dei brand Tod’s, Hogan, Fay and Roger Vivier. Nel 2008 entra in Fratelli Rossetti in qualità di Marketing & Communication Manager. A questo seguono ulteriori incarichi di crescente responsabilità. Nel 2011 è Global Strategic Marketing Executive presso Furla. Nel 2015 è invece in Peuterey Group in qualità di Head of Global Marketing and Business Development for the USA and APAC, Retail and E-commerce. È il 2018 quando viene nominata AD e DG di L’Autre Chose, ruoli che due anni più tardi ricoprirà anche in Giannico. 

venerdì 4 agosto 2023

Zanzare e malattie infettive: il punto di vista di Susanna Esposito

Susanna Esposito è intervenuta sul tema del grave impatto delle zanzare sulla salute umana, rivelando come ogni anno causino la morte di migliaia di persone nel mondo attraverso la trasmissione di malattie infettive. Tuttavia, l’Italia è meno esposta a questo rischio.  

Susanna Esposito

Susanna Esposito: il pericolo causato dalle zanzare

La zanzara è un piccolo insetto che, purtroppo, rappresenta una minaccia significativa per la salute umana in molte parti del mondo. Con la capacità di trasmettere diverse malattie infettive (malaria, dengue, Zika, febbre di West Nile), il loro impatto sulla salute globale è considerevole, causando la morte di centinaia di migliaia di persone ogni anno. Tuttavia, come sottolineato da Susanna Esposito, l'Italia sembra essere relativamente al riparo da questo rischio mortale, soprattutto per gli individui non immunodepressi. Esperta in malattie infettive, Susanna Esposito ha spiegato infatti che, nel nostro Paese, il rischio di mortalità associato alle zanzare è contenuto. Nonostante ciò, l'attenzione dovrebbe essere rivolta particolarmente agli anziani e a coloro che soffrono di malattie croniche, che possono essere più vulnerabili alle infezioni trasmesse dalle zanzare. Utilizzare zanzariere e prodotti repellenti può essere una strategia efficace per ridurre l’esposizione a questi vettori e proteggere di conseguenza la salute di coloro che sono più a rischio.

Susanna Esposito: l’importanza della prevenzione

Le zanzare possono rappresentare una minaccia seria solo quando sono portatrici di specifiche malattie infettive. La Presidente della World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders, Susanna Esposito, ha messo in luce la natura delle malattie, come la Chikungunya, dengue, Zika e malaria, che vengono trasmesse all’uomo attraverso le punture di zanzara nei Paesi endemici. Sebbene l’Italia abbia visto casi di queste malattie, la situazione è gestibile grazie a un attento monitoraggio e a misure preventive adeguate. Ad esempio, l’epidemia di Chikungunya nel 2007 in Emilia-Romagna ha portato a un maggiore controllo della zanzara tigre (Aedes albopictus), vettore di questa malattia. Tuttavia, la consapevolezza dei rischi persiste, soprattutto per le donne in gravidanza, in quanto alcune di queste infezioni possono causare gravi conseguenze per il feto. La prevenzione rimane fondamentale e, come evidenziato da Susanna Esposito, a seconda dell’età, sono consigliati diversi tipi di repellenti e precauzioni per evitare punture e reazioni allergiche, soprattutto nei bambini, che possono essere particolarmente sensibili alle punture di zanzara.

Stefano Venier a “Repubblica”: non c’è sostenibilità senza sicurezza energetica, focus sull’intervista

La vision di Snam sul futuro dell’energia nell’intervista di “Repubblica” all’AD e Stefano Venier: “Non c'è sostenibilità senza sicurezza energetica. Per arrivarci occorrono diversificazione delle fonti e infrastrutture adeguate in un contesto di innovazione tecnologica”.

 Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam

Stefano Venier: il gas accompagnerà le rinnovabili per avere energia programmabile

Per l’AD di Snam Stefano Venier il futuro dell’energia è nelle “nuove tecnologie dell’idrogeno e della cattura della CO2”. Lo spiega in un’intervista a “Repubblica” pubblicata lo scorso 30 luglio: al centro le sfide epocali che il mondo deve affrontare oggi, la questione climatica e il contrasto all’inquinamento. L’invito dell’AD è ad “abbandonare il prima possibile il carbone, il combustibile più inquinante” e ad accelerare nella transizione energetica. Per riuscirci è necessario “avere la stessa competitività di costi e di qualità” ma occorre anche “energia che è possibile programmare e che non sia intermittente”. In questo a giocare un ruolo fondamentale è il gas che “accompagnerà le rinnovabili per avere energia programmabile”. Importante poi, osserva Stefano Venier nell’intervista, è “trovare modelli di sostenibilità per tutti i Paesi, soprattutto per chi consuma più idrocarburi”. È anche attraverso un uso più consapevole delle risorse che si porta avanti la decarbonizzazione: “Voglio ricordare che l'Overshoot Day, il giorno in cui si consumano tutte le risorse della terra che è possibile rigenerare, cade sempre prima. Un elemento sul quale negli ultimi due anni abbiamo perso un po' di attenzione. L’obiettivo della carbon neutrality dovrebbe essere raggiunto al 2050 e nel 2060 per Cina e India. Ma non sarà un percorso lineare”. L’AD di Snam su “Repubblica” pone l’attenzione anche sul valore della "affordability" del sistema: “Non c'è sostenibilità senza sicurezza energetica. Per arrivarci occorrono diversificazione delle fonti e infrastrutture adeguate in un contesto di innovazione tecnologica”.

Stefano Venier: il futuro appartiene alle nuove tecnologie dell’idrogeno e della cattura della CO2

Nell’intervista a Stefano Venier, AD di Snam, emerge chiaramente la rilevanza della sfida che abbiamo davanti: “Compiere una transizione nella metà del tempo di quella precedente, in un ambito economico più complesso e coinvolgendo il doppio della popolazione”. Tuttavia “al momento i nuovi vettori energetici non sono ancora competitivi: la transizione è quasi interamente spinta dalle scelte politiche e non da fattori economici. E gli ostacoli sono sempre in agguato”. Un quadro complesso in cui si inseriscono le nuove tecnologie dell’idrogeno e della cattura della CO2: “Mai come in questo momento, per agire nella direzione della decarbonizzazione bisogna essere agnostici dal punto di vista tecnologico. L’idrogeno è una opzione, su cui si sta puntando molto, soprattutto in Europa, Usa e Middle Fast. E penso che vada perseguita”. In merito l’AD si sofferma anche sulla necessità di “infrastrutture per il trasporto adeguate, adattate alle caratteristiche di ogni singolo Paese, a seconda se c'è grande disponibilità di rinnovabili oppure se vengono realizzate dove c'è grande domanda di gas”. E in questo l’Italia, come è avvenuto con il suo riposizionamento nel mercato del gas, può essere un hub nel Mediterraneo per il passaggio in Europa dell’idrogeno che verrà prodotto dalle rinnovabili nel Nord Africa: “È uno dei cinque corridoi strategici Ue che vedono il coinvolgimento di vari operatori e di cui noi facciano parte. Ed è il corridoio che ha potenzialmente i costi di trasporto inferiori grazie al recupero delle infrastrutture esistenti”, evidenzia Stefano Venier. L’Italia ha le capacità tecniche e le strutture giuste per diventare un leader europeo nella sfida della transizione.

giovedì 3 agosto 2023

Gruppo FS: focus sul Piano Industriale 2022-2031 nell’intervista all’AD Luigi Ferraris

L’AD Luigi Ferraris ha posto in risalto gli obiettivi del Piano Industriale del Gruppo FS, una programmazione di lungo periodo che guarda all’ammodernamento del Paese.

 Luigi Ferraris

Luigi Ferraris: mobilità collettiva e logistica per lo sviluppo sostenibile del Paese

Strategie, risorse e obiettivi coordinati in una vision di lungo periodo e sostenuta da un ampio piano di investimenti. Si può riassumere così quanto messo in campo dal Gruppo FS, realtà guidata dall’Amministratore Delegato Luigi Ferraris, e posto nero su bianco negli indirizzi del Piano Industriale 2022-2031. L’AD ne ha illustrato la strategia in un’intervista rilasciata a “Fortune Italia”, occasione per fare il punto sui progetti strutturati dal Gruppo: tra questi, infrastrutture, innovazione, digitalizzazione e opportunità di lavoro. “Puntiamo a far sì che mobilità collettiva e logistica diventino volani di uno sviluppo sostenibile del Paese e strumenti di una maggiore coesione territoriale e sociale”, ha dichiarato l’AD Luigi Ferraris: “Quanto alle priorità, il nostro Piano Industriale metterà a terra risorse finanziarie provenienti da fonti diverse e con differenti scadenze temporali. Gli investimenti del PNRR è noto che traguardano non oltre il 2026, quelli di Piano al 2031”. Efficienza e innovazione sono le parole chiave: “In ogni caso le priorità assolute sono il mantenimento in efficienza dei treni e delle infrastrutture ferroviarie e stradali, con un loro progressivo ammodernamento tecnologico, grazie alla digitalizzazione e alla connettività, così da migliorarne le prestazioni, l’affidabilità e l’attrattività”, ha rimarcato l’AD nell’intervista.

Luigi Ferraris: investimenti su scala nazionale supportati anche dal PNRR

Come evidenziato dall’AD Luigi Ferraris, l’attenzione del Gruppo FS è massima anche nel distribuire gli investimenti in maniera omogenea a livello nazionale, con “opere ferroviarie in via di completamento come la Napoli-Bari e la Palermo-Catania-Messina, o in fase avanzata di progettazione e in avvio come la Salerno-Reggio Calabria AV”. Questo nell’ottica di “porci a servizio degli ulteriori progetti che il Governo programmerà per colmare il gap infrastrutturale con il Nord Italia”. Altro punto importante – lo ha ricordato Luigi Ferraris in diversi frangenti – è quello di pianificare le opere “a vita intera”, ovvero valutandole nel loro insieme sia a livello progettuale che temporale. L’AD ha infatti sottolineato che “occorrerebbe anche iniziare a progettare e realizzare le nuove infrastrutture considerandole nella loro ‘vita intera’, assicurando così i flussi finanziari necessari a completarle in tempi certi. A giovarne sarebbe la pianificazione dei fabbisogni di materiali, macchinari e competenze e gli investimenti su tutto l’indotto”. Per quanto concerne il PNRR, invece, l’AD ha osservato come questo marchi “un cambio di passo” con “una nuova stagione che sono certo sarà sostenuta da altri provvedimenti per semplificare e accelerare gli iter approvativi e l’affidamento degli appalti”. Con un 45% di risorse destinato al Sud, il PNRR punta allo sviluppo dell’intero Paese: “L’Alta Velocità come i collegamenti Est-Ovest, le linee regionali, l’upgrading delle linee per far circolare treni merci a standard internazionale, le connessioni con porti e aeroporti, l’estensione del sistema di distanziamento di ultima generazione ERTMS su 3.400 km di linee entro il 2026”.

Serenissima Ristorazione, l’Assemblea dei Soci approva il bilancio: risultati in crescita

L’Assemblea dei Soci di Serenissima Ristorazione ha approvato il bilancio di esercizio del 2022, confermando il trend di crescita per il leader della ristorazione collettiva.

Serenissima Ristorazione

Il bilancio 2022 di Serenissima Ristorazione: risultati positivi in tutti i principali indicatori


Un fatturato consolidato di 457.592.092 euro (+12,26%), un Ebitda di 25.199.647 euro (+10,6%), un utile netto di 10.143.555 euro (+18,2%) e un patrimonio netto di 114.026.671 euro: sono questi i numeri raggiunti da Serenissima Ristorazione nel 2022. Risultati positivi, dunque, che attestano la resilienza e la solidità del Gruppo, il quale ha saputo reagire da top player alle difficoltà che hanno caratterizzato lo scorso anno. “Il settore della ristorazione – osserva Tommaso Putin, Vicepresidente del Gruppo – è stato uno dei più colpiti dall’incessante incremento del costo delle materie prime, che ancora non ha visto un assestamento, e dal drastico aumento dei costi energetici, conseguenza diretta del conflitto Russia-Ucraina che dura ormai da un anno”. A cui si aggiungono gli “strascichi inevitabili della pandemia che per tre anni ha messo in ginocchio l’intero comparto”. Ciononostante, il leader della ristorazione collettiva ha chiuso il 2022 in positivo, “sia in termini di crescita dimensionale sia dal punto di vista della redditività”.

Investimenti, flessibilità e razionalizzazione dei processi produttivi: gli elementi della crescita di Serenissima Ristorazione


I risultati del nostro Gruppo – aggiunge il Vicepresidente – non sarebbero stati possibili senza i nostri collaboratori che, ad oggi, sono più di 10.000. L’impegno e la dedizione profusi per l’azienda sono stati il motore che ci hanno permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati, consentendoci di superare le difficoltà e di confermare la posizione dell’Azienda sul mercato”. Ad influire positivamente sulla crescita della società sono stati soprattutto i costanti investimenti in innovazione e formazione, la flessibilità e la razionalizzazione dei processi produttivi, così come l’integrazione e la diversificazione nel modello di business. Sono questi gli elementi che hanno permesso a Serenissima Ristorazione di mantenere una crescita costante, anche in periodi difficili come quelli dell’ultimo periodo. “L’impegno, ora, – conclude Tommaso Putin – è quello di proseguire lungo questo percorso di crescita, con un piano industriale che prevede di raggiungere i 500 milioni di euro di fatturato nel 2023, con investimenti per oltre 30 milioni di euro, per nuove acquisizioni e per il potenziamento della nostra capacità produttiva”.

mercoledì 2 agosto 2023

Claudio Descalzi: Eni si rafforza in Indonesia, i progetti in via di sviluppo

L’AD di Eni Claudio Descalzi: “Ciascuna delle nostre iniziative strategiche contribuirà al conseguimento di quella forte progressione verso i risultati di cui ci siamo dati obiettivo nel piano”.

 Claudio Descalzi (Eni)

Claudio Descalzi: Eni si rafforza in Indonesia, acquisite le attività di Chevron  

L’AD Claudio Descalzi, nel fare il punto sui risultati del primo semestre 2023 presentati lo scorso 28 luglio, ha sottolineato il valore che stanno portando le iniziative di trasformazione strategica. E il 2023 ha registrato ulteriori significativi avanzamenti. Basti pensare ad esempio a una delle più recenti: l’acquisizione delle partecipazioni (inclusa l’Operatorship) di Chevron nei blocchi Ganal PSC (Chevron 62%), Rapak PSC (Chevron 62%) e Makassar Straits PSC (Chevron 72%), nel bacino di Kutei, East Kalimantan, nell’offshore dell’Indonesia. È un’operazione che ha un significato particolarmente importante se si considera l’impegno che Eni porta avanti nell’ottica di garantire la sicurezza energetica e al contempo di non arretrare nel percorso per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, come ricordato anche in diverse occasioni dall’AD Claudio Descalzi. L’acquisizione annunciata nei giorni scorsi è infatti pienamente in linea con la strategia di transizione energetica della società, della quale il gas e il GNL rappresentano pilastri fondamentali, per aumentare la quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030, contestualmente con la domanda mondiale di energia accessibile, a basse emissioni di carbonio e conveniente. L’operazione in Indonesia, oltre a rafforzare la posizione di Eni, permetterà infatti di accelerare lo sviluppo del progetto a gas di Gendalo e Gandang, parte dell’Indonesia Deepwater Development (IDD) nel Ganal PSC, vicino alla FPU di Jangkrik, con riserve di gas stimate in circa 2 TCF (trilioni di piedi cubi).

Claudio Descalzi: l’acquisizione di Neptune Energy e i principali sviluppi di business

Eni, guidata da Claudio Descalzi, in Indonesia ha un solido track record di successi nello sviluppo del gas: allo sviluppo del progetto a gas di Gendalo e Gandang si aggiungono anche il giacimento a gas in produzione di Bangka, le scoperte di Gehem e Ranggas e il “significativo potenziale esplorativo compreso anche nella parte settentrionale dell’asset, che rappresentano quindi un importante, ulteriore consolidamento delle attività di Eni nell’area dell’East Kalimantan”. L’acquisizione delle attività di Chevron segue le operazioni chiuse di recente da Eni e che ne impreziosiscono il primo semestre 2023, come sottolineato dall’AD Claudio Descalzi: “Oltre a espandere la nostra capacità di bioraffinazione con la JV di Chalmette negli Stati Uniti e all’acquisizione di Novamont nella chimica verde, a giugno abbiamo annunciato l’acquisizione di Neptune Energy. Il portafoglio di Neptune, focalizzato sul gas, complementare a livello geografico/operativo a quello Eni e a ridotto profilo di emissioni operative, rappresenta una eccezionale combinazione rispetto ai nostri obiettivi di medio/lungo termine, e comporterà significativi benefici operativi e finanziari. Ciascuna delle nostre iniziative strategiche contribuirà al conseguimento di quella forte progressione verso i risultati di cui ci siamo dati obiettivo nel piano”. Neptune Energy annovera inoltre una presenza significativa in Indonesia incentivando una ottima integrazione con le operazioni di Eni nel Kalimantan orientale.

martedì 1 agosto 2023

Renato Mazzoncini (A2A): “Con gli strumenti tradizionali non si arriva al net zero”

Renato Mazzoncini ha preso parte allo “Young Innovators Business Forum” a Milano, dove ha parlato delle sfide della transizione energetica e delle iniziative messe in campo da A2A.

Renato Mazzoncini

Rinnovabili e ciclo dei rifiuti per il net zero al 2050: il messaggio di Renato Mazzoncini

In occasione del “Young Innovators Business Forum”, tenutosi nella sede di Borsa Italiana a Milano, Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato di A2A, ha illustrato la strategia della Life Company per affrontare le sfide per la salvaguardia dell’ambiente   e il “cuore delle nostre attività” che sono energie rinnovabili, economia circolare e innovazione disruptive. “Serve tanta innovazione perché dobbiamo fare i conti con il climate change e con l’Earth Overshoot Day – quindi con il fatto che stiamo finendo troppo presto le risorse del pianeta. Senza dimenticare i conflitti in corso che coinvolgono 2 miliardi di persone in tutto il mondo”, ha ricordato Renato Mazzoncini a latere dell’evento. Con gli strumenti tradizionali il net zero al 2050 rischia di rimanere un miraggio: accelerare sullo sviluppo delle rinnovabili e chiudere il ciclo dei rifiuti è per il manager l’unica strada percorribile.

Renato Mazzoncini: “L’innovazione richiede disruption, A2A in campo con startup e call for ideas

Se è vero che “si può innovare per tutta la vita”, per fornire un deciso impulso al percorso di transizione è necessario il coinvolgimento dei giovani: “Certamente hanno una capacità di disruption maggiore e da loro è normale aspettarsi spinte innovative – ha detto Renato Mazzoncinilo Young Business Forum è veramente l'ecosistema fondamentale per riuscire a inserire quella discontinuità necessaria per arrivare ad affrontare le grandi sfide che abbiamo di fronte”. Da anni A2A ha adottato con successo un approccio “open innovation” supportato da ingenti investimenti destinati alla trasformazione digitale: “Ci serve tanta innovazione – ha ribadito il manager – e la facciamo sia con le start-up a livello mondiale sia con i nostri interni. Inoltre tutti gli anni lanciamo delle call for ideas che portano idee importanti”. Ad oggi sono oltre 800 le collaborazioni avviate dalla Life Company con le startup, mentre sono 23 le challenge lanciate da gennaio 2022 a oggi.