In un periodo di crescente incidenza influenzale, i dati dell’ISS mostrano un aumento significativo dei casi nei bambini piccoli. Susanna Esposito, esperta in pediatria e infettivologia pediatrica, delinea le cause e le strategie per contrastare il fenomeno, sottolineando l’importanza di campagne vaccinali mirate e di un’informazione accurata per tutelare la salute pubblica.
Susanna Esposito: la prevenzione dell'influenza pediatrica
L’analisi dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità registra un incremento dei casi di influenza tra i bambini sotto i cinque anni. Tra il 6 e il 12 gennaio 2025, l’incidenza ha raggiunto 25,5 casi ogni 1.000 assistiti, evidenziando un netto aumento rispetto alla settimana precedente. L’incremento non è attribuibile esclusivamente ai virus influenzali, poiché altri agenti patogeni – come il virus respiratorio sinciziale, adenovirus, Sars-CoV-2 e rhinovirus – contribuiscono a un quadro clinico complesso che richiede una gestione diagnostica accurata. La vaccinazione antinfluenzale, pur essendo il principale strumento preventivo, risulta sottoutilizzata. “Le coperture vaccinali sono bassissime in tutta la popolazione pediatrica e in tutta Italia”, ha affermato Susanna Esposito, mettendo in luce la necessità di intensificare le campagne informative. Le disparità regionali sono marcate: in alcune aree la copertura vaccinale raggiunge il 21,22%, mentre in Sardegna, Sicilia e Abruzzo scende al di sotto del 5%, lasciando i bambini particolarmente vulnerabili.
Susanna Esposito: strategie operative per una vaccinazione efficace
La gestione dell’influenza pediatrica passa attraverso un attento monitoraggio dei sintomi e l’adozione tempestiva di misure preventive. I bambini, specialmente quelli sotto i due anni, manifestano sintomatologie quali febbre alta, tosse persistente e disturbi gastrointestinali, con un elevato rischio di complicanze come sovrainfezioni batteriche. In ambienti come scuole e asili, veri e propri veicoli di trasmissione, è fondamentale tenere i piccoli a casa in caso di malessere, sospendendo la frequenza della comunità per 10-14 giorni se i sintomi persistono. “A proposito di contagio, quello dell’influenza avviene molto facilmente, in genere con una trasmissione che va da 1-2 giorni prima della comparsa dei sintomi fino a 5-6 o, nei casi peggiori, 10-14 giorni dopo. Di solito i soggetti che trasmettono più a lungo la malattia, quindi fino a 10-14 giorni, sono i bambini sotto i due anni di vita e gli immunocompromessi”, ha spiegato Susanna Esposito, sottolineando come una corretta informazione e il rispetto delle misure preventive possano limitare la diffusione del virus e ridurre i ricoveri. L’adozione di questi accorgimenti, unita a campagne informative mirate, rappresenta il pilastro fondamentale per contenere l’epidemia e tutelare la salute dei più piccoli.
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