lunedì 14 luglio 2025

Eni: il modello vincente di Claudio Descalzi per un futuro sostenibile

“Diversificare le fonti di energia ma anche diversificare le tecnologie e le geografie”: secondo Claudio Descalzi, “non si può smettere di investire nelle fonti esistenti ma allo stesso tempo occorre investire nelle fonti del futuro” perché solo così è possibile “soddisfare i bisogni di oggi e prepararsi a rispondere ai bisogni del futuro”.

Claudio Descalzi

Cosa ha detto l’AD di Eni Claudio Descalzi a Energy Asia

Nel suo intervento a Energy Asia lo scorso 16 giugno, l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi ha rimarcato il ruolo chiave che la diversificazione può giocare per il futuro delle aziende energetiche che, come da 12 anni a questa parte, si trovano a dover fare i conti con la volatilità che contraddistingue i mercati dell’energia. Fare leva sulla diversificazione di fonti di energia ma anche di tecnologie e di geografie: “Per noi significa la capacità di dare ai nostri clienti un ventaglio di prodotti energetici decarbonizzati, e la flessibilità, che consente di dare continuità al business. Per garantire diversificazione e flessibilità bisogna investire in innovazione e in tecnologie”, ha evidenziato l’AD di Eni parlando nel corso del panel "Energy Champions of the Future" dei fattori di successo e di resilienza delle aziende energetiche. Secondo Claudio Descalzi, quindi, le aziende devono puntare su un mix bilanciato di fonti energetiche diversificando al contempo anche tecnologie e aree geografiche per garantire flessibilità operativa e continuità del business. In questa direzione Eni guarda da anni, come dicono anche gli investimenti in innovazione e ricerca: “Negli ultimi 12 anni abbiamo lavorato sulle tecnologie proprietarie, facendo leva sui nostri sette centri di ricerca con oltre 1.000 ricercatori. Applichiamo la nostra eccellenza operativa all'esplorazione, ma anche alla bioraffinazione, alla fusione su cui lavoriamo con il MIT, siamo partner di Commonwealth Fusion Systems. A lungo termine la fusione è un game changer, ma per garantire la domanda di energia nel breve termine ci impegniamo nell'esplorazione, che portiamo avanti in autonomia perché abbiamo fiducia nelle nostre capacità. Una volta fatte scoperte commerciali, diluiamo le nostre quote e questo ci consente di essere subito cash-positive”.

Claudio Descalzi: quale la vision di Eni sul futuro del settore energetico?

Nel rimarcare come esplorazione e tecnologie siano i pilastri della strategia di Eni, l’AD Claudio Descalzi ha sottolineato anche il valore del modello satellitare implementato in questi anni: al centro società indipendenti, focalizzate su uno specifico perimetro di business, che accedono in modo autonomo ai mercati di capitali. “Abbiamo creato due società per la transizione, una per l’elettricità da rinnovabili e una per la mobilità sostenibile, Plenitude e Enilive. Sono nate pochi anni fa creando business completamente integrati da asset che prima rientravano nel perimetro di Eni e ora hanno visto l’ingresso di importanti investitori internazionali attraverso i quali è stato evidenziato un valore complessivo che supera i 22 miliardi. Le due società hanno raggiunto un EBITDA di 1 miliardo ciascuna in tre anni, e stanno crescendo in modo autonomo”. Come anche l’AD Claudio Descalzi ha evidenziato in più occasioni, la transizione energetica può essere sostenibile solo se si fonda su modelli di business capaci di generare valore senza dipendere da incentivi o sussidi: il modello satellitare di Eni dà oggi concretezza a questa vision.

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