“Attraverso questa operazione Eni acquisisce un portafoglio di elevata qualità e a bassa intensità carbonica, con un'eccezionale complementarità a livello strategico e operativo”: il valore nelle parole dell’AD Claudio Descalzi.
Claudio Descalzi: l’acquisizione presenta una forte complementarità con le attività e la strategia di Eni
Questa operazione, ha commentato l’AD Claudio Descalzi, permette a Eni di acquisire “un portafoglio di elevata qualità e a bassa intensità carbonica, con un’eccezionale complementarità a livello strategico e operativo”. Il riferimento è a quanto annunciato dal Gruppo lo scorso 23 giugno: il raggiungimento, insieme a Vår Energi ASA (“Vår”), dell’accordo per l’acquisizione di Neptune Energy Group Limited ("Neptune"), società indipendente leader nell’esplorazione e produzione, con un portafoglio globale di asset prevalentemente a gas e attività in Europa occidentale, Nord Africa, Indonesia e Australia. “Riteniamo che il gas sia una fonte energetica ponte cruciale per la transizione energetica globale, e siamo impegnati ad aumentare la nostra quota di produzione di gas naturale al 60% entro il 2030”, ha spiegato l’AD Claudio Descalzi: la produzione di Neptune, che contribuirà al portafoglio di Eni prevalentemente con risorse gas, è infatti competitiva in termini di costo e ha un basso livello di emissioni. L’acquisizione presenta una forte complementarità con le attività e la strategia di Eni di fornire alla società energia accessibile, sicura e a basse emissioni, per la quale il gas naturale rimane una fonte importante: “Ci aspettiamo inoltre che questi volumi addizionali di gas garantiscano ulteriori opportunità di ottimizzazione per le attività GGP di Eni. L’operazione aggiungerà circa 4 miliardi di metri cubi di gas da destinare ai consumatori europei”.
Claudio Descalzi: quattro miliardi di metri cubi di gas per i consumatori europei
Come emerge dalle parole dell’AD Claudio Descalzi, l’operazione rappresenta un’opportunità eccezionale per Eni, consentendole di integrare le proprie attività in aree geografiche chiave. La sovrapposizione geografica e operativa è “sorprendente”, ha detto l’AD: “Aumenta la dimensione di Vår Energi, società di cui Eni detiene la maggioranza; apporta una maggiore produzione di gas e ulteriori opportunità CCUS nel Mare del Nord; consolida la posizione di Eni come prima compagnia internazionale in Algeria, fornitore chiave di gas per i mercati europei; incrementa la presenza di Eni nell'offshore dell'Indonesia, con forniture all'impianto di GNL di Bontang e ai mercati nazionali”. Un ulteriore aspetto cruciale dell’operazione è “il basso costo delle nuove forniture e l’incremento di flusso di cassa che porta a Eni”: questo, ha evidenziato l’AD, supporta “il nostro impegno nell’offrire un dividendo attraente e solido e il programma di buyback a sostegno della distribuzione del 25-30% del CFFO ai nostri azionisti”. Rimarcando infine nel suo commento come la natura e le sfide della transizione energetica richiedano una risposta focalizzata, Claudio Descalzi ha ricordato i due aspetti importanti della strategia finanziaria di Eni che questa operazione evidenzia: “La flessibilità e l'opzionalità che la nostra elevata liquidità e il nostro basso leverage offrono, e il nostro innovativo modello satellitare che contribuisce ad accedere a capitali dedicati”.
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