"Lavoriamo assieme per la transizione all'energia pulita": l'Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi racconta ad "Avvenire" l'incontro in Vaticano con Papa Francesco.
Eni al summit in Vaticano sull'emergenza climatica: l'intervista di "Avvenire" all'AD Claudio Descalzi
"Francesco ha inventato con coraggio qualcosa di nuovo e ha raggiunto un obiettivo importantissimo: avvicinare, anche fisicamente, tutte le componenti del mondo dell'energia che possono dare un contributo contro l'emergenza climatica": l'Amministratore Delegato di Eni
Claudio Descalzi commenta ad "Avvenire" l'incontro sull'emergenza climatica organizzato in Vaticano. I big dell'industria petrolifera si sono confrontati con il Pontefice, diversi esponenti del settore finanziario e scienziati autorevoli sulle iniziative più efficaci da intraprendere per contrastare il climate change, anche in relazione ai Sustainable Development Goals dell'Onu: il Papa
"ascoltava, interveniva, rispondeva alle nostre domande" e
"si avvertiva la passione e l'entusiasmo di tutti". Come sottolineato dall'AD
Claudio Descalzi, in occasione dell'incontro sono stati sottoscritti statement relativi al carbon pricing e alla trasparenza delle azioni contro il cambiamento climatico:
"passi importanti" che confermano quanto gli investitori si stiano impegnando a
"riconoscere il valore che stiamo producendo, un valore che non sempre coincide con il profitto a breve termine".
Eni, Claudio Descalzi ad "Avvenire" sull'incontro con Papa Francesco e la lotta contro il climate change
Nell'intervista a "L'Avvenire"
Claudio Descalzi sottolinea come il mondo finanziario abbia scelto "in modo forte" di condividere gli obiettivi che Eni persegue:
"Sanno riconoscere gli sforzi importanti che facciamo dal 2014 sulla decarbonizzazione e vedono il grande contributo che stiamo dando alla transizione energetica: dalla ricerca sulle rinnovabili, per le quali investiamo 3 miliardi di euro nel nuovo piano industriale, allo sviluppo di soluzioni innovative di economia circolare come quelle che sperimentiamo nella bio-raffineria di Gela, che usa olio di palma e olio esausto alimentare". Sul carbon pricing, l'AD di Eni invita a fissare regole internazionali omogenee per evitare il pericolo di delocalizzazioni:
"Rischiamo che chi produce CO2 in Europa, dove le emissioni si pagano, sposti l'attività in aree del mondo dove non ci sono sistemi che le disincentivano. Con il risultato che la CO2 prodotta a livello mondiale non scende". Infine
Claudio Descalzi esorta a riflettere sul divario
"tra chi ha e chi non ha":
"Occorre sviluppare la vicinanza tra i gruppi sociali, perché sono quelle distanze che creano poi i disastri e le guerre. Questa è una necessità etica ed esistenziale". Con il Papa si è parlato della necessità di cambiare il modello di sviluppo:
"Penso all'Africa, dove Eni opera da decenni. Ci sono milioni di africani che non hanno accesso all'elettricità: dobbiamo garantire loro l'accesso all'energia". Una consapevolezza che il gruppo ha maturato prima di altri:
"Siamo probabilmente gli unici a investire 2,5 miliardi di euro per l'accesso all'energia in Africa e abbiamo fatto la scelta coraggiosa di lasciare il gas in molti dei Paesi in cui operiamo per produrre elettricità per la popolazione locale".