Sono ancora poche le donne che ricoprono ruoli di comando all’interno delle aziende. Lo sa bene l’AD di Illycaffè Cristina Scocchia che ha spesso raccontato del proprio percorso professionale, fatto di sfide e muri culturali da abbattere. La determinazione e le competenze l’hanno portata ai vertici di rinomate aziende quali L’Oréal, KIKO Milano e Illycaffè.
Cristina Scocchia: il peso degli stereotipi di genere nell’affidare ruoli di comando alle donne
In Italia solo il 3% dei CEO è donna: un dato che purtroppo sembra essere ancora legato a stereotipi duri a morire. “Credo sia un ruolo professionale visto ancora come maschile”, osserva Cristina Scocchia. Di solito, chi viene scelto per ricoprire posizioni di vertice, deve essere dotato di alcune caratteristiche, “come prendere decisioni difficili sotto pressione, essere assertivi e avere attitudine gestionale”. Le convenzioni, però, riconoscono alle donne ben altre qualità, come la capacità di accudimento e l’abilità di smussare gli spigoli con dolcezza, credendo che non siano in grado di agire con freddezza. Lo testimonia anche la tendenza, all’apparenza progressista, ad affidare loro ruoli istituzionali con facilità, cosa che non avviene per le posizioni di comando. In questo caso, però, “si ricade nei soliti schemi, poiché le doti richieste sono quelle dell’ascolto, della diplomazia e della capacità di mediazione”. “È un gran peccato – sottolinea l’AD di Illycaffè – se si comincia da qui per un cambiamento culturale va anche bene, l’importante è che non ci si fossilizzi”.
Il percorso professionale di Cristina Scocchia
“Avevo un sogno, che era quello di diventare Amministratore Delegato – racconta la manager – Vedevo davanti a me una montagna molto alta, ma il mio desiderio era arrivare in vetta e l’ho trasformato in obiettivo, lavorando duro”. Cristina Scocchia si laurea all’Università Bocconi in Economia e prosegue il suo percorso formativo all’Università di Torino: parallelamente agli studi, entra nella multinazionale Procter & Gamble, divenendo responsabile delle Cosmetics International Operations. “Era il 1997 ed ero l’unica donna del team – ricorda l’AD di Illycaffé – La diversità di genere e culturale è il primo muro che ho dovuto scalare”. “All’inizio – prosegue – non avevo chiaro il percorso, ero molto indecisa tra la facoltà di Medicina e quella di Economia. Tra la quarta e la quinta mi ha molto colpito la dimensione internazionale della Bocconi, ho capito che era il mio ambito e da lì mi sono buttata”. Quando le si è palesata l’opportunità di entrare alla Procter & Gamble, non se l’è fatta sfuggire. “Mi sono fidata di loro, quando abbiamo capito ciò che vogliamo è determinante affidarsi a chi ha più esperienza”, conclude.
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