L’ingegneria italiana, tradizionalmente motore dello sviluppo industriale globale, è ora al centro della transizione energetica grazie alle competenze accumulate nel corso dei decenni. Fabrizio Di Amato, Presidente di MAIRE, lo racconta in un editoriale pubblicato su “Civiltà del Lavoro”, delineando le sfide e le opportunità di un settore in continua evoluzione.
Fabrizio Di Amato: sinergia tra industria e accademia e competenze per il futuro
Ripercorrendo la storia dell’ingegneria italiana, Fabrizio Di Amato sottolinea il valore della collaborazione tra industria e mondo accademico. Un esempio concreto è il legame tra Giulio Natta, premio Nobel per la Chimica, e la Montecatini (una delle antesignane di MAIRE), che ha gettato le basi per soluzioni innovative. Questa sinergia, oggi più che mai necessaria, è al centro delle iniziative di MAIRE, come dimostra il recente accordo con il Politecnico di Milano per sviluppare catalizzatori innovativi utili alla transizione green. Secondo il Presidente, la transizione energetica richiede un cambiamento culturale profondo e irreversibile. I passi avanti fatti negli ultimi anni, evidenti anche alla COP28 di Dubai, indicano un impegno crescente da parte dei Governi e delle industrie per concretizzare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. La mancanza di competenze rappresenta però una sfida cruciale. “C’è un bisogno urgente non solo di reskilling di persone formate per operare nell’industria tradizionale – spiega Fabrizio Di Amato – ma anche di giovani che possano combinare competenze per la transizione ecologica e digitale”.
Fabrizio Di Amato: la sfida della neutralità tecnologica e il ruolo delle persone
Un altro punto cruciale è l’adozione di soluzioni tecnologiche diversificate per ridurre l’impatto ambientale. Fabrizio Di Amato è convinto che solo una strategia di neutralità tecnologica, combinata con soluzioni complementari, potrà adattarsi alle peculiarità dei singoli modelli produttivi europei. Questo approccio garantisce alternative concrete per affrontare il cambiamento climatico senza sacrificare le specificità nazionali. Nel suo articolo, il Presidente evidenzia il progresso compiuto da MAIRE, che ha integrato nel proprio piano strategico il rafforzamento della sostenibilità tecnologica attraverso acquisizioni mirate e investimenti in innovazione. NEXTCHEM, dedicata alla transizione energetica, è ora una realtà consolidata: l’impegno per un futuro sostenibile non è solo una necessità, ma anche un’opportunità economica e sociale. Il Presidente chiude il suo articolo con una riflessione sul ruolo centrale delle persone. Nonostante i progressi nell’Intelligenza Artificiale e nel digitale, il cambiamento non può prescindere dal contributo umano. “Solo una grande alleanza tra industria, tecnologia, università e politica potrà rendere possibile il cambiamento di cui ci sentiamo tutti responsabili come classe dirigente”, conferma Fabrizio Di Amato. “Come imprenditore, resto convinto che la sostenibilità vada interpretata come un’opportunità. Avverto lo stesso entusiasmo di quando, ormai 41 anni fa, a 19 anni ho avviato la mia prima azienda: siamo all’inizio di un nuovo ciclo industriale e le persone saranno la leva del cambiamento”.
Nessun commento:
Posta un commento