Gianni Prandi invita gli italiani a salvare la democrazia riappropriandosi del loro potere di cittadini democratici attraverso la partecipazione ai referendum promossi dalla CGIL e previsti per quest’anno: l’articolo del fondatore di Assist Group su “L’Espresso”.
Gianni Prandi: “Salviamo i referendum”
“Nella nostra democrazia rappresentativa è stato introdotto una sorta di ‘freno d’emergenza’ per avere la certezza che il popolo potesse imporre sempre la sua volontà, anche quando i partiti e il Parlamento avessero smesso di ascoltarlo”, scrive Gianni Prandi nel suo articolo sui referendum, pubblicato su “L’Espresso”. L’imprenditore si rivolge ai cittadini per ricordare loro che la più grande forma di libertà è il voto e che il referendum è uno strumento potentissimo per affermare il proprio potere. L’unico modo per controvertere gli effetti di quella “deriva rinunciataria” testimoniata dal boom di astensioni alle ultime elezioni. “È un potere straordinario – continua il fondatore di Assist Group – tanto temuto dalla partitocrazia da averla spinta a lanciare campagne per invitare i cittadini “ad andare al mare” e non partecipare all’unica consultazione in cui possono scegliere senza demandare il compito ai parlamentari”.
L’invito di Gianni Prandi a partecipare ai referendum del 2025
Nel suo articolo, Gianni Prandi parla del referendum come il “più efficace modello di democrazia diretta”, ovvero “una bacchetta magica offerta ai cittadini per sciogliere i nodi irrisolti e obbligare la classe politica ad affrontare nuovi temi di discussione”. Negli anni ’70, grazie ai referendum, fu possibile imporre diritti fondamentali come il divorzio e l’aborto, mettendo in moto quei processi di trasformazione sociale e politica che hanno poi definito i tratti della società odierna. Oggi, come 50 anni fa, i cittadini possono tornare a esercitare questo loro potere per assicurarsi diritti altrettanto importanti: la sicurezza nei luoghi di lavoro, l’uso adeguato dei contratti di lavoro, una normativa più equa in materia di licenziamenti. L’editoriale che il fondatore di Assist Group ha pubblicato su “L’Espresso” è stato infatti scritto in vista dei quattro referendum abrogativi promossi dalla CGIL e previsti per quest’anno. Nel dettaglio, riguardano l’abrogazione dei licenziamenti del Jobs Act, la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese, l’eliminazione dell’uso indiscriminato dei contratti a termine, l’esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro.
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