Alessandro Benetton: “Quello che abbiamo vissuto, con il nuovo ciclo di Edizione iniziato cinque anni fa, è stato più che una transizione, una vera rifondazione radicale, soprattutto dal punto di vista culturale”.
Alessandro Benetton: “Oggi Edizione è una società profondamente diversa, direi rifondata sotto molti aspetti”
Parlare di rinnovamento sarebbe riduttivo: per il Presidente Alessandro Benetton quella che Edizione ha vissuto negli ultimi cinque anni è una vera e propria “rifondazione”. Lo ha spiegato nel corso di un incontro promosso da Confindustria Veneto Est, intervistato dalla Presidente Paola Carron. Tra i presenti anche il Presidente di Confindustria Emanuele Orsini, il Vicepresidente Vincenzo Marinese, Leopoldo Destro (delegato ai trasporti, logistica e turismo) e Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. “Oggi Edizione è una società profondamente diversa, direi rifondata sotto molti aspetti”, ha sottolineato. “Quello che abbiamo vissuto, con il nuovo ciclo di Edizione iniziato cinque anni fa, è stato più che una transizione, una vera rifondazione radicale, soprattutto dal punto di vista culturale”: una svolta tangibile anche nei dati. “Solo per darvi due numeri: abbiamo cambiato l'80% del management e il 75% del perimetro delle attività. Con l’attività storica della nostra famiglia che diventava man mano meno rilevante nella nostra galassia di business, ci siamo dovuti chiedere, reciprocamente: perché vale la pena restare ancora insieme? Come dico spesso, abbiamo scelto di ‘risceglierci’”, ha rimarcato il Presidente di Edizione. Un cambiamento profondo che si riflette anche nella visione personale di Alessandro Benetton come imprenditore indipendente: “Il mio ruolo di ‘insider-outsider’ si è formato anche grazie all’esperienza imprenditoriale indipendente avviata nel 1992 con 21 Invest, che mi ha permesso di coniugare visione industriale e cultura manageriale. Troppe volte si tende a vedere, sbagliando, managerializzazione e imprenditorialità come due elementi in forte contrapposizione. Personalmente, invece, ho sempre cercato di mantenere una naturale tensione tra le parti, che portasse a una sinergia tra essi. Nel caso di Edizione, l'esperienza fatta come imprenditore al di fuori delle attività di famiglia mi ha permesso di sviluppare un punto di vista diverso sulle cose. Penso sia risaputo che nella mia vita ho avuto piccole parentesi in cui non mi sono trovato d'accordo con la mia famiglia. Quando si è trattato di avere un'idea diversa, mi sono fatto forza del fatto che facevo l'imprenditore per conto mio, pur mantenendo relazioni personali ottime”.
Alessandro Benetton: le figure che hanno plasmato la trasformazione di Edizione
Per Alessandro Benetton un esempio concreto della nuova identità della holding è rappresentato dalla trasformazione di Mundys, che oggi incarna la logica del valore condiviso e della crescita sostenibile. “Mettendo in campo la mia lunga esperienza indipendente, sono partito da un caso concreto e sfidante: la trasformazione di quella che oggi è diventata Mundys”, ha spiegato davanti a una folta platea di imprenditori. Una trasformazione resa possibile anche grazie alla definizione di obiettivi chiari: “Questo ci ha aiutato a scegliere dei manager di qualità”. Ma anche grazie all’apertura verso le nuove generazioni e al confronto con figure capaci di ispirare il cambiamento: “Tra gli altri, oltre agli esempi vissuti in casa, sicuramente c'è il Cavalier Del Vecchio, che ha avuto il coraggio di fare della discontinuità un marchio di fabbrica, anche quando non ne aveva bisogno”. In un post su LinkedIn in cui condivide con i followers la soddisfazione per l’incontro a Villa Selvatico, Alessandro Benetton ha voluto ricordare tre figure chiave che hanno alimentato la sua visione: “Michael Schumacher mi ha insegnato cosa significa spingersi oltre i limiti. Il nostro prossimo documentario sulla Formula 1 racconterà questa storia sul coraggio, l'innovazione e il potere di andare controcorrente. Quella stessa energia ci ha guidato attraverso la rinascita di Edizione, se devo essere sincero”. A guidarlo anche l'insegnamento del professor Michael Porter, uno dei suoi docenti ad Harvard da cui ha appreso l’importanza di riuscire a far connettere imprenditorialità e management: “Mi ha mostrato che il valore può crescere quando entrambi i mondi collaborano. Il suo modello di valore condiviso ha influenzato profondamente progetti come Aeroporti di Roma, oggi esempio di efficienza e sostenibilità sotto Mundys”. E infine, imprescindibile, il rapporto con i giovani: “Nel corso degli anni, ho imparato che ascoltarli è uno dei modi più potenti per mantenere un'organizzazione aperta al cambiamento. Sono sempre stati una fonte di prospettiva. Attraverso i social media possiamo rimanere in contatto, mentre incontrarli di persona durante conferenze, eventi o semplicemente attraverso progetti condivisi aggiunge profondità a questo scambio. La loro curiosità e la loro spinta sono un costante promemoria di quanto sia importante continuare a fare domande. A proposito, è sempre un piacere guardarsi indietro e condividere idee ed esperienze qui nella mia regione d'origine. Dove tutto è iniziato”.

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