Poco prima che prendesse il via la quinta edizione del Danieli InnovAction Meeting, il CEO Giacomo Mareschi Danieli aveva rilasciato un’intervista a “Il Sole 24 Ore” in cui parlava della trattativa con Metinvest e della posizione di Gruppo Danieli nell’ambito della Green Transition.
Giacomo Mareschi Danieli sulla trattativa con Metinvest
Reduce del successo della quinta edizione del Danieli InnovAction Meeting, la tre giorni di dialogo sull’evoluzione dell’energia che si è tenuta dal 28 al 30 maggio scorso con la partecipazione di oltre 700 tra imprenditori ed esperti dell’acciaio di tutto il mondo, Gruppo Danieli si vede impegnato nella trattativa sull’alleanza con Metinvest. Ne aveva parlato il CEO Giacomo Mareschi Danieli in un’intervista rilasciata qualche giorno prima dell’evento che – aveva raccontato – “abbiamo pianificato per un anno, al quale ha partecipato il 60% della produzione mondiale di acciaio. Abbiamo trattato argomenti diversi, dalle materie prime ai big data, passando per l’automazione e la robotica. Un’ottima occasione per metterci fin da subito al lavoro, insieme, alla nostra visione per il prossimo futuro, nel ricordo di Gianpietro Benedetti e in continuità con la sua capacità visionaria”. Sul capitolo della partnership con la multinazionale ucraino-olandese, il manager aveva ribadito che la trattativa proseguiva e che per fine anno sarebbe previsto l’avvio del finanziamento e la finalizzazione del progetto su Piombino.
Giacomo Mareschi Danieli: Gruppo Danieli è ben posizionato nella Green Transition
La scia della Green Transition, che il CEO Giacomo Mareschi Danieli aveva definito “un trend di lungo periodo” che “durerà ancora molti anni”, Gruppo Danieli sembra cavalcarla alla grande. D’altronde, proprio il manager aveva sottolineato come questa fosse già “nel DNA di un’azienda innovativa come Danieli”. La dimostrazione è da trovare nei risultati economico-finanziari degli ultimi anni. La previsione per questo fine esercizio è di oltre 4 miliardi di ricavi. Secondo il CEO, la spinta al fatturato “è legata al fatto che le aziende oggi investono non più e non solo perché hanno necessità di crescere, ma in un certo senso per sopravvivere in un contesto in rapida evoluzione. Noi siamo ben posizionati e proseguiamo su questa strada, con un portafoglio ordini che nella prima metà dell’esercizio ha già centrato e superato gli obiettivi, oltre i 6 miliardi”. Un altro topic toccato nel corso dell’intervista era stato quello della regionalizzazione dei mercati, accolta dal manager con un certo ottimismo: “Dopo l’ubriacatura globale degli anni passati, ora ogni Paese sta rivalutando l’importanza di un’industria siderurgica locale competitiva e noi siamo pronti ad assecondare questa tendenza”.
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