venerdì 24 gennaio 2025

Pietro Labriola, AD di TIM: regole uguali per Telco e OTT

La riflessione di Pietro Labriola, Amministratore Delegato di TIM, evidenzia come il settore delle telecomunicazioni, vero pilastro della digitalizzazione, richieda un quadro normativo equo che coinvolga anche gli OTT (over-the-top), ovvero realtà come Netflix, WhatsApp e YouTube.

Pietro Labriola

Telco e OTT, Pietro Labriola: puntare verso l’equilibrio

Per raggiungere innovazione, sostenibilità economica e progresso tecnologico è necessario che la digitalizzazione e le attività delle telecomunicazioni passino attraverso un contesto di regole eque e valide per tutti. Si potrebbe riassumere così l’editoriale pubblicato su Linkedin da Pietro Labriola, AD di TIM, che approfondisce alcune tematiche connesse all’attuale scenario Telco. Tra queste, le dinamiche in corso a livello internazionale, l’innovazione tecnologica e la presenza o meno di regole equilibrate per tutti. La riflessione dell’AD prende le mosse richiamando il concetto di ‘distruzione creatrice’ di Joseph Schumpeter, fenomeno che ha rivoluzionato diversi settori in passato – dall’industria ai trasporti – introducendo soluzioni efficienti. Tuttavia, “la competizione era generalmente più equa, poiché gli attori del mercato si trovavano ad affrontare condizioni simili”, come specificato da Pietro Labriola. Ma tale principio è ancora valido oggi? Per l’AD di TIM il quadro moderno non è paragonabile e, nello specifico delle telecomunicazioni, assistiamo a “una netta divisione tra operatori tradizionali e newcomer o OTT”: i primi sono soggetti a normative rigide e costi infrastrutturali, competendo con OTT globali “come Netflix, WhatsApp e YouTube, che operano in un regime normativo più flessibile, sfruttando le infrastrutture delle telco senza contribuire proporzionalmente ai costi. Questo crea un vantaggio competitivo asimmetrico”.

Le proposte di Pietro Labriola per standard di mercato uniformi

Tornando sul tema della ‘distruzione creatrice’, Pietro Labriola rimarca come nel settore delle telecomunicazioni sia presente disparità normativa tra gli operatori tradizionali e gli OTT, generando un contesto iniquo in cui si assiste, ad esempio, al fenomeno del ‘free riding’, ovvero utilizzare le infrastrutture senza contribuire ai costi: “Non un vero processo competitivo, ma piuttosto una redistribuzione squilibrata del valore”, sottolinea l’AD nell’intervento. In tal senso, la regolamentazione fatica a tenere il passo dell’innovazione tecnologica creando un vuoto normativo che avvantaggia gli OTT: si pensi al fatto che WhatsApp o Netflix non sono soggetti agli stessi obblighi normativi che coinvolgono invece i servizi tradizionali. Per riequilibrare la situazione, aggiunge Pietro Labriola, “è necessario cambiare rapidamente il paradigma” agendo sulle seguenti priorità: ridurre i vincoli per le Telco nei settori maturi come la telefonia fissa; semplificare la burocrazia per tecnologie come 5G e IoT; applicare standard uniformi di sicurezza e protezione dei dati; regolamentare gli OTT affinché contribuiscano agli investimenti infrastrutturali e di sicurezza. “Solo così sarà possibile bilanciare innovazione, sostenibilità economica e progresso tecnologico, garantendo un ecosistema competitivo e inclusivo”, evidenzia l’AD in conclusione.

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