"Non possiamo voltare le spalle al progresso, ma nemmeno alla realtà". Con queste parole Luca de Meo ha sintetizzato la sfida che attende l'industria automobilistica europea nei prossimi anni. Nella sua recente audizione parlamentare, il CEO di Renault Group ha messo sul tavolo numeri e proposte concrete, delineando un percorso che propone di tenere insieme ambizioni green e sostenibilità economica.
Luca de Meo: le regole UE hanno affossato il mercato delle citycar
La sfida più ardua per l'industria automobilistica europea? Rendere profittevoli le piccole vetture elettriche. È questa “la mia battaglia personale”, come l'ha definita Luca de Meo durante la sua recente audizione alla X commissione Attività Produttive della Camera. Il CEO di Renault Group ha dipinto un quadro preoccupante: tra il 2015 e il 2030, il prezzo di una Clio schizzerà del 40%, con il 90% dell'incremento attribuibile alle normative europee. Le citycar, martellate da 20 anni di regolamentazioni, vedono oggi un prezzo d'ingresso cresciuto del 60% nell'ultimo decennio. Il risultato? Auto del segmento A con un'età media di 14 anni e giovani europei tagliati fuori dal mercato. In Cina comprano auto i trentenni, in Europa i cinquantaseienni. Secondo Luca de Meo, è necessario istituire “una sorta di Airbus delle piccole auto elettriche” per non perdere il primo gradino della scala competitiva. Il settore A rappresenta infatti la base dell'intera piramide: quando crolla, tutto l'edificio vacilla.
Auto elettriche al palo: Luca de Meo chiede zone verdi e meno burocrazia
Il manager non ha usato mezzi termini nell'identificare i problemi strutturali del Vecchio Continente: costi energetici doppi rispetto alla Cina, tripli confronto agli USA. Per assemblare una Renault 5 in Francia, l'elettricità costa quasi il doppio della manodopera, “un problema gigantesco”. La quota elettrica europea si è fermata al 13,6% nel 2024, metà delle previsioni, con l'Italia al 5%. La Germania docet: terminati gli incentivi, la penetrazione dell'elettrico si è dimezzata immediatamente. Le auto elettriche costano il 50% in più dei modelli tradizionali, i tassi d'interesse mordono e la rete di ricarica tocca appena il 20% dell'obiettivo. Luca de Meo ha lanciato una proposta concreta: zone economiche verdi con tariffe energetiche agevolate per attrarre investimenti industriali. Sul fronte normativo, ha sposato in pieno le raccomandazioni di Draghi: oggi il 25% della ricerca finisce sprecato in compliance invece che in innovazione competitiva. “Il costo del fallimento in Europa è dieci volte quello statunitense”, ha osservato, chiedendo uno sportello unico per garantire coerenza tra regolamenti spesso contraddittori, come i Pfas, inquinanti da eliminare ma presenti in batterie e membrane a idrogeno. La standardizzazione del software auto (70% dei costi per componenti invisibili al cliente) e l'armonizzazione delle regole tra le 200 città europee completano la ricetta. Il messaggio finale di Luca de Meo è cristallino: “Non possiamo voltare le spalle al progresso, ma nemmeno alla realtà”. L'Europa necessita di una strategia industriale vera, non di un cumulo di regolamenti.
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