venerdì 14 novembre 2025

L’Italia come hub europeo del riciclo: la visione di Luca Dal Fabbro a Ecomondo

All’interno di un contesto globale in cui la domanda di materie prime critiche cresce rapidamente e le catene di approvvigionamento si fanno sempre più concentrate, l’Italia si trova davanti a una sfida strategica: conquistare una nuova forma di sovranità industriale attraverso il riciclo e la cooperazione internazionale. È questo il messaggio al centro dell’intervento del Presidente Luca Dal Fabbro in occasione della presentazione dello Studio Strategico sulle Materie Prime Critiche 2025, elaborato da Iren e TEHA Group - The European House Ambrosetti, in occasione dell’evento Ecomondo.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: “Con 2,6 miliardi, l’Italia può coprire due terzi del fabbisogno di materie prime

Secondo lo studio, con un investimento mirato di 2,6 miliardi di euro nella filiera del riciclo, l’Italia potrebbe coprire fino al 66% del proprio fabbisogno di materie prime critiche, riducendo così la dipendenza da fornitori esteri e rafforzando la propria competitività industriale. “Il percorso verso l’autosufficienza resta complesso – ha spiegato Luca Dal Fabbroperché l’Italia non dispone di riserve minerarie significative, ma può diventare un hub europeo per il riciclo e il recupero delle materie prime seconde”. Il manager ha individuato due leve principali: partnership internazionali strategiche e investimenti nell’economia circolare, in particolare nel settore dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). L’obiettivo è duplice: garantire sicurezza economica e ambientale e costruire una nuova autonomia industriale europea basata sul riuso delle risorse. I dati del rapporto sono eloquenti. La domanda globale di materie prime critiche è aumentata dell’11% rispetto al 2021 e crescerà di un ulteriore 34% entro il 2030, anche per effetto dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e dei data center, che da soli aggiungeranno un +10% di fabbisogno. Nel 2024, l’86% della raffinazione mondiale è concentrata in soli tre Paesi, un segnale di forte vulnerabilità geopolitica. Per l’Europa, queste materie rappresentano 3,9 trilioni di euro di produzione industriale, pari al 22% del PIL dell’Unione. L’Italia, tuttavia, è la più esposta tra le cinque principali economie europee: il 31% del PIL nazionale, circa 675 miliardi di euro, dipende da settori che utilizzano materie prime critiche. “Una eventuale interruzione delle forniture ha ricordato Luca Dal Fabbro metterebbe a rischio fino a 88 miliardi di euro di produzione industriale nel nostro Paese”.

Luca Dal Fabbro: il Piano Mattei e la rotta africana del riciclo

In questo scenario, il Piano Mattei può diventare, secondo Luca Dal Fabbro, l’occasione per costruire una nuova autonomia industriale, creando una filiera di cooperazione con i Paesi africani. Il potenziale di recupero dei rifiuti elettronici nel continente africano supera 1,5 milioni di tonnellate l’anno, e il Nord Africa potrebbe trasformarsi in un partner strategico per la valorizzazione delle materie prime critiche, con un valore economico stimabile in 2,5 miliardi di euro. Il Presidente di Iren ha anche commentato la proposta di una “tassa RAEE” avanzata dalla Commissione europea, definendola “un simbolo del costo del non fare”. Un onere di 2,6 miliardi di euro l’anno che, se reinvestito nella filiera del riciclo, potrebbe consentire di coprire due terzi del fabbisogno nazionale di materie prime e valorizzare materiali per 1,7 miliardi di euro oggi dispersi. Secondo Luca Dal Fabbro, Iren può diventare un catalizzatore di innovazione sostenibile, guidando il cambiamento verso una industria più resiliente, circolare e cooperativa. “Le opportunità future – ha quindi concluso – passano da due strade parallele e complementari: la cooperazione industriale internazionale e lo sviluppo dell’economia circolare. Solo investendo su entrambe potremo garantire all’Italia sicurezza economica, ambientale e strategica”.

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