lunedì 30 giugno 2025

Ispirazione e progettualità: cosa ci insegna “Mai fermi”, il nuovo libro di Alessandro Benetton

In “Mai fermi”, Alessandro Benetton con uno stile diretto e autentico propone un manifesto di progettualità umana per chiunque voglia vivere con consapevolezza il cambiamento e guardare avanti, senza mai restare fermo.

Alessandro Benetton

Dentro il nuovo libro di Alessandro Benetton

Se con “La Traiettoria” Alessandro Benetton si proponeva, attraverso il racconto della sua storia professionale e delle esperienze di vita, di ispirare i lettori e le nuove generazioni in particolare a disegnare la loro traiettoria, in “Mai fermi” li invita a riflettere su come il cambiamento possa diventare una leva di trasformazione e quindi a muoversi di conseguenza anche apprendendo dalle esperienze altrui con empatia. Nel nuovo libro, l’elemento autobiografico si accompagna a un più ampio sguardo sul mondo e sulle personalità che più hanno contribuito a influenzarne il corso: al centro infatti ci sono alcuni dei “maestri” che più lo hanno ispirato nel suo percorso professionale. Dal mondo dell’imprenditoria all’arte, fino allo sport: icone di creatività e innovazione. Tra loro anche i figli: un legame profondo che Alessandro Benetton racconta nel libro offrendo uno sguardo intimo e al tempo stesso universale sul valore delle relazioni.

Chi sono le personalità che Alessandro Benetton racconta nel libro

Avere dei ‘maestri’ è importante quando si è in una fase di transizione e bisogna trovare il modo di restare in equilibrio, come chi viaggia in bicicletta. Io ne so qualcosa: ho sempre considerato il movimento una forma di stabilità, e volevo che il titolo ne parlasse”, ha raccontato al “Corriere della Sera” Alessandro Benetton in merito alle storie di vita straordinarie che racconta in “Mai fermi”. Leggende come Michael Schumacher, Andy Warhol e Amadeo Giannini ma anche i surfisti Kelly Slater e Bethany Hamilton, l’artista e stilista Emilie Flöge, l’architetto Tadao Andō. Nel libro emerge il filo conduttore che lega queste esistenze: determinazione, visione e resilienza nell’affrontare il cambiamento. Il lettore viene accompagnato in un viaggio tra storie di coraggio e innovazione da cui può trarre strumenti utili per la propria crescita personale e professionale.

“La connessione che manca”: il podcast di Pietro Labriola, AD di TIM

L’AD di TIM Pietro Labriola trasforma il suo libro "La connessione che manca" in un podcast. Al centro un messaggio chiave: “Senza reti solide e sostenibili, il digitale si ferma. E se si ferma il digitale, si ferma l’Italia”.

Pietro Labriola

“La connessione che manca” di Pietro Labriola: da libro a podcast

Nato come un libro in cui l’Amministratore Delegato di TIM analizza il settore delle telecomunicazioni per spingere cittadini, imprese e istituzioni a una riflessione su reti, infrastrutture digitali e sviluppo del Paese, “La connessione che manca” è diventato un podcast. “Lavoro nelle telecomunicazioni da quasi 30 anni. Le ho viste crescere, esplodere, innovare. Le ho viste creare valore, connettere persone, rivoluzionare abitudini. Ma oggi, con la stessa onestà con cui guardo i risultati di un bilancio, devo dire che il settore è in crisi. Una crisi silenziosa, che non fa notizia, ma che riguarda tutti. Sì, perché senza reti solide e sostenibili, il digitale si ferma. E se si ferma il digitale, si ferma l’Italia. È così semplice. Ma quasi nessuno lo dice chiaramente.”, scrive Pietro Labriola nella prefazione del testo. Pubblicato su LinkedIn e scritto con un tono diretto e un approccio divulgativo, il suo contenuto è indirizzato non solo a manager, investitori e politici, ma anche al “ragazzo che studia con lo smartphone, il genitore che lavora in smart working, l’imprenditore che affida tutto ai dati”. Gli stessi temi trattati nel libro vengono quindi ripresi e amplificati grazie al nuovo formato audio.

La voce di Pietro Labriola sintetizzata dall’IA

In ogni episodio del podcast vengono affrontati i nodi chiave che influenzano il futuro del comparto, dall’evoluzione del settore alle fragilità sistemiche, dalle rigidità normative alle difficoltà di investimento. Un racconto che si trasforma in un invito per chiunque utilizzi il digitale ad agire. Al centro un messaggio ben chiaro: “Senza infrastrutture di rete solide e sostenibili, l’intero ecosistema digitale rischia di fermarsi”, con tutte le relative conseguenze che andrebbero a interessare la scuola, il lavoro e i servizi pubblici. In sostanza, il Paese. Il progetto è stato realizzato con il supporto dell’Intelligenza Artificiale, che è stata utilizzata sia per semplificare e riorganizzare i contenuti del libro, sia per dare la voce al podcast. La narrazione è frutto, infatti, di un sistema avanzato di sintesi vocale che riproduce il tono, il ritmo e l’intensità della voce di Pietro Labriola. Il podcast, che fonde esperienza diretta e innovazione tecnologica nel tentativo di innescare un cambiamento essenziale per il futuro delle tlc, è stato prodotto da 731Lab.

venerdì 27 giugno 2025

Ares Ambiente, responsabilità sociale e trasparenza al centro del modello aziendale

Ares Ambiente rafforza il proprio impegno verso la responsabilità sociale d’impresa, abbracciando un approccio etico e trasparente che coinvolge l’intera organizzazione e tutti gli stakeholder.

Ares Ambiente

Il modello gestionale di Ares Ambiente

L’azienda, specializzata nella gestione dei rifiuti, continua a distinguersi per un modello gestionale orientato al miglioramento continuo e alla qualità certificata dei servizi offerti. Al centro della strategia di Ares Ambiente vi è la volontà di sottoporsi a verifiche periodiche da parte di soggetti terzi. Un passo importante che consente di attestare il rispetto delle normative vigenti e anche la capacità dell’azienda di rispondere pienamente alle aspettative di clienti, fornitori e comunità locali. Questa trasparenza operativa si traduce in fiducia, valore intangibile ma fondamentale per ogni impresa responsabile. Uno degli strumenti adottati da Ares Ambiente è il Bilancio SA8000, un documento che racconta l’operato aziendale dal punto di vista etico e sociale. Non si tratta di una semplice rendicontazione, ma di un vero e proprio atto di comunicazione dinamica che evidenzia le scelte, i valori e le performance dell’azienda. Il bilancio SA8000 rappresenta un esempio concreto di responsabilità sociale, un modo per costruire relazioni fondate su fiducia, consapevolezza e rispetto.

Sostenibilità e inclusione: Ares Ambiente promuove una cultura aziendale condivisa

L’impegno ambientale del Gruppo si manifesta anche nella dichiarazione ambientale redatta secondo il Regolamento EMAS CE n.1221/2009. Questo documento fornisce una visione trasparente delle attività, dei programmi e degli obiettivi ambientali dell’azienda, offrendo a cittadini e stakeholder uno strumento di informazione chiaro e accessibile. È un ulteriore tassello nella costruzione di una cultura aziendale che considera l’ambiente non come un vincolo, ma come una responsabilità condivisa. La responsabilità sociale di Ares Ambiente si riflette anche nella struttura interna dell’azienda. La divisione precisa di compiti e responsabilità, l’adozione di protocolli operativi ben definiti e la formazione continua dei collaboratori e delle collaboratrici sono elementi centrali di una strategia volta al miglioramento continuo delle performance aziendali. Il Gruppo non limita il proprio impegno alla sfera interna, ma promuove una visione inclusiva che coinvolge dipendenti, fornitori e clienti in un percorso di maggiore consapevolezza. Ogni attore, interno o esterno, è chiamato a contribuire attivamente alla tutela dell’ambiente e alla promozione di pratiche sostenibili. Nessuno escluso. È questa la filosofia che guida Ares Ambiente: un approccio etico, trasparente e partecipativo che mira a generare valore per tutti.

Atitech, la MRO partner di Airbus, Boeing e Embraer

Atitech, leader nel settore MRO in Europa, offre servizi di manutenzione, ingegneria e consulenza tecnica a giganti del comparto aeronautico come Airbus, Boeing e Embraer. Con sede principale a Napoli, opera in 30 aeroporti nel mondo.

Atitech

Atitech, la società campana leader nella manutenzione aeronautica

Atitech è la più grande azienda MRO (Maintenance, Repair and Overhaul) indipendente del mercato EMEA. Guidata da Gianni Lettieri, offre servizi di manutenzione di base e di linea, progettazione e ingegneria aeronautica, nonché attività di officina e consulenza tecnica a oltre 100 clienti tra compagnie aeree, lessor ed enti istituzionali e governativi. L’offerta comprende anche interventi su aeromobili a fusoliera larga, fusoliera stretta e di linea regionale, modifiche di cabina e componenti avionici, sistemi, strutture e motori approvate da EASA Part 21J. Con sede principale a Napoli e una base operativa a Roma, dispone di nove hangar e opera in 30 aeroporti periferici, di cui 21 in Italia e nove all’estero. Attualmente, Atitech collabora con Airbus, Boeing, Embraer e Leonardo. Significativa anche la creazione della Atitech Academy.

La storia di Atitech e l’impegno per la responsabilità sociale

Atitech viene fondata nel 1989 come divisione tecnica di ATI - Aero Trasporti Italiani. Nel 2009, viene acquisita dall’investment company Meridie Investimenti, guidata da Gianni Lettieri. Assunto il ruolo di Presidente e Amministratore Delegato, l’imprenditore napoletano guida l’azienda verso un processo di crescita ed espansione che contribuisce a diversificare il portafoglio di servizi e a consolidare la leadership nel mercato di riferimento. Due delle tappe più significative nell’evoluzione di Atitech sono rappresentate dall’acquisizione dello stabilimento Alenia di Capodichino nel 2015 e dall’acquisizione dell’ex ramo maintenance di Alitalia a Fiumicino. Nel corso degli anni, l’azienda si è inoltre impegnata nell’ambito della sostenibilità ambientale e sociale. Tra le iniziative particolarmente rilevanti in tal senso, figurano l’installazione di oltre 4.000 pannelli solari, un fondo di welfare aziendale per finanziare le spese di istruzione ai figli dei collaboratori e delle collaboratrici, il Natale Solidale e il finanziamento di borse di studio per il Master in Aviation Industry presso l’Università La Sapienza di Roma.

giovedì 26 giugno 2025

Reindustrializzazione, Luca Dal Fabbro: investire in digitale e riciclo per non restare indietro

Nel cuore della crisi geopolitica, mentre le catene globali del valore si accorciano e i venti di deglobalizzazione soffiano con forza, c’è chi intravede un’opportunità di rinascita industriale. È Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren, che nel suo nuovo libro “Proteggere il futuro” (Rubettino Editore) mostra una visione chiara: l’Europa può ancora contare, a patto che ritrovi una direzione strategica.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: onshoring, economia circolare e sicurezza

Per Luca Dal Fabbro, l’onshoring – la rilocalizzazione della produzione industriale in Europa – è una necessità, non un’opzione. La fragilità delle catene di fornitura globali, minacciate da conflitti e instabilità, impone all’Europa di ripensarsi. E l’Italia, seconda potenza manifatturiera del continente, può giocare un ruolo decisivo. “Un terzo della nostra produzione industriale dipende da 20 materiali critici che oggi importiamo. Eppure, molti di questi possono essere recuperati dai rifiuti. Iren, ad esempio, ha un impianto ad Arezzo che estrae terre rare dalle schede elettroniche dismesse – spiega il Presidente – È economia circolare, è sicurezza strategica”. Accanto ai materiali critici, c’è l’urgenza della transizione energetica. Ma secondo il Presidente, serve pragmatismo: “Non possiamo pensare di abbandonare il motore endotermico nel 2035 se prima non creiamo infrastrutture adeguate, come le colonnine o le fabbriche di batterie. Il Green Deal va riorientato, non cancellato”, avverte Luca Dal Fabbro. La soluzione? Investire su ricerca, tecnologie e soprattutto sul potenziale del solare e dell’eolico: “In Italia potremmo installare fino a 100mila megawatt in più, usando nuove pale e pannelli avanzati, magari riconvertendo aree industriali dismesse. Basterebbe il 2% del territorio nazionale”.

Luca Dal Fabbro: “All’Europa serve visione industriale”

Quello che manca al Paese è una visione industriale futura dell’Europa che deve investire in digitale, nuova tecnologia, riciclo e supportare il Piano Mattei per le risorse”, ribadisce. Luca Dal Fabbro si focalizza poi sui bond: “Si parla di bond per la difesa, ma non ci si assicura la pace con i missili. Dove passano le merci non passano i carri armati”, ricorda. “Come spiega la ricerca che Iren ha commissionato all’European House Ambrosetti, un terzo del PIL italiano dipende direttamente da 7/8 materiali critici: impossibile perderli”, aggiunge. Sul fronte del caro energia, il Presidente di Iren punta il dito contro un’eredità pesante. “Abbiamo ereditato un mix energetico svantaggioso – spiega – La Spagna ha un prezzo dell’energia più basso e infatti cresce. Bisogna aumentare le rinnovabili il più possibile, usando l’energia da solare e con il repowering dell’esistente potremmo ridurre in modo considerevole i costi, dando anche ristoro alle famiglie”. Consapevole della necessità di tutelare il paesaggio italiano, Luca Dal Fabbro rassicura: “Non vogliamo deturpare il territorio. Ma senza energia non si può vivere. Dobbiamo usare in modo intelligente le aree dismesse e meno pregiate. La bellezza è una risorsa, ma anche l’energia lo è. E senza una non c’è l’altra”.

mercoledì 25 giugno 2025

SACE: il programma Flex4Future spinge l’utile a 148 milioni nel primo trimestre

Nel primo trimestre 2025, SACE ha registrato un utile di 148 milioni di euro, +9% rispetto al 2024, merito anche del programma Flex4Future che ha introdotto nuove modalità di lavoro flessibile, aumentando la produttività in azienda.

SACE logo

L’utile di SACE sale anche grazie al programma Flex4Future

I risultati raggiunti nel primo trimestre del 2025 da SACE confermano l’efficacia del programma Flex4Future. Avviato nel 2023, ha portato a una profonda riorganizzazione del lavoro in azienda a favore di una maggiore flessibilità, digitalizzazione e dell’adozione diffusa dell’Intelligenza Artificiale. L’implementazione di modelli di lavoro innovativi come lo smart-working activity-based e la settimana lavorativa corta hanno avuto un effetto positivo non solo sul benessere del personale ma anche sulle performance aziendali. Dopo un 2024 già positivo, il Gruppo assicurativo-finanziario controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ha mobilitato, nei primi mesi di quest’anno, oltre 11 miliardi di euro (+40% rispetto allo stesso periodo del 2024), supportando più di 60mila imprese. Sommati agli altri interventi del Piano Industriale 2023-2025, si raggiungono i 124 miliardi di euro, per un impatto di 315 miliardi di euro sul sistema produttivo e oltre 1 milione e 700mila posti di lavoro creati o mantenuti. Una crescita che si riflette anche sui risultati economico-finanziari di SACE, che nella trimestrale ha registrato un utile lordo di 148 milioni di euro (+9% rispetto al 2024). Risultati che, secondo l’AD Alessandra Ricci, attestano “la capacità di SACE di sostenere la crescita del sistema produttivo nazionale anche in un contesto globale complesso”.

SACE tra le prime aziende a sperimentare un modello all’avanguardia

Flex4Future ha proiettato SACE verso un’organizzazione del lavoro che supera i modelli tradizionali. Senza più controlli sulle timbrature, con lo smart working illimitato e la settimana lavorativa di quattro giorni su base volontaria, il Gruppo diventa un esempio di impresa all’avanguardia, capace di adattarsi e prosperare in un contesto che ormai fa fatica ad accettare quel concetto di lavoro a cui erano abituati i nostri nonni. Gli effetti del programma sono stati monitorati dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano. “Noi crediamo fortemente nel binomio benessere e produttività come motore di una crescita sostenibile – ha dichiarato l’AD Alessandra Ricci – SACE Flex4Future è il nostro programma manifesto e i risultati della ricerca dimostrano che avevamo ragione: dare alle persone il potere di decidere quando, dove e con che intensità lavorare sviluppa l’imprenditorialità, migliora il benessere fisico ma anche emotivo, e quindi aumenta la produttività”.

martedì 24 giugno 2025

Pier Silvio Berlusconi: MFE, da realtà italiana a Gruppo europeo dei media

La trasformazione di Mediaset in MFE - MEDIAFOREUROPE rappresenta l’esito di un piano di sviluppo avviato circa 20 anni fa su iniziativa di Pier Silvio Berlusconi. Il progetto ha saputo coniugare esperienza televisiva, innovazione tecnologica e respiro internazionale.

Pier Silvio Berlusconi

MFE, il progetto europeo di Pier Silvio Berlusconi

Concepita e realizzata sotto la guida di Pier Silvio Berlusconi, l’evoluzione di MFE - MEDIAFOREUROPE rappresenta il risultato di una visione industriale di lungo periodo: un cammino iniziato oltre 20 anni fa che ha trasformato un broadcaster italiano in una delle principali realtà del panorama mediatico continentale. Gli elementi distintivi di MFE puntano sull’innovazione, sulla solidità finanziaria e sullo sviluppo internazionale: non a caso, il Gruppo opera oggi su scala europea raggruppando attualmente le attività televisive italiane, spagnole (attraverso Mediaset España) e la partecipazione nella tv tedesca ProSiebenSat.1. I pilastri di tale modello sono molteplici: contenuti ideati per i diversi pubblici nazionali, ottimizzazione delle performance pubblicitarie, adozione di tecnologie avanzate e apertura verso collaborazioni europee. Tutto questo al centro di un sistema crossmediale unico nel suo genere, che testimonia l’obiettivo della nascita del primo vero broadcaster in grado di competere su scala globale. A guidare il percorso è il CEO Pier Silvio Berlusconi, la cui visione si distingue anche per aver avviato una realtà non acquisita da soggetti esteri ma, al contrario, autonoma e con una forte radice italiana.

Pier Silvio Berlusconi: MFE in Europa tra innovazione e autonomia strategica

Dal progetto iniziale di Pier Silvio Berlusconi, nato nel 2021, MFE - MEDIAFOREUROPE ha compiuto una traiettoria di sviluppo puntando su un solido modello crossmediale, basato su diversi canali, piattaforme e iniziative. Progetto che, come evidenziato dal CEO, ha come obiettivo la creazione della prima grande realtà mediatica europea in grado di confrontarsi con i colossi del settore, anche quelli attivi sul web e nello streaming. Per far questo, il CEO ha ideato un sistema crossmediale che unisce linguaggi e strumenti differenti in una strategia sinergica: impostazione che trae forza anche dall’esperienza Mediaset e che consente al Gruppo di rivestire una posizione di primo piano nel settore. Tale modello si caratterizza per la capacità di operare in modo integrato su più canali, adattandosi ai diversi contesti nazionali. Innovazione, dunque, ma anche attenzione alle risorse umane e all’introduzione di nuove figure professionali, in gran parte giovani. Anche in virtù di questo, il piano di Pier Silvio Berlusconi punta a consolidare MFE come prima media company europea davvero competitiva su scala globale.

ENAV investe nella formazione, Pasqualino Monti: a Forlì la nuova Digital Academy

Una nuova era per la formazione aeronautica si è ufficialmente aperta con l’inaugurazione della ENAV Digital Academy, l’ecosistema formativo digitale nato per preparare i professionisti dell’aviazione alle sfide dell’Air Traffic Management (ATM) e della Advanced Air Mobility. L’Amministratore Delegato di ENAV Pasqualino Monti ha presentato la nuova piattaforma e-learning, simbolo dell’impegno dell’ente verso un futuro più sicuro, connesso e tecnologicamente avanzato.

Pasqualino Monti

L’AD Pasqualino Monti alla presentazione ufficiale della Digital Academy di ENAV

L’evento di presentazione si è svolto lo scorso 16 giugno presso la sede dell’Academy ENAV di via Carnaccini 5 a Forlì ed è stato organizzato in collaborazione con “QN Economia”. Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Forlì Gian Luca Zattini e del Presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Maurizio Gardini, è seguita la presentazione ufficiale della nuova piattaforma e-learning. Tra i relatori anche Pasqualino Monti, Amministratore Delegato di ENAV, insieme a Felice Catapano, Director of Strategy di ENAV, e Fabrizio Giulietti, docente in Meccanica del volo dell’Università di Bologna - Campus di Forlì. La tavola rotonda è stata moderata da Valerio Baroncini, Vicedirettore del quotidiano “Il Resto del Carlino”.

Pasqualino Monti: “Un percorso frutto di un anno intenso di lavoro”

La Digital Academy di ENAV è una piattaforma digitale altamente tecnologica e modulare, pensata per la formazione di controllori del traffico aereo, flight data operator, specialisti CNS/ATM e nuove figure professionali emergenti nell’ambito dell’Advanced Air Mobility. L’obiettivo è duplice: ottimizzare la formazione interna attraverso percorsi di apprendimento personalizzati, continui e certificati, ed esportare know-how e competenze su scala internazionale, rafforzando il ruolo di ENAV come punto di riferimento globale nella formazione aeronautica. “Siamo soddisfatti di aver portato avanti questo percorso che è frutto di un anno intenso di lavoro e che certamente sui mercati internazionali darà i risultati che tutti ci aspettiamo”, ha commentato l’AD Pasqualino Monti. La piattaforma e-learning si integra con la sede fisica dell’Academy di Forlì, che sarà ulteriormente potenziata e sviluppata come hub nazionale e internazionale per l’eccellenza nella formazione aeronautica, con l’obiettivo di creare un polo strategico capace di unire infrastruttura, ricerca accademica e applicazioni operative.

Serenissima Ristorazione: l’evoluzione sotto la guida del Presidente Mario Putin

Mario Putin ha rivoluzionato Serenissima Ristorazione, portandola a diventare una delle principali aziende di ristorazione collettiva in Italia. La sua visione imprenditoriale si traduce in innovazioni come il metodo Cook&Chill e in un forte impegno sociale e ambientale.

Mario Putin

Serenissima Ristorazione: la leadership di Mario Putin

Mario Putin è l’uomo che ha guidato l’espansione di Serenissima Ristorazione, trasformando l’azienda in una delle maggiori realtà attive nel settore della ristorazione collettiva. Fondata negli anni ’80, viene successivamente acquisita, quota dopo quota, dall’imprenditore che gestiva il capannone della zona industriale di Vicenza in cui aveva stabilito la propria sede. Ottenuta la maggioranza e forte di una visione imprenditoriale acuta, Mario Putin avvia un processo di trasformazione aziendale dal quale Serenissima Ristorazione ne esce profondamente mutata. Attiva nei principali segmenti della ristorazione (socio-sanitario, scolastico, aziendale e commerciale), oggi conta fatturato consolidato che supera i 500 milioni. Tra le innovazioni più significative introdotte c’è il metodo Cook&Chill: sfruttando il legame refrigerato, le pietanze vengono raffreddate subito dopo la cottura e conservate a una temperatura tra i 0 e i 3 gradi per poi essere rigenerate poco prima del consumo, in modo da preservarne le qualità organolettiche e assicurarne la sicurezza dal punto di vista igienico-sanitario.

Mario Putin: dalla ceramica alla ristorazione collettiva con Serenissima Ristorazione

Prima che divenisse l’azionista di maggioranza di Serenissima Ristorazione nel 1986, Mario Putin ha lavorato per un periodo all’estero. Trasferitosi all’età di 16 anni in Spagna, per quattro anni ha collaborato con i fratelli Giovanni e Alberto nella gestione della loro società attiva nel campo della ceramica, Automatismo para ceramica. Rientrato in Italia nel 1969, comincia a gestire insieme al fratello Franco la ditta Impianti Putin Installazioni Automatiche e Costruzioni (IPIAC), realtà attiva sempre nel settore ceramico con la produzione di macchine da taglio, per la pulizia e per la lavorazione della ceramica. Nel 1996, ha infine deciso di dedicarsi esclusivamente all’azienda di ristorazione collettiva. Mario Putin oggi continua a guidare il percorso di Serenissima Ristorazione nel ruolo di Presidente, estendendo l’impegno della società anche sul fronte sociale e ambientale. Diversi, infatti, i progetti e le iniziative volte a promuovere una sana alimentazione tra i cittadini e la sostenibilità ambientale.

La filosofia di Tecnicaer Engineering spiegata dal CEO Fabio Inzani

Gli ospedali non sono solo strutture cliniche ma sistemi complessi da gestire, ottimizzare e umanizzare: l’intervista di “Torino Magazine” al CEO di Tecnicaer Engineering Fabio Inzani.

Fabio Inzani

Fabio Inzani: progettare ospedali che migliorano la vita di pazienti e operatori

Fabio Inzani è il CEO di Tecnicaer Engineering, società di ingegneria leader nella progettazione ospedaliera che realizza strutture sanitarie con una visione capace di integrare tecnologia, architettura e management. Un approccio orientato al miglioramento della vita all’interno dell’ospedale, sia del personale che dei pazienti. In un’intervista rilasciata a “Torino Magazine”, l’ingegnere e fondatore di Tecnicaer Engineering condivide la filosofia da cui prendono vita i progetti, compreso il Nuovo Parco della Salute di Torino. “Progettare un ospedale al giorno d’oggi non può prescindere, oltre che da una visione tecnica multidisciplinare, soprattutto da una definizione olistica e omogenea, con la medicina considerata nel suo insieme di tecniche e diagnosi. Diventa quindi fondamentale leggere il sistema ospedale come un ecosistema vivo, non più solo un luogo dedicato alla cura”, afferma Fabio Inzani. In quest’ottica, il concetto di “ospedale contemporaneo”, si traduce quindi nella costruzione di luoghi in grado di migliorare la qualità di vita delle persone che vivono l’ospedale: gli operatori sanitari, i pazienti e le relative famiglie. Secondo il CEO, non si tratta semplicemente di soddisfare le esigenze dei quadri clinici dei malati, bensì di “creare luoghi e ambienti tecnologici che mettano ogni protagonista dell’ospedale nella condizione di restituire la miglior performance a favore della guarigione”. Per farlo, è necessario ideare dei luoghi “che riducano l’ansia, favoriscano la relazione, offrano momenti di decompressione emotiva”. Mettendo al centro sia la tecnica che la persona, ogni scelta progettuale “punta a specializzare la struttura sanitaria e, allo stesso tempo, a umanizzarne l’esperienza”.

Fabio Inzani: la visione di Tecnicaer Engineering nel Nuovo Parco della Salute di Torino

Tra gli interventi in cui tale filosofia è particolarmente evidente c’è quello relativo al Nuovo Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino. Tecnicaer Engineering sta infatti definendo il Masterplan di sviluppo della ZUT 12.32 del Comune di Torino, in cui si andranno a collocare il Nuovo Polo della Sanità e della Formazione clinica, il Polo della Ricerca, il Polo della Didattica e il Polo della Residenzialità d’ambito. “Un progetto – rimarca Fabio Inzani che non si limita a creare un ospedale funzionale, ma costruisce un vero e proprio polo urbano della salute, pensato per integrarsi nel tessuto cittadino e per svilupparsi nel tempo con il sistema universitario e viabilistico della città”. Questo, come tutti gli altri progetti realizzati da Tecnicaer Engineering, rispecchia un modo di pensare che guarda al futuro. L’ingegnere è convinto che gli ospedali dovranno essere ancora più flessibili, intelligenti e centrati sulle persone con “spazi capaci di adattarsi facilmente all’evoluzione della medicina, grazie a configurazioni modulari e dinamiche”. Secondo Fabio Inzani, in futuro le strutture non si limiteranno ad ospitare la tecnologia, ma dialogheranno attivamente con essa. “Già oggi tecnologie come il BIM rappresentano il cuore della progettazione, permettendo una gestione integrata e sostenibile dell’intero ciclo di vita dell’ospedale”, fa notare il CEO. “Crediamo – conclude – che l’ospedale del futuro sarà più ‘diffuso’: non più un’unica struttura centralizzata, ma una rete di luoghi di cura distribuiti sul territorio, più vicina ai cittadini e alle comunità locali. Tecnicaer si sta preparando oggi a questa visione, investendo in innovazione, formazione e ricerca”.

Flavio Raimondo: la leadership di Haiki plus nell’economia verde

Il panorama dell’economia circolare in Italia accoglie nuove prospettive grazie a realtà innovative e strategie di business. Sotto la guida di figure chiave come Flavio Raimondo, emergono progetti che valorizzano il riciclo, puntando a uno sviluppo sostenibile. Nuove sinergie favoriscono così crescita condivisa e innovazione.

Flavio Raimondo nel team di Haiki plus

Flavio Raimondo guida la svolta green di Haiki plus

Haiki plus, holding attiva nel settore dell’economia circolare, ha ufficialmente avviato le negoziazioni in Borsa, sottolineando la rilevanza strategica del suo modello di business. Partecipata da quattro società specializzate, possiede la discarica di Bossarino a Vado Ligure e detiene la quota maggioritaria di Ecosavona. Questa tappa storica coincide con la scissione parziale, proporzionale e inversa da Innovatec, consolidando ulteriormente la posizione del Gruppo nei mercati finanziari. Il Consiglio di Amministrazione include figure di spicco come Elio Cosimo Catania (Presidente), Nicola Colucci (Vice Presidente), Camilla Colucci (Amministratore) ed Eugenio D’Amico (Amministratore Indipendente), oltre a due Amministratori Delegati: Claudio De Persio e Flavio Raimondo. Alla cerimonia di esordio, svoltasi a Milano, erano presenti membri di importanti istituti bancari, l’AD di A2A Fulvio Roncari, nonché rappresentanti di Hera Ambiente e Iren.

Flavio Raimondo: nuovi investimenti, obiettivi e strategie

Con un organico di circa 800 professionisti e un fatturato che si aggira attorno ai 300 milioni di euro, Haiki plus consolida la propria leadership privata nella gestione integrata dei rifiuti. Dalla raccolta iniziale, infatti, i materiali vengono sottoposti a impianti di trattamento ad alta tecnologia, generando materie prime seconde o, quando necessario, stoccaggi in discarica a funzione di vero e proprio “magazzino di deposito”. In merito alle ricadute sul territorio, Flavio Raimondo ha dichiarato: "La Liguria e il savonese avranno benefici grazie ad un nuovo colosso industriale e all’integrazione verticale degli asset operativi, in un settore sempre più strategico". Ha poi aggiunto un’ulteriore riflessione: "La transazione ambientale ormai è una realtà e coinvolge direttamente anche il territorio ligure dove opera Haiki. L’auspicio, quindi, è che con questo nuovo e importante traguardo raggiunto dalla società, possano arrivare anche le opportune politiche regionali e locali di indirizzo per la governance del comparto, a vantaggio delle comunità e della collettività". Questo slancio, guidato da Flavio Raimondo e dal suo collega De Persio, punta a massimizzare la redditività nel 2025 e oltre. Durante l’operazione di quotazione, Haiki plus è stata supportata da EnVent Italia SIM in qualità di Euronext Growth Advisor, Chiomenti come advisor legale, UHY Audinet S.r.l. per la revisione, Dentons Europe Studio Legale Tributario per la due diligence, Fiorentino Associati per gli aspetti fiscali e Computershare per la gestione delle azioni a mercato.

lunedì 23 giugno 2025

Cristina Scocchia: l’evoluzione professionale della CEO di Illycaffè

Il percorso professionale di Cristina Scocchia, CEO di Illycaffè, comincia in Procter&Gamble, dove riesce a distinguersi durante uno stage in azienda e arriva fino ai vertici delle Cosmetics International Operations: da lì una carriera tutta in salita, alla guida di aziende come L’Oréal, KIKO Milano e Illycaffè.

Cristina Scocchia

La carriera di Cristina Scocchia: dallo stage in Procter&Gamble alla guida di Illycaffè

Cristina Scocchia frequenta la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università Luigi Bocconi di Milano. Entrata in contatto con Procter&Gamble durante un career day, viene presa per uno stage che si trasforma in una vera e propria proposta di lavoro. Non avendo ancora terminato il percorso universitario, porta avanti entrambi gli impegni in parallelo, laureandosi con il massimo dei voti e conseguendo, successivamente, anche un Dottorato di Ricerca in Economia Aziendale presso l’Università di Torino. In Procter&Gamble, Cristina Scocchia ricopre ruoli di crescente responsabilità fino ad arrivare ai vertici delle Cosmetics International Operations, con l’incarico di supervisionare oltre 70 Paesi del mondo nelle marche di sua competenza. Nel 2013, viene scelta per rilanciare L’Oréal Italia nel ruolo di CEO. Dopo essere riuscita a riportare i compiti della filiale italiana in crescita, nel 2017 entra nel CdA di KIKO Milano S.p.A. In qualità di CEO ne guida la riorganizzazione, aumentando l’efficacia finanziaria e operativa dell’azienda. A gennaio 2022, passa a Illycaffè che guida da allora nel ruolo di CEO.

Cristina Scocchia: premi e riconoscimenti

Nel corso della sua carriera, Cristina Scocchia ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui la Mela d’Oro per il Management nell’ambito del 27esimo Premio Marisa Bellisario (2015) e il titolo di miglior CEO per la categoria Retail ai CEO Italian Awards (2019). Le è stato conferito un Master Honoris Causa in Business Administration dalla Cuoa Business School nel 2022 ed è stata più volte inserita da “Forbes” e “Fortune” nella classifica delle donne più influenti. A ottobre 2024, le è stato conferito il Premio LILT for Women, per la sua leadership etica e inclusiva e l’impegno nella promozione della prevenzione. Cristina Scocchia è inoltre intervenuta in numerose conferenze e congressi, sia in Italia che all’estero, impegnandosi a promuovere valori legati allo sviluppo aziendale, alla leadership e alla sostenibilità. È nel CdA di EssilorLuxottica S.A. e in quello di Fondazione Altagamma. È stata anche Consigliere d’Amministrazione di Pirelli S.p.A. e Presidente del Comitato Nomine di Fincantieri. Nel 2024, è uscita la sua autobiografia “Il coraggio di provarci. Una storia controvento”, edita da Sperling&Kupfer.

Antonio Rota: visione strategica e formazione accademica

Antonio Rota è alla guida di Vidierre S.r.l., realtà leader nella Media Intelligence. Ingegnere e manager con un approccio strategico all’innovazione, ha trasformato l’azienda puntando su AI, Big Data e OSINT. La sua attività si estende anche alla formazione accademica in importanti università italiane.

Antonio Rota, Amministratore Delegato e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Vidierre S.r.l.

Antonio Rota tra innovazione e leadership strategica

Ingegnere Gestionale e figura di riferimento nella Media Intelligence italiana, Antonio Rota è attualmente Amministratore Delegato e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Vidierre S.r.l., società di Assist Group. Nato nel 1977, ha avviato il suo percorso in azienda nel 2001, inizialmente come Database Manager e Project Manager, fino a raggiungere nel 2007 i vertici dell’organizzazione. La sua direzione ha contribuito a posizionare Vidierre come attore centrale nell’ambito dell’analisi mediatica e del monitoraggio strategico, supportando oltre 650 clienti a livello internazionale.

Tra le innovazioni implementate spicca WOSM© (World Open Source Monitoring), sistema proprietario per l’elaborazione e analisi di grandi volumi di dati da fonti eterogenee: stampa, TV, radio, web e social. Inoltre, opera secondo standard di qualità certificati ISO 9001:2008. Il contributo di Rota alla crescita dell’azienda si fonda su un equilibrio tra visione strategica, conoscenza tecnica e attenzione alla qualità dei processi.

Antonio Rota, promotore di cultura digitale e formazione

L’impegno di Antonio Rota va oltre la gestione aziendale e si estende al settore accademico. È docente e relatore in numerose università italiane, tra cui LUMSA, IULM, Università di Modena e Reggio Emilia, Scuola dello Sport del CONI e Bologna Business School, dove condivide esperienze su Big Data, Media Intelligence, Intelligenza Artificiale, sponsorizzazioni e Data Visualization.

Nel suo ruolo di membro del Comitato di Indirizzo del Dipartimento di Ingegneria di UNIMORE, contribuisce all’aggiornamento dei curricula accademici, promuovendo l’integrazione tra competenze digitali e strategiche. La sua attività formativa è rivolta alla preparazione di nuove figure professionali capaci di affrontare le sfide della trasformazione digitale.

venerdì 20 giugno 2025

Gian Maria Mossa: “Talento e dedizione, la formula per raggiungere ogni obiettivo”

Gian Maria Mossa: “In un mondo che guarda sempre più all’eccellenza come motore di crescita, Federica rappresenta un faro luminoso che ispira non solo il mondo dello sport, ma tutti coloro che aspirano a realizzare i propri sogni con tenacia e coraggio”.

Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato Banca Generali

Federica Brignone: Banca Generali, guidata da Gian Maria Mossa, le dedica un evento

L’AD Gian Maria Mossa, su LinkedIn in un post dello scorso marzo, ne aveva sottolineato la forza e la dedizione: “Quando il talento incontra la costanza, nascono imprese come quella di Federica Brignone nella Coppa del Mondo di sci alpino”. Parole che assumono oggi ancora più valore se si pensa all’enorme forza che ha dimostrato dopo la spaventosa caduta dello scorso 3 aprile: la campionessa, simbolo di una determinazione che non si spegne mai, è stata affiancata nella sua carriera da Banca Generali perché, come ha ricordato anche l’AD Gian Maria Mossa, “la sua dedizione incrollabile, la passione e la resilienza dimostrata in ogni discesa incarnano i valori fondamentali che Banca Generali promuove e sostiene con convinzione”.

Il valore della campionessa nelle parole dell’AD Gian Maria Mossa

Il 18 giugno, presso la Torre Generali di Milano, si è tenuto un evento esclusivo dedicato alla storia della campionessa e alla sua capacità di ispirare le nuove generazioni: un’occasione di confronto che ha coinvolto Federica Brignone e i giovani banker di Banca Generali. Per dei talenti che stanno affrontando il proprio percorso con passione, impegno e voglia di crescere, potersi lasciare ispirare da chi ha fatto della resilienza e dell’eccellenza il proprio stile di vita non può che essere una grande opportunità. La sua storia, aveva sottolineato l’AD Gian Maria Mossa su LinkedIn, “ci ricorda che, con la giusta combinazione di talento e dedizione, ogni obiettivo è raggiungibile”.

Comtel rafforza il legame tra ICT e medicina con Fondazione ANTHEM

Comtel insieme a Fondazione ANHTEM per favorire progetti di innovazione tecnologica e ricerca scientifica al sostegno della salute, mettendo a disposizione know-how e competenze a supporto della digitalizzazione e dell’innovazione del servizio della salute.

Fabio Lazzerini (Comtel)

Il ruolo di Comtel in Fondazione ANTHEM

Comtel, in qualità di socio, ha aderito alla Fondazione ANTHEM - Advanced Technologies for Human-centEred Medicine. La società leader dei sistemi ICT in Italia è entrata a far parte della governance della Fondazione, presidiando l’Assemblea Generale insieme a enti di rilievo quali università, centri di ricerca, associazioni, fondazioni e imprese. “È un motivo di orgoglio per noi diventare soci della Fondazione ANTHEM. Crediamo profondamente nella ricerca, nel progresso scientifico e nell’innovazione a supporto delle persone — ha dichiarato il CEO Fabio LazzeriniInvestiamo costantemente in giovani e progetti all’avanguardia per poter dare il nostro contributo alla transizione in atto”. Attraverso uno scambio di idee con gli altri 20 soci della Fondazione, Comtel apporterà il proprio know-how e le competenze in innovazione tecnologica per definire i progetti di ricerca per i prossimi anni, in continuità con gli studi in corso.

Comtel: favorire la ricerca scientifica e l’innovazione al servizio della salute

Questa occasione rappresenta un modo per consolidare il rapporto tra il settore dell’industria e quello scientifico. Da sempre impegnata nell’innovazione, Comtel, in qualità di socio di Fondazione ANTHEM, promuove anche la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica al servizio della sanità. “Dal confronto con importanti realtà accademiche ed istituzionali possono nascere importanti sinergie pubblico-private per il futuro della ricerca. Vogliamo dare il nostro apporto alla digitalizzazione e all’innovazione al servizio della salute”, ha commentato Fabio Lazzerini. Comtel è attiva per aumentare la propria crescita in maniera rilevante, come dimostrano le ultime operazione M&A, ed è molto attenta a sostenere la transizione digitale che coinvolge ogni ambito, attraverso innovazione e ricerca. Per questo motivo, l’azienda si è impegnata a collaborare con Fondazione ANTHEM, con lo scopo di sviluppare e realizzare nuovi progetti che integrino il settore IT a quello sanitario.

Abilitazione all’insegnamento, Università LUMSA: l’offerta formativa 2024/25

L’Università LUMSA ha ufficialmente aperto le iscrizioni alla seconda edizione dei percorsi abilitanti da 30 CFU per l’anno accademico 2024/2025, rivolti ai docenti già abilitati o specializzati che desiderano ottenere una nuova abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo o secondo grado. Ecco i dettagli relativi alla procedura di iscrizione.

LUMSA

Università LUMSA: chi può accedere e come iscriversi ai percorsi abilitanti da 30 CFU

Si tratta di un’opportunità formativa significativa prevista dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri - DPCM del 4 agosto 2023, pensata per tutti quei docenti che intendono ampliare le proprie competenze professionali e consolidare la carriera nel mondo dell’istruzione. Le domande di ammissione potranno essere presentate dal 16 giugno al 25 luglio 2025, esclusivamente tramite la procedura di immatricolazione online disponibile sul portale dell’Università LUMSA. Possono accedere ai percorsi i docenti già abilitati su una specifica classe di concorso o su un diverso grado scolastico e i docenti in possesso di specializzazione sul sostegno. In entrambi i casi, è necessario essere in possesso del titolo di studio idoneo per la classe di concorso per la quale si intende conseguire l’abilitazione.

Università LUMSA: l’offerta formativa nel dettaglio

Il percorso da 30 CFU si concentra sullo sviluppo di competenze avanzate nelle metodologie didattiche e nelle tecnologie applicate all’insegnamento delle discipline di riferimento. L’obiettivo principale è preparare docenti capaci di affrontare le sfide educative contemporanee, con un approccio innovativo e multidisciplinare. La seconda edizione dell’offerta formativa proposta dall’Università LUMSA include numerose classi di concorso, tra cui: A12 – Discipline letterarie (II grado); A18 – Filosofia e Scienze umane; A19 – Filosofia e Storia; A22 – Italiano, Storia e Geografia (I grado); A27 – Matematica e Fisica; A45 – Scienze economico-aziendali; A46 – Scienze giuridico-economiche; A47 – Scienze matematiche applicate; A50 – Scienze naturali, chimiche e biologiche; AB24 – Lingua e cultura straniera (inglese – II grado); AB25 – Lingua e cultura straniera (inglese – I grado). Tutte le fasi di iscrizione e immatricolazione dovranno essere completate online. Si raccomanda ai candidati di rispettare la scadenza del 25 luglio 2025 per perfezionare la propria immatricolazione. Per maggiori dettagli, il bando completo e la procedura di iscrizione sono disponibili online sul sito ufficiale dell’Università LUMSA.

L’imprenditorialità oggi secondo Alessandro Benetton

Connettere idee e persone, ascoltare, adattarsi: per Alessandro Benetton è questa la nuova leadership. Una sfida che va oltre il business per abbracciare diversità e sostenibilità.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton e la visione sull’imprenditoria: ascolto, semplicità e connessione

Per Alessandro Benetton, alla guida di realtà attive su scala internazionale, essere imprenditore oggi significa “molto di più che guidare un’azienda”: si tratta di un percorso che richiede capacità di ascolto, adattabilità e, soprattutto, un impegno costante nel creare connessioni tra persone e idee. Molti progetti che ha realizzato in prima persona nel corso della sua carriera sono stati ispirati proprio da questa vision: ogni imprenditore dovrebbe infatti essere in grado di abbracciare la diversità e la complessità, lavorando quotidianamente per la creazione di valore a lungo termine da un punto di vista finanziario, sociale e ambientale. Questa, secondo Alessandro Benetton, è l’unica strada percorribile per riuscire ad acquisire una leadership di valore.

Alessandro Benetton: lo scambio di idee con i giovani crea valore per tutti

Come Alessandro Benetton ha avuto modo di ribadire in diverse occasioni, anche recentemente, altrettanto fondamentale oggi è il dialogo con le nuove generazioni: il confronto costante con i giovani, stimolato anche dal rapporto con i suoi figli, ha rappresentato una fonte di ispirazione concreta per molti progetti, improntati sulla condivisione e sulle opportunità derivanti dallo scambio intergenerazionale. L’obiettivo non è solo comunicare, ma anche costruire un ponte tra esperienze e prospettive diverse, riconoscendo come il valore nasca proprio dal confronto di idee: “Ho sempre guardato alle nuove generazioni con grande interesse e sono felice di vedere che continuano a sfidare lo status quo proprio come ho fatto io in passato. Ciò che li distingue, tuttavia, è la loro notevole capacità di costruire connessioni autentiche e guidare il cambiamento con un impatto ancora maggiore di quello a cui eravamo abituati. Hanno un talento naturale per rafforzare i legami internazionali e creare soluzioni globali”.

giovedì 19 giugno 2025

Pietro Labriola: TIM apre a nuove alleanze per ottimizzare la rete nazionale

Avviato il percorso di consolidamento della crescita di TIM, come ha annunciato l’AD e DG Pietro Labriola, il quale ha ribadito la necessità di rendere il mercato più efficiente attraverso il network sharing e collaborare per la diffusione della fibra nel Paese.

Pietro Labriola

Pietro Labriola: la strategia per il consolidamento della crescita

“Seguendo la strada tracciata dal Piano presentato nel 2022 abbiamo trasformato TIM, riducendo il debito e creando le condizioni per la crescita”, ha sottolineato Pietro Labriola, AD e DG di TIM. Avviata la strategia e il cambio di rotta per consolidare la crescita dopo aver effettuato delle cessioni di rete, ridotto il debito e investito in 5G, Data Center e Cybersecurity. Per quanto riguarda la ricerca di un partner per il consolidamento, “noi parliamo con tutti”, ha rimarcato il manager, e quella con Iliad rappresenterebbe una buona soluzione per una sinergia e per l’efficienza dello spettro di rete. Una delle soluzioni per rendere il mercato più efficiente potrebbe essere il network sharing: “Trovare forme di condivisione delle reti, ottenendo risparmi di costo e maggiore efficienza, considerando che i costi maggiori sono rappresentati dai canoni di concessione e dall’energia elettrica”, ha evidenziato Pietro Labriola. Lo stesso discorso può essere applicato alla fibra, “non è razionale investire in due per costruire reti nelle stesse zone lasciando altre parti del Paese senza fibra”.

Pietro Labriola: il successo degli investimenti in Cloud e Cybersecurity e l’ingresso in TIM di Poste

“Con Poste inizia il secondo tempo per TIM — ha sottolineato Pietro Labriola — finalmente c’è un azionista stabile di lungo periodo che ci permette di lavorare con un orizzonte più lungo. Nel primo tempo abbiamo messo a posto le cose per ricominciare a crescere e creato le condizioni per poter trovare nuove opportunità per generare valore”. Con il Piano avviato nel 2022, sono stati fatti investimenti in Cybersicurezza e Cloud, una strategia che è risultata vincente, dato che la sicurezza informatica è diventata un elemento imprescindibile per le aziende e TIM può contare su Telsy; mentre per quanto concerne il Cloud, l’azienda è la principale solution provider di sistemi per le smart cities in Italia. L’ingresso di Poste può aumentare la percezione di italianità di TIM e la sua stabilità, a riguardo “abbiamo firmato un memorandum per aprire diversi tavoli di discussione e siamo abbastanza avanti per la migrazione di Poste Mobile su rete TIM — ha dichiarato Pietro Labriola — TIM e Poste insieme rappresentano il maggior acquirente di It in Italia e quindi si possono fare sinergie sugli acquisti, ma non solo”.

Gianni Lettieri: la biografia completa del Presidente della prima Investment Company del Sud

La storia di Gianni Lettieri inizia nel 1975 con un giovane napoletano che conciliava studi universitari e prime esperienze lavorative. Oggi, quasi 50 anni dopo, quello stesso ragazzo è diventato uno dei protagonisti dell'imprenditoria italiana, capace di costruire un patrimonio aziendale che spazia dalla finanza all'aeronautica. La sua biografia è la testimonianza di come il talento meridionale possa competere sui mercati globali.

Gianni Lettieri

L’ascesa imprenditoriale di Gianni Lettieri

Chi è davvero Gianni Lettieri? Dietro il titolo di Presidente e Amministratore Delegato di Meridie S.p.A. si nasconde la storia di un visionario che ha saputo anticipare i tempi. Classe 1956, napoletano di nascita e imprenditore per vocazione, ha trasformato il suo patrimonio di esperienze in un motore di sviluppo per il Sud Italia. La sua ascesa inizia nel '75 presso un'azienda spezzina, dove concilia studi in Economia Aziendale con prime esperienze commerciali. Il 1979 segna la svolta: nascono gli stabilimenti di Casandrino e Monza per la lavorazione tessile. Un decennio dopo, il salto di qualità: la prima società europea dedicata al denim-ring conquista i mercati d’oltreoceano. Stati Uniti e India diventano terreni fertili per le sue ambizioni. Nel subcontinente asiatico, la partnership con Raymond genera la Raymond Calitri India, pioniera locale nella produzione denim. Il '92 vede protagonista Gianni Lettieri nell'asta di privatizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali. Gli anni 2000 portano incarichi di prestigio: prima Avellino (2000), poi Napoli (2004) nell'Unione degli Industriali, fino al Comitato Centrale Mezzogiorno di Confindustria Nazionale.

Meridie e Atitech: il doppio successo di Gianni Lettieri

La metamorfosi di Gianni Lettieri verso la finanza avviene nel 2007 con Meridie S.p.A., holding familiare che approda al segmento MTF di Borsa Italiana come prima investment company meridionale quotata. Due anni dopo, Atitech lo chiama alla presidenza. Sotto la sua egida, l'azienda si espande: acquisizione dell'impianto Alenia di Capodichino nel 2015, conquista del comparto manutentivo Alitalia a Fiumicino nel 2022. Oggi, Atitech domina il settore MRO nell'area EMEA, gestendo aeromobili "narrow" e "wide body" con hangar all'avanguardia. Il Covid-19 rivela il suo lato solidale: un hangar Atitech diventa il maggiore hub vaccinale del Sud, mentre 20.000 mascherine FFP2 raggiungono la sanità regionale. I riconoscimenti si susseguono: Premio Cuore d'Oro (2010-2011), Masaniello (2009), Guido Dorso XXIX Edizione (2008). Nel 2011, l'Università Parthenope di Napoli suggella il percorso con una laurea honoris causa in Giurisprudenza, riconoscendo le sue competenze nell'amministrazione e legislazione aziendale. Gianni Lettieri guida Meridie come Presidente e AD, mantenendo la presidenza di Atitech, leader MRO per l'area EMEA.

Cotral Spa: nuovo accordo firmato per garantire la qualità della vita dei dipendenti

Lo scorso 21 maggio, Cotral Spa ha raggiunto un accordo con le Organizzazioni Sindacali che migliora il benessere e l’equilibrio tra vita privata e lavorativa dei propri dipendenti. Tra i punti dell’intesa indennizzi per le ferie con effetto retroattivo, buoni pasto per personale in smartworking e ampliamento della rete di biglietterie.

Cotral Spa

Cotral Spa: nuovo accordo per migliorare la qualità della vita di collaboratori e collaboratrici

Attenta a garantire i diritti dei propri collaboratori e collaboratrici, Cotral Spa ha stretto lo scorso 21 maggio un accordo con le Organizzazioni Sindacali atto a migliorare la loro qualità di vita. “Per allinearsi agli orientamenti giurisprudenziali della Corte di Giustizia UE sulla corretta retribuzione delle ferie”, l’accordo include un riconoscimento di un indennizzo per ogni giornata di ferie, con effetto retroattivo per il periodo tra luglio 2007 e giugno 2022. L’azienda di trasporto pubblico extraurbano crede fortemente che un corretto bilanciamento tra vita lavorativa e privata possa influire positivamente sul benessere dei propri dipendenti e sulla loro produttività, motivo per cui anche questo aspetto cruciale è stato discusso e inserito all’interno dell’intesa trovata con i Sindacati. "Questo accordo rappresenta un importante passo avanti per Cotral Spa e i suoi dipendenti — ha dichiarato il Presidente Manolo Cipolladimostra il nostro impegno nel garantire diritti, tutele e un ambiente di lavoro equo e rispettoso, in stretta collaborazione con le Organizzazioni Sindacali”.

Cotral Spa: i dettagli dell’accordo

Nell’accordo stipulato da Cotral Spa rientrano anche altri aspetti per migliorare la vita dei propri dipendenti, tra cui l’introduzione di buoni pasto elettronici per chi è in smart working e la revisione delle politiche premianti. Novità anche per quanto riguarda il personale di verifica: il reparto sarà rafforzato con l’ingresso di nuovi collaboratori e collaboratrici e sarà inclusa un’indennità conforme a quella del personale di guida. In aggiunta, sarà aumentato il numero di biglietterie sul territorio e nuovi punti vendita negli snodi della mobilità più importanti. Nell’intesa tra Cotral Spa e i Sindacati aggiunti anche i rimborsi delle spese per il rinnovo della carta di qualificazione del conducente e dei permessi retribuiti pe le attività di formazione. “Abbiamo compreso l'importanza di garantire al nostro personale un miglior bilanciamento tra lavoro e vita privata — ha rimarcato Manolo Cipolla — nella convinzione che questo sia un fattore fondamentale per il loro benessere e la loro produttività. Continueremo a lavorare insieme per affrontare le esigenze dei nostri lavoratori e offrire servizi sempre più efficienti e di qualità".

Marco Domizio: gestione sostenibile degli scarti e circolarità nell’impianto di Piedimonte

Ares Ambiente, fondata da Marco Nicola Domizio, ha realizzato a Piedimonte San Germano un impianto di compostaggio dalla capacità di 40.000 tonnellate annue: rifiuti organici trasformati in compost di alta qualità per incentivare pratiche di agricoltura sostenibile e ridurre gli sprechi.

Marco Domizio, Fondatore di Ares Ambiente

Marco Nicola Domizio: a Piedimonte San Germano l’innovativo progetto di economia circolare di Ares Ambiente

Ares Ambiente, fondata da Marco Nicola Domizio, continua a dimostrare il proprio impegno a favore della sostenibilità ambientale con progetti ispirati all’idea di economia circolare dell’azienda. Tra questi, l’impianto di compostaggio realizzato a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone, con il quale si propone di contribuire concretamente alla riduzione degli sprechi sul territorio. Con una capacità di trattamento di 40.000 tonnellate l’anno, l’innovativo impianto è in grado di trasformare un’enorme quantità di rifiuti organici in compost di alta qualità. Oltre a dare un nuovo valore agli scarti, la trasformazione dei rifiuti in compost consente di restituire elementi nutrienti particolarmente preziosi al suolo, favorendo così anche pratiche agricole più sostenibili e rispettose dell’ambiente.

La visione di Marco Domizio in ambito sostenibile

Il progetto di Ares Ambiente a Piedimonte San Germano riflette appieno la visione di economia circolare dell’azienda e del fondatore Marco Domizio. Per portare a termine l’impianto, il Gruppo ha investito ingenti risorse in tecnologie all’avanguardia che garantissero una gestione dei rifiuti efficiente e rispettosa, sia dell’ambiente che delle comunità locali, i cui membri sono ritenuti attori fondamentali di questo schema virtuoso basato sulla collaborazione tra i cittadini, attivamente coinvolti attraverso la raccolta differenziata, e le realtà come Ares Ambiente che operano in qualità di intermediari nella gestione dei rifiuti. Grazie al nuovo impianto, considerato un simbolo dell’attenzione verso la costruzione di un futuro migliore per il Pianeta, viene coniugata la corretta gestione degli scarti organici e la reintegrazione di sostanza organica nei suoli agricoli. Un altro esempio di quanto l’azienda fondata da Marco Nicola Domizio tenga alla sostenibilità e alla creazione di un ambiente sempre più sano.

mercoledì 18 giugno 2025

Paolo Gallo: ancora troppa ideologia nei piani UE sull’energia

In un’intervista dello scorso marzo rilasciata a “La Stampa”, l’AD di Italgas Paolo Gallo ha manifestato perplessità riguardo ai piani dell’UE poiché ancora intrisi di ideologia, come accaduto in passato. È necessario un approccio più pragmatico e neutrale verso le tecnologie che garantiscano un mix energetico.

Paolo Gallo, AD di Italgas

Paolo Gallo: maggior pragmatismo e meno ideologia nelle strategie UE

Paolo Gallo, AD di Italgas, ha parlato delle manovre della Commissione UE in un’intervista rilasciata lo scorso marzo a “La Stampa”, ribadendo come sia necessario un maggior pragmatismo per le strategie future. Fino ad ora le azioni di Bruxelles “sono state inefficaci, perché intrise di ideologia. Non si può fissare gli obiettivi e imporre anche la strada per raggiungerli”. Invece, il prezzo del gas è già tornato a livelli tollerabili, ma la maggior concorrenza sul mercato può influire positivamente e ridurlo. Parlando del Clean Industrial Deal, il piano europeo da 100 miliardi di euro per rafforzare l’industria, Paolo Gallo ha espresso perplessità, poiché se è vero che questa strategia è in grado di favorire l’evoluzione dell’industria, d’altro canto “leggendolo nei dettagli, si trovano ancora tantissimi elementi ideologici”.

Paolo Gallo: un mix energetico come soluzione all’impennata dei prezzi

Per garantire la transizione energetica e la sostenibilità ambientale è necessario approcciarsi alle tecnologie in modo pragmatico e neutrale, valutandone costi, efficacia e rapidità nel raggiungimento dell’obiettivo. “La soluzione non può passare solo per le rinnovabili, l’elettrificazione spinta e le batterie. Chi conosce i sistemi energetici sa bene che questa equazione non regge — ha ribadito Paolo Galloè una bellissima favola, ma rischia di non avere un lieto fine”. Un mix energetico equilibrato rappresenta la soluzione per impedire l’impennata dei prezzi delle bollette dei consumatori, com’è accaduto nel 2022, “se vogliamo evitare situazioni simili, dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, dal biometano all’idrogeno, ai gas sintetici”. Il disaccoppiamento tra i prezzi di gas ed elettricità non è la strada giusta, secondo Paolo Gallo, poiché non genererebbe un effettivo calo dei costi e c’è il pericolo del rallentamento delle installazioni di rinnovabili.

martedì 17 giugno 2025

Claudio Descalzi: come Eni con HPC6 guida la trasformazione energetica globale

Eni, guidata da Claudio Descalzi, lancia l’iniziativa “HPC Call4Innovators”: startup, PMI, istituzioni accademiche e centri di ricerca selezionati potranno accedere direttamente alle risorse di supercalcolo di HPC6 per testare i propri modelli di calcolo e collaborare con gli esperti di Eni con l’obiettivo di accelerare in modo significativo lo sviluppo di tecnologie per la decarbonizzazione e promuovere metodologie computazionali innovative applicate alla transizione energetica.

L'AD Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: Eni mette a disposizione la potenza di calcolo di HPC6 per accelerare la ricerca tecnologica

L’AD Claudio Descalzi, parlando del “patrimonio unico di conoscenze tecnologiche e di programmazione che ci danno un vantaggio competitivo a livello internazionale”, ha più volte sottolineato il valore dei sistemi di supercalcolo sviluppati da Eni in quanto “supportano la velocità della nostra trasformazione e nel contempo la nostra crescita”. HPC6 rappresenta l’ultima generazione dei supercomputer di Eni: le sue prestazioni lo rendono il più potente in Europa e uno dei più potenti al mondo, condividendo l’architettura dei sistemi più avanzati. Progettato “con una tecnologia d’avanguardia che unisce CPU e GPU in una configurazione ibrida”, dispone di oltre 3.400 nodi di calcolo e quasi 14.000 GPU, per ottimizzare al massimo le prestazioni computazionali e l’efficienza energetica. Rispetto ai predecessori HPC4 e HPC5 si passa da 70 PFlops a oltre 600 PFlops di picco: un incremento particolarmente rilevante. Nei giorni scorsi, il Gruppo guidato da Claudio Descalzi ha lanciato l’iniziativa "HPC Call4Innovators", in collaborazione con Advanced Micro Devices (AMD), Hewlett Packard Enterprise (HPE) e Consorzio CINECA, con il supporto di Plug and Play: startup, PMI, istituzioni accademiche e centri di ricerca potranno avere accesso diretto alle risorse di supercalcolo di HPC6 per testare i propri modelli di calcolo e collaborare con gli esperti di Eni. L’ottica è di accelerare in modo significativo lo sviluppo di tecnologie per la decarbonizzazione e promuovere metodologie computazionali innovative applicate alla transizione energetica.

 HPC6: come l’AD di Eni Claudio Descalzi ne ha sottolineato il valore

Eni, come ricordato in più occasioni anche dall’AD Claudio Descalzi, ha integrato i sistemi di supercalcolo “lungo tutta la filiera dei nostri business trasformandolo in una leva imprescindibile per il raggiungimento di Net Zero e per la stessa creazione di valore”. HPC6, installato in un’area dedicata nel Green Data Center di Eni, uno dei centri di calcolo con la più alta efficienza energetica e tra i migliori per contenimento dell’impronta carbonica in Europa, è stato infatti progettato anche nell’ottica di ottimizzare l’operatività degli impianti industriali, migliorare l’accuratezza degli studi geologici e fluidodinamici per lo stoccaggio della CO2 e per sviluppare batterie più performanti. Le sue caratteristiche gli permettono inoltre di svolgere un ruolo cruciale anche nell’ottimizzare la filiera dei biocarburanti, sviluppare materiali innovativi per applicazioni nei settori della bio-chimica e, infine, per simulare il comportamento del plasma nella fusione a confinamento magnetico. L’elevata potenza di calcolo di HPC6 contribuisce quindi a rafforzare il percorso di trasformazione di Eni accelerando lo sviluppo di nuovi business ad alto potenziale legati alla transizione energetica. “L’innovazione e il miglioramento costante delle tecnologie sono fondamentali per mantenere e rafforzare la leadership di Eni nella transizione energetica”, ha rimarcato in più occasioni l’AD Claudio Descalzi.

Federico Motta Editore, una storia di eccellenza editoriale dal 1929

Federico Motta Editore si avvicina a celebrare il suo centenario: in questo periodo, ha consolidato la sua leadership nell’editoria italiana. Ricoprendo il ruolo di apripista per il settore, ha investito nella qualità delle opere appartenenti a ogni campo del sapere e nell’innovazione tecnologica, come dimostrano i progetti di editoria digitale.

Federico Motta Editore

La storia di Federico Motta Editore, pioniere dell’editoria in Italia

Fondata da Federico Motta circa un secolo fa, nel 1929, con il nome di Cliché Motta, Federico Motta Editore nasce come piccola impresa attiva nel settore della riproduzione fotomeccanica. Grazie a una serie di scelte strategiche e oculate, figlie di una visione imprenditoriale ben delineata, la Casa Editrice si è consolidata nel corso degli anni. Il primo step è stato caratterizzato dall’ingresso nel mondo del fumetto, fenomeno di successo in quegli anni. In seguito, in consonanza con il progresso sociale e culturale della società italiana, si è rivelata una mossa vincente pubblicare la prima edizione dell’Enciclopedia Motta, con annessa distribuzione nelle edicole. Successivamente Federico Motta Editore il catalogo editoriale si è allargato a opere appartenenti a ogni campo della conoscenza, soffermandosi molto sulla qualità e sull’innovazione. Furono implementate poi diverse nuove tecnologie nel corso del tempo, tra cui: Tavole Transvision, Sonobox, CD-ROM e progetti di editoria digitale.

Federico Motta Editore: qualità e innovazione del sapere

Federico Motta Editore si avvicina ai 100 anni di attività all’insegna dell’eccellenza, della qualità e dell’innovazione editoriale. Tutte queste caratteristiche si rispecchiano anche nelle sue opere, motivo per cui la Casa Editrice ha ricevuto diversi riconoscimenti negli anni: l’Ambrogino d’Oro del 1980, il Premio Speciale per la Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 2004 e il Pirelli InterNETional Awards del 2007 sono solo alcuni dei premi che ne hanno confermato la leadership nel settore e nell’ambito culturale italiano. Attraverso l’innovazione, ha esplorato e indicato la strada da intraprendere nel mondo dell’editoria, e lo fa tutt’ora attraverso l’editoria digitale, una testimonianza del ruolo di pioniere che Federico Motta Editore ha assunto sin dalle sue origini e della costante ricerca di nuove forme di fruizione del sapere.

lunedì 16 giugno 2025

Andrea Mascetti: Finlombarda e Cassa Centrale Banca sostengono le imprese

Andrea Mascetti, Presidente di Finlombarda, ha siglato lo scorso febbraio una collaborazione con Cassa Centrale Banca con l’obiettivo di aiutare le imprese del territorio a superare il periodo delicato di transazione e a cogliere tutte le opportunità, attraverso programmi di investimento sostenibili con particolare attenzione rivolta al settore primario.

Andrea Mascetti

Andrea Mascetti: i dettagli dell’accordo tra Finlombarda e Cassa Centrale Banca

Sotto la guida di Andrea Mascetti, Finlombarda, la società finanziaria di Regione Lombardia, ha stretto un accordo con Cassa Centrale Banca, capogruppo dell’omonimo Gruppo Bancario Cooperativo. La partnership è stata siglata con lo scopo di sviluppare iniziative e progetti comuni per sostenere le imprese, nello specifico programmi di investimento sostenibile e con focus strategico sul settore primario. “L’accordo si inserisce nella strategia societaria di ampliamento dell’offerta di prodotti finanziari rivolti alle imprese della Lombardia anche in affiancamento ad altri intermediari”, ha dichiarato Andrea Mascetti. Attraverso la promozione di iniziative congiunte legate alla formazione e all’aggiornamento, le due realtà potranno valorizzare le proprie competenze, condividendo gli strumenti di valutazione e le esperienze acquisite nel settore del credito agrario.

Andrea Mascetti: una collaborazione per il sostegno alle imprese in un momento di transizione

“Queste azioni sono in linea con il compito istituzionale di sostegno ai programmi regionali di sviluppo economico del territorio — ha sottolineato Andrea Mascetti — principalmente mediante le attività di concessione e gestione di finanziamenti, garanzie e contributi con risorse comunitarie, regionali e proprie”. Il supporto alle imprese del territorio durante il delicato momento di transizione è il focus principale di questo accordo che, in aggiunta, consente il consolidamento del rapporto con le aziende appartenenti al settore primario. Gli intenti di Andrea Mascetti e Sandro Bolognesi, AD di Cassa Centrale Banca, convergono verso l’unica direzione di garantire sostegno rafforzato e immediato alle imprese lombarde che intendono superare gli ostacoli e cogliere le opportunità che emergono dai cambiamenti in corso, mettendo a disposizione le rispettive esperienze e capacità.

Pier Silvio Berlusconi e Mediaset ricordano il suo fondatore, la serata

Pier Silvio Berlusconi: “Il nostro fondatore amava la vita. E chi ha avuto modo di conoscerlo sa che lui aveva questa spinta, questo amore irrefrenabile verso il prossimo. Lui amava stare con le persone”.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: “Lui amava stare con le persone

Insieme per omaggiare il fondatore di Mediaset nel secondo anniversario della sua scomparsa: accolti dal CEO Pier Silvio Berlusconi, dipendenti e collaboratori del Gruppo si sono riuniti lo scorso 11 giugno nel Campus Mediaset di Cologno Monzese per un momento di ricordo condiviso. “Stasera siamo qui per ricordare il nostro fondatore che è scomparso solo 2 anni fa. Io non so a voi, a me sembra passato molto molto più tempo. Ma stasera non sarà una serata di commemorazione, questa sera sarà e deve essere una serata di celebrazione. Perché, vedete, il nostro fondatore amava la vita”: nel ricordare il padre, Pier Silvio Berlusconi ha sottolineato in particolare “questa spinta, questo amore irrefrenabile verso il prossimo” che lo contraddistingueva. “Lui amava stare con le persone”: in Mediaset ancora oggi sono molti a testimoniarlo.

Pier Silvio Berlusconi: Mediaset un luogo speciale

Pier Silvio Berlusconi ne ha ricordato il calore, l’ottimismo, la gioia. “Sono state anche la sua grande forza. Ne ho la certezza: il suo modo di vivere, il suo modo di essere e di lavorare fanno parte del Dna di Mediaset, del Dna della nostra Mediaset”, ha proseguito il CEO di Mediaset sottolineando il valore dell’azienda che il padre ha creato. “Un luogo speciale, dove i rapporti umani sono sempre al centro, dove i rapporti umani sono sempre vivi. E questo è un grandissimo valore. Sono anche sicuro che lui, che ci sta guardando dall’alto, sia orgoglioso di noi e che stia facendo uno dei suoi bellissimi sorrisi”, ha concluso tra gli applausi dei dipendenti di Mediaset.

Banca Generali, Gian Maria Mossa: clienti e banker la nostra priorità

Il maggio di Banca Generali, parla il CEO Gian Maria Mossa: “Continueremo a lavorare su importanti progettualità che ci consentiranno di accelerare nel nostro percorso di crescita”.

Gian Maria Mossa

Banca Generali: Gian Maria Mossa analizza i numeri della raccolta di maggio

I 609 milioni di euro di raccolta netta che Banca Generali ha realizzato a maggio portano il totale da inizio anno a 2.697 milioni. È stato “un mese molto solido che ha visto accelerare i flussi verso diversi servizi di investimento per la clientela private e verso polizze assicurative”, ha sottolineato l’AD Gian Maria Mossa: la raccolta in Assets under Investment è infatti aumentata significativamente, con flussi per 460 milioni nel mese (+66% a/a) e un totale da inizio anno di 1.125 milioni. Forte domanda nel mese anche di Polizze Tradizionali che hanno registrato una raccolta di 235 milioni di euro (385 milioni da inizio anno), confermando la ricerca di protezione dei clienti in un contesto di mercati finanziari volatili. In linea con i mesi precedenti, anche a maggio la richiesta di Contenitori Finanziari si mantiene sostenuta con flussi per 134 milioni di euro nel mese (569 milioni da inizio anno), mentre la domanda di Fondi Comuni/Sicav è stata trainata dai fondi di casa (45 milioni nel mese, 208 milioni da inizio anno). Per l’amministrato, come ha spiegato anche Gian Maria Mossa, a maggio “sono prevalse scelte di impiego della liquidità a breve termine per la volatilità dei mercati”.

Gian Maria Mossa: “La nostra priorità è quella di stare vicino ai nostri clienti e ai nostri banker”

La raccolta di maggio, ha commentato l’AD Gian Maria Mossa, conferma il forte aumento della domanda di consulenza da parte delle famiglie in un contesto di mercato ancora incerto. Nei risultati del mese emerge come la rete di Consulenti di Banca Generali abbia saputo rispondere con professionalità a queste esigenze mettendo a segno nuove opportunità di crescita. “In un contesto di incertezza del quadro economico e finanziario e di speculazioni sul risico bancario, la nostra priorità è quella di stare vicino ai nostri clienti e ai nostri banker e continuare a lavorare su importanti progettualità che ci consentiranno di accelerare nel nostro percorso di crescita”, ha ribadito in merito l’AD Gian Maria Mossa.

Amica Chips S.p.A.: la storia del gusto Made in Italy

Amica Chips S.p.A. è tra le principali realtà italiane del settore alimentare, sinonimo di qualità, innovazione e crescita internazionale. Con una storia radicata anche nel territorio, l’azienda continua a evolversi grazie a un’offerta diversificata e una forte identità di marketing.

Amica Chips logo

Amica Chips S.p.A., una storia di gusto e innovazione

Fondata nel 1990 a Castiglione delle Stiviere da Alfredo Moratti, Amica Chips S.p.A. è oggi una delle aziende italiane più affermate nella produzione di patatine e snack. Alla base del suo successo vi è un modello aziendale che punta sul valore delle persone, con oltre 350 collaboratori e collaboratrici e una sede produttiva di 70.000 metri quadrati. Grazie a un catalogo costantemente aggiornato, l’azienda è entrata nel 1991 nella grande distribuzione, diventando presto un punto di riferimento in Italia e in 22 Paesi nel mondo. Il viaggio imprenditoriale di Moratti si è distinto per visione e lungimiranza, con un’attenzione particolare alla qualità e alla filiera produttiva. Dopo una visita a Chicago, nacque la linea Eldorada Amica Chips, caratterizzata da una patatina più spessa e dal gusto casalingo, oggi simbolo dell’innovazione del marchio.

Il percorso di crescita è stato sostenuto anche da acquisizioni strategiche, come Dorita nel 1996, Pandal patatine nel 1998 e MIA nel 2004, che hanno consolidato la posizione dell’azienda nel mercato. Il trasferimento delle produzioni a Castiglione delle Stiviere ha rafforzato ulteriormente il legame con il territorio. Oggi, l’azienda adotta standard qualitativi elevatissimi, supportati da tecnologie avanzate e da una rete europea di fornitori, per garantire freschezza e sicurezza lungo tutta la filiera. L’impegno verso la qualità è confermato dall’adozione del sistema HACCP e da controlli di precisione in ogni fase della produzione. Il recente rinnovamento del sito web e-commerce ha introdotto una piattaforma più accessibile, dinamica e orientata all’utente, con contenuti interattivi e una navigazione semplificata. Il portale permette di scoprire tutta la gamma di prodotti, dalle storiche patatine Amica Chips ai gusti più innovativi.

Quanto fattura Amica Chips?

La crescita di Amica Chips S.p.A. si riflette nei numeri: un fatturato che ha superato i 140 milioni di euro, frutto di una strategia centrata su innovazione, qualità e diversificazione. Con un posizionamento forte nel panorama alimentare europeo e una distribuzione capillare, l’azienda ha consolidato la propria leadership anche attraverso collaborazioni di rilievo e iniziative che uniscono sport e brand identity. Tra queste, è significativa l’esperienza con Amica Chips Knauf Cycling Team, che ha rappresentato un ulteriore tassello nella costruzione della visibilità aziendale a livello internazionale.

Attraverso una comunicazione coerente e uno stile visivo immediatamente riconoscibile, Amica Chips ha saputo costruire un rapporto di fiducia con il pubblico. Questo legame è alimentato da un’offerta trasversale, adatta a ogni tipo di consumatore, grazie anche alla continua ricerca di gusti originali e packaging accattivanti. L’attenzione alla qualità è testimoniata dalla selezione accurata delle materie prime, dalla lavorazione alla frittura e al confezionamento, secondo elevati standard. Amica Chips S.p.A. si conferma così come una delle eccellenze del Made in Italy, capace di coniugare innovazione, tradizione e competitività internazionale.