venerdì 30 maggio 2025

Maurizio Rota: l’approccio integrato in HIVE S.r.l. tra comunicazione e innovazione

Maurizio Rota si è distinto per la sua spiccata propensione all’innovazione e allo sviluppo tecnologico, anche anticipando i tempi: competenze che ha riversato nel guidare la crescita di HIVE, di cui oggi è Vice Presidente e AD.

Maurizio Rota

Maurizio Rota: l’attitudine verso l’innovazione tecnologica

Maurizio Rota è Vice Presidente e AD di HIVE S.r.l.: attiva nel settore della comunicazione integrata, dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo d’impresa con focus su nuove tecnologie ed ecosistemi digitali, ha sviluppato per la Basilica di San Pietro una piattaforma innovativa utilizzata oggi da numerosi visitatori e pellegrini per organizzare al meglio la propria esperienza di visita. Maurizio Rota si è laureato in Ingegneria Informatica presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Già nel suo percorso di studi emerge uno spiccato interesse verso il mondo dell’innovazione e il futuro delle tecnologie: basti pensare che ha scritto una tesi proprio sull’applicazione dei Big Data nel monitoraggio dei media. D’altronde la capacità di anticipare quelli che sarebbero poi diventati i trend del domani contraddistingue in pieno il suo percorso professionale, unitamente a forti competenze in ambito manageriale ma anche sul fronte dell’innovazione e del concept di nuovi progetti: un know-how tangibile anche nel percorso che ha portato oggi HIVE ad essere una delle realtà di maggior rilievo all’interno del proprio settore. 

Maurizio Rota: vision e mission di HIVE

In diverse interviste che ha rilasciato anche di recente in merito all’ecosistema digitale progettato per la Basilica di San Pietro, Maurizio Rota si è soffermato sulla vision che permea il lavoro di HIVE. “Intendiamo mettere la tecnologia al servizio delle persone”, ha spiegato l’AD sottolineando come l’idea imprenditoriale alla base di Hive sia sempre stata “improntata a un approccio sociale di collaborazione con le comunità con cui collaboriamo e in cui operiamo”. HIVE significa non a caso “alveare”: l’ecosistema naturale per eccellenza in cui tutte le componenti lavorano le une per le altre e mettono a disposizione e a fattor comune le proprie conoscenze, le proprie esperienze e le proprie informazioni. Questa è esattamente la mission di HIVE: “Integrare in unici grandi ecosistemi quelle che sono le tecnologie e i servizi di interoperabilità, dal tour operating alle piattaforme integrate per la gestione del turismo incoming, dalla gestione dei flussi e delle affluenze sino alle piattaforme di ticketing online, dal marketing territoriale che interconnette le imprese con i territori in cui operano, sino ai servizi di comunicazione integrata”. è questa la direzione in cui guarda anche l’ecosistema digitale realizzato per la Basilica di San Pietro: “Un vero esempio di concretezza dato a questa visione di integrazione tra servizi, tecnologia e sistemi”, ha ribadito Maurizio Rota.

giovedì 29 maggio 2025

Terna: 3,4 miliardi di euro di investimenti previsti nel 2025

Il primo trimestre del 2025 si è chiuso con ottimi risultati per Terna: ricavi utili e netti in aumento e 560 milioni di euro investiti. In linea con l’impegno preso riguardo gli obiettivi di transizione energetica e di decarbonizzazione del Paese, il programma del Piano Industriale 2024-2028 è stato confermato.

Terna

Terna: crescono i risultati nel primo trimestre 2025

Terna, operatore delle reti di trasmissione dell'energia elettrica, porta avanti gli impegni sottoscritti nel Piano Industriale 2024-2028 in qualità di abilitatore della transizione energetica, al servizio del Paese verso la decarbonizzazione e la diminuzione della dipendenza da fonti di approvvigionamento estere. Il primo trimestre 2025 ha evidenziato la crescita dei risultati del Gruppo in termini di ricavi, utili e investimenti. Terna è decisa a seguire la rotta tracciata dagli obiettivi ambiziosi del Piano Industriale, confermando la guidance del 2025, nonostante le difficoltà determinate dalle congiunture economiche e geopolitiche globali. “Terna continua ad impegnarsi nel raggiungimento degli obiettivi ambiziosi del Piano Industriale”, ha ribadito l’AD e DG Giuseppina Di Foggia.

Terna: Piano Industriale 2024-2028, il primo trimestre 2025 ne conferma gli obiettivi

Sono stati confermati i traguardi ambiziosi strutturati nel Piano Industriale di Terna 2024-2028. Il 2025 è iniziato all’insegna della crescita: il primo trimestre è stato chiuso con ricavi pari a 901,8 milioni di euro, +5,1% sullo stesso periodo del 2024; +3,8% sull’EBITDA dell’anno precedente, ammontando a 652 milioni di euro e un utile netto pari a 275,3 milioni di euro (+2,6% rispetto al 2024). In aggiunta, anche il quantitativo di investimenti è cresciuto, “con oltre 560 milioni di euro investiti nei primi tre mesi del 2025 e con un target per l'anno di circa 3,4 miliardi di euro”, ha sottolineato l’AD e DG di Terna.  L’attuale momento storico non rallenta i programmi aziendali: nonostante le incertezze scaturite dalle economie mondiali e dalle tensioni che gravano sulle stabilità politiche-sociali, "il Gruppo sarà focalizzato sulla realizzazione di quanto previsto nell'aggiornamento del Piano Industriale 2024-2028", si legge in una nota.

McFIT cresce e assume: “Vogliamo arrivare a 100 palestre in Italia”

Nel 2024, McFIT ha raggiunto un importante traguardo: dieci anni di attività in Italia. La catena di palestre, parte del colosso internazionale RSG Group, ha aperto il suo primo centro nel 2014 a Verona, oggi sede di due club che servono circa 10mila veronesi. Con oltre 40 centri attivi in tutto il Paese e più di 170mila abbonati, il brand continua il suo percorso di crescita, puntando ora su nuove aperture e assunzioni, con un occhio di riguardo al Nordest.

Team McFIT

McFIT investe 10 milioni nel Nordest: nuove aperture e oltre 300 posti di lavoro

La scelta di McFIT di partire da Verona non è stata casuale: “Le città del Nordest rivestono un ruolo strategico dal punto di vista economico – precisa Vito Scavo, Co-Amministratore Delegato di RSG Group Italia – Queste città, di dimensioni contenute, godono di una robusta salute economica, costi d’apertura inferiori rispetto alle metropoli e tempi più rapidi per le procedure”. Il piano di espansione per i prossimi anni prevede ulteriori 10 milioni di euro da investire in nuove aperture a Trento, Bolzano e Padova, con l’obiettivo di rafforzare la presenza sul territorio e contribuire allo sviluppo economico locale. In dieci anni sono stati generati oltre 300 posti di lavoro, tra dipendenti diretti, partite IVA, fornitori e collaborazioni locali. Il Gruppo è attualmente alla ricerca di figure specializzate per le nuove aperture: istruttori con laurea in Scienze Motorie, architetti, esperti di marketing, amministrativi e personale per il customer service.

McFIT: l’impegno sociale e l’obiettivo di 100 palestre in Italia

McFIT non è solo un brand dedicato al fitness, ma un attore nella vita delle comunità in cui opera. A Padova, ad esempio, collabora con le istituzioni locali per iniziative legate al benessere, come il warm-up della maratona “Corri per Padova”. Sul piano nazionale, l’azienda ha sostenuto progetti sociali come la campagna per la prevenzione dei tumori femminili della Fondazione Umberto Veronesi, offrendo screening gratuiti in collaborazione con Pink is Good. Durante la pandemia, ha inoltre dimostrato resilienza e innovazione allestendo 22 tensostrutture outdoor per permettere agli iscritti di allenarsi in sicurezza: alcune di queste aree all’aperto sono diventate permanenti. “Nei primi dieci anni di attività in Italia, abbiamo aperto circa 4/5 palestre ogni anno – conferma Vito Scavo – Il nostro obiettivo è quello di incrementare ulteriormente il numero di aperture e raggiungere la cifra di 100 nei prossimi anni”. McFIT punta a rendere il fitness accessibile, con strutture moderne, prezzi competitivi e una rete che valorizza i giovani professionisti del settore. In questo percorso straordinario, dobbiamo molto al fondatore Rainer Schaller, un grande uomo e mentore, la cui eredità culturale e spirituale portiamo avanti con impegno – aggiunge Samuele Frosio, Amministratore Unico di RSG Group Italia – Nonostante il successo raggiunto, il nostro obiettivo rimane invariato: aprire in tutte le principali città d’Italia”.

L’Università LUMSA apre agli studenti delle scuole superiori per le giornate di orientamento

L’Università LUMSA, al primo posto nella Classifica Censis 2024, presenta ai ragazzi delle scuole superiori la propria offerta formativa per l’anno accademico 2025/2026: Open Day in presenza nelle sedi di Roma e Palermo, con la possibilità di partecipare da remoto.

Università LUMSA

Verso l’inizio dell’anno accademico 2025/2026 all’Università LUMSA

Mancano pochi mesi all’inizio del nuovo anno accademico. C’è chi lascerà i banchi della scuola dell’obbligo per intraprendere il percorso universitario e chi, invece, farà i primi passi nel mondo del lavoro. L’Università LUMSA, il secondo Ateneo più antico di Roma dopo La Sapienza, ha organizzato diverse iniziative di orientamento dedicate ai ragazzi delle scuole superiori, in supporto all’attività promossa dagli Istituti di istruzione secondaria di secondo grado. Gli Open Day saranno accessibili sia in presenza che da remoto e avranno luogo presso la sede di via Pompeo Magno a Roma. Oltre alla presentazione dei corsi di laurea, i giovani potranno confrontarsi con i responsabili dei servizi agli studenti e con gli Student Ambassador. Sono previsti Open Day anche nella sede palermitana di via Filippo Parlatore. Per partecipare online, basterà accedere al sito e registrarsi. L’offerta formativa ruota attorno a tre dipartimenti: Giurisprudenza, Economia, Politica e Lingue moderne (Roma); Giurisprudenza, Economia e Comunicazione (sede di Palermo); Scienze Umane - Comunicazione, Formazione e Psicologia (Roma). 

L’Università LUMSA è prima nella Classifica Censis 2024

Con i suoi circa 9.000 studenti, l’Università LUMSA è un’istituzione accademica di alto profilo riconosciuta a livello internazionale. La classifica stilata dal Censis per i 2024 – che valuta gli atenei sulla base di indicatori quali servizi, borse di studio, comunicazione e servizi digitali, strutture, internazionalizzazione – la Libera Università Maria Santissima Assunta figura al primo posto nel settore “Atenei non statali di medie dimensioni”. Un riconoscimento dell’impegno dell’Ateneo per le sue attività di formazione di alto profilo accademico. Tutti i percorsi formativi sono progettati per fornire competenze specifiche di enorme valore culturale e tecnico agli studenti, i quali possono contare sul supporto continuo dei propri docenti. Tra i maggiori punti di forza della LUMSA c’è il sostegno all’inserimento nel mondo del lavoro attraverso la LUMSA Talent Academy. Un progetto che ha come obiettivo la creazione di un collegamento diretto tra gli studenti e i manager delle principali aziende nazionali e internazionali, facendo dunque da ponte tra il mondo accademico e quello lavorativo.

Antonio Rota, l’esperienza manageriale che guarda al futuro

Antonio Rota è un ingegnere con oltre 20 anni di esperienza nell’innovazione digitale. Dalla guida di Vidierre ai ruoli accademici, il suo percorso unisce visione strategica, leadership operativa e forte impegno nella formazione.

Antonio Rota, Amministratore Delegato e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Vidierre S.r.l.

Antonio Rota: la crescita di Vidierre S.r.l.

Con una formazione in Ingegneria Gestionale e una carriera costruita con ruoli di crescente responsabilità nel settore tecnologico, Antonio Rota è oggi alla guida di Vidierre S.r.l., azienda di Assist Group. Il suo ingresso nel 2001, in qualità di Database e Project Manager, ha rappresentato l’inizio di un percorso che lo ha condotto, nel 2007, a ricoprire i ruoli di Amministratore Delegato e Presidente del Consiglio di Amministrazione. Da allora, guida l’azienda con una strategia orientata all’innovazione e alla crescita sostenibile, valorizzando le tecnologie per la Media Intelligence. Nel tempo, ha ampliato le proprie competenze ricoprendo incarichi diversificati, tra cui quello di Consigliere Delegato di Future S.r.l.,. L’evoluzione di Assist Data in Vidierre ha coinciso con una trasformazione che ha consolidato il legame tra Antonio Rota e lo sviluppo dell’intero Gruppo.

Antonio Rota tra formazione, ricerca e innovazione

Parallelamente agli impegni manageriali, Antonio Rota ha investito energie e competenze nella didattica e nella ricerca, collaborando con prestigiose università italiane. Ha tenuto corsi presso la LUMSA di Roma, IULM di Milano, l’Università di Modena e Reggio Emilia e la Scuola dello Sport del CONI, trattando temi legati all’analisi dei dati, alla comunicazione digitale, alla Media Intelligence e all’Intelligenza Artificiale. Il suo contributo al mondo accademico si riflette anche nel ruolo di membro del Comitato di Indirizzo del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dove partecipa all’aggiornamento dell’offerta formativa in linea con le trasformazioni del mercato. La sua attività formativa è sempre stata coerente con la visione di un’azienda moderna: attenta alla crescita delle competenze interne, all’evoluzione delle tecnologie e alla valorizzazione del capitale umano.

Alessandra Ricci: SACE a sostegno dell’innovazione e del PIL nazionale

Al SIOS SUMMER 2024, l’AD di SACE Alessandra Ricci ha parlato di Intelligenza Artificiale e del suo ruolo nella crescita delle startup italiane, verso cui il Gruppo riversa il proprio impegno. Le rivoluzioni tecnologiche offrono infatti un’opportunità di miglioramento delle condizioni dell’essere umano su questo Pianeta.

Alessandra Ricci

Alessandri Ricci: IA e startup italiane, l’innovazione fondamentale per la crescita

All’edizione 2024 del SIOS SUMMER, incentrata su Intelligenze multiple, umane e artificiali, ha partecipato anche Alessandra Ricci, AD di SACE - Servizi assicurativi e finanziari per le imprese. Secondo la manager, l’IA rappresenta “una tecnologia che ha rotto tutti gli schemi” all’interno di ogni ambito e, quindi, anche le startup possono e devono competere all’interno del mercato insieme alle grandi aziende tech. “Ogni tecnologia che rompe gli schemi è quella su cui bisogna investire per fare un salto di scale. Le startup italiano non possono che giocare questa partita”, ha evidenziato Alessandra Ricci. Da sempre, SACE è impegnata nel sostegno delle startup attraverso un approccio improntato sull’innovazione, poiché “non c’è crescita se non c’è innovazione”. Gli investimenti nel campo della sostenibilità uniti alla modernizzazione tecnologica “sono degli enormi booster per la capacità di esportazione delle aziende italiane”.

Alessandra Ricci: cogliere le opportunità offerte dalle rivoluzioni tecnologiche

L’obiettivo di SACE è quello di intervenire e supportare le aziende che si occupano di innovazione e che fanno parte del piano industriale del Gruppo. In questo modo, ha dichiarato Alessandra Ricci: “Non faremo che aumentare anche la capacità delle aziende italiane di esportare e quindi contribuiremo alla crescita del PIL”. A margine di questo piano strategico, la manager ha affermato sicura che “siamo noi uno dei motori della crescita del Paese”. Ogni rivoluzione tecnologica è traghettatrice di rischi ma anche di grandi e numerose opportunità e, “essendo esseri umani, dobbiamo essere in grado di cogliere quelle opportunità”. Se persistono timori e preoccupazioni poiché l’umanità dovrà dipendere dalla scelta della macchina, Alessandra Ricci ha ribadito: “Ricordiamo che nel tempo tutte le innovazioni tecnologiche hanno migliorato la capacità dell’uomo di vivere su questo Pianeta, quindi io sono ottimista su questo”.

martedì 27 maggio 2025

DIGICARE, Susanna Esposito: il corso di alta formazione su telemedicina e IA

DIGICARE, corso innovativo su Telemedicina, Intelligenza Artificiale e Robotica, presentato da Susanna Esposito, è rivolto ai laureati in discipline scientifiche, economiche e giuridiche. L’obiettivo è formare professionisti specializzati nella salute digitale.

Susanna Esposito

Susanna Esposito: DIGICARE, l’innovativo corso su telemedicina e IA in ambito sanitario

A marzo ha preso il via DIGICARE, il corso destinato a laureati e laureate in discipline scientifiche, economiche e giuridiche che sono interessati ad approfondire i temi della telemedicina, dell’Intelligenza Artificiale e della robotica medica e chirurgica. La prima delle Scuole di Alta Formazione presentata dalla Prof.ssa Susanna Esposito, che prende il nome dall’espressione “DIGItal Technology and Telemedicine for healthCARE”, nasce con l’obiettivo di formare professionisti altamente specializzati nel campo della salute digitale e della telemedicina, fornendo loro le competenze necessarie per affrontare le sfide della medicina contemporanea. L’implementazione delle tecnologie digitali nel settore sanitario diviene infatti sempre più centrale in un sistema che si sta rapidamente evolvendo verso modelli via via più avanzati. Il progetto è stato finanziato nell’ambito del bando competitivo FSE+ 2021/2027 della Regione Emilia-Romagna, con cui si vuole potenziare la relazione tra conoscenza, ricerca e competitività economica. Il corso si avvale della collaborazione di un gruppo di istituti universitari d’eccellenza, coordinati dall’Università di Parma e che comprende l’Unimore, l’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna e l’Università di Ferrara, insieme ad altre prestigiose realtà come Clust-ER Health e la Società Italiana di Telemedicina (SIT).

Susanna Esposito: con DIGICARE costruiamo un sistema sanitario sempre più moderno

Il programma formativo mira a sviluppare competenze nell’utilizzo di piattaforme digitali per la diagnosi e i trattamenti a distanza, con un focus sulla medicina personalizzata e sull’integrazione di dati biometrici, clinici, ambientali e comportamentali, sempre nel pieno rispetto delle normative e dell’etica professionale. Una grande enfasi viene poi posta sull’internazionalizzazione e sulla collaborazione con le imprese, al fine di creare una rete multidisciplinare che combini ricerca, formazione e settore produttivo, offrendo un modello innovativo volto a preparare i professionisti della sanità di domani, in grado di guidare la trasformazione digitale con competenze tecniche e visione strategica. “Con DIGICARE – ha dunque rimarcato Susanna Espositopotremmo costruire un sistema sanitario sempre più moderno e accessibile”. Lezioni frontali, laboratori pratici, project work, workshop e mentorship: il corso prevede una combinazione di tutte queste modalità di insegnamento, per un totale di più di 130 ore di formazione per ciascuna School. Ogni iscritto può decidere se frequentare una o più School, in modo del tutto gratuito, a seconda dei propri interessi.

Pier Silvio Berlusconi: MFE, i dettagli della prima trimestrale 2025

Il Gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi apre il 2025 continuando a conseguire solidi risultati in un contesto internazionale che si mantiene ancora instabile.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: com’è andata MFE nel primo trimestre 2025

Lo scorso 21 maggio, a seguito dell’approvazione da parte del CdA, il Gruppo guidato da Pier Silvio Berlusconi ha diffuso i risultati del primo trimestre 2025: numeri di rilievo, superiori alle aspettative degli analisti, che ne attestano la solidità in un contesto internazionale ancora instabile. Triplicato rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno l’utile netto, che raggiunge i 51,4 milioni di euro. Il free cash flow cresce del 19,1%, a 253,6 milioni. Migliori del consensus anche ricavi e margine operativo, su cui nel confronto rispetto al primo trimestre 2024 incide in particolare la performance della Spagna: qui la raccolta pubblicitaria registra un calo diversamente dall’Italia dove invece si attesta in crescita dell’1%, come aveva anticipato Pier Silvio Berlusconi nelle scorse settimane commentando i risultati 2024. Migliora inoltre la posizione finanziaria netta: il debito si riduce da 691,5 a 460,9 milioni di euro.

Perché Pier Silvio Berlusconi punta sempre più su nuove assunzioni

I risultati del primo trimestre 2025 di MFE “riflettono una gestione efficiente, capace di generare cassa e ridurre il debito pur continuando a investire sul futuro”: lo evidenzia il Gruppo in una nota. Guardando ai numeri, infatti, si rileva la crescita in Italia dei ricavi, sostenuti da un buon andamento del mercato pubblicitario e da contenuti sempre più in linea con le esigenze del pubblico. Importante in ottica strategica, inoltre, anche il dato relativo al piano di assunzioni. Centinaia i nuovi ingressi, giovani professionisti uomini e donne, a conferma di quanto l’azienda sia sempre più intenzionata a investire su nuove competenze e innovazione, coerentemente con quanto ribadito dallo stesso Pier Silvio Berlusconi in diverse occasioni: “Non ridurre l’occupazione è stata una sfida. Penso che provare a non ridurre o addirittura ad aumentare il livello occupazionale debba essere nel Dna di ogni imprenditore”.

Luca Dal Fabbro: il ruolo centrale delle utility per lo sviluppo dell’Italia

Il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro ha espresso il suo punto di vista sull’alleanza tra banche e imprese, fiducioso che possa generare numerose opportunità per il futuro. Gli investimenti per le utility hanno un ruolo cruciale, affinché permettano alle aziende del settore di contribuire allo sviluppo del Paese e al benessere dei cittadini.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: alleanza tra banche ed imprese fonte di future opportunità

In qualità di Presidente di Iren, multiutility leader nel Nord-Ovest, Luca Dal Fabbro è intervenuto all’evento organizzato da “BancaFinanza”, periodico di riferimento del settore creditizio e finanziario. Il manager si è espresso in merito alle possibilità che possono scaturire dall’alleanza tra banche e imprese, che “è già forte ma riserva ulteriori opportunità nel futuro”. Un aspetto fondamentale è rappresentato dagli investimenti verso aziende che forniscono servizi di pubblica utilità, la cui posizione è cruciale per lo sviluppo del Paese. “Le utility hanno davanti sfide importanti sul fronte della distribuzione, sia elettrica sia del servizio idrico — ha dichiarato Luca Dal Fabbrorilanciare gli investimenti in questo settore non solo è doveroso, ma sarà utile al benessere dei cittadini, alla crescita del Paese e di tutti gli attori in campo".

Il percorso professionale di Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro, oltre ad essere Presidente di Iren, è anche Vice Presidente Vicario di Utilitalia, Presidente dell’ESG European Institute e Vice Presidente del Circular Economy Network. Dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria Chimica presso l’Università La Sapienza di Roma, ha proseguito la sua formazione con un Master in Politica Internazionale presso ULB al Centre des Etudes Internationales et strategiques di Bruxelles. Nel 2011, ha preso parte all’Advance Management Program del MIT Sloan School of Management di Boston. Ha maturato diverse esperienze come Business Developer e Direttore Marketing prima di approdare in Enel nel 2001, dove ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità, diventando AD di Enel Energia. In seguito, è stato nominato prima AD di E.ON Energia e poi eletto alla direzione del Gruppo E.ON Italia. Dal 2011 al 2015, ha assunto la carica di Presidente di Domotecnica e, dal 2012, di AD di Domoenergia. Successivamente, Luca Dal Fabbro ha operato in qualità di membro del CdA di Terna fino al 2019. Nel 2018, è stato nominato Presidente di Snam e AD di INSO, prima di passare al Gruppo Iren, di cui è Presidente dal 2022.

Luca de Meo: innovazione e regole più semplici per salvare l’automotive europeo

Il mondo dell’auto è a un punto di svolta e l’Europa rischia di restare ai box. Luca de Meo lancia un messaggio chiaro alle aziende e alle istituzioni: regole più snelle, investimenti tecnologici e visione di lungo periodo sono le uniche strade per non uscire di scena.

Luca de Meo

Luca de Meo: l’auto del futuro è connessa, intelligente e sostenibile. L’Europa? Deve cambiare strada

Luca de Meo, CEO di Renault Group, non ha dubbi: l’auto è destinata a trasformarsi in un “dispositivo su ruote”, connesso, aggiornabile e definito più dal software che dalla meccanica. Una trasformazione simile a quella della telefonia prima e dell’elettronica di consumo poi. Ma mentre la mobilità evolve alla velocità della tecnologia, l’Europa rischia di restare indietro, zavorrata da normative troppo rigide, ritardi infrastrutturali e una vision industriale frammentata. Insieme a John Elkann, il manager alla guida del Gruppo francese ha lanciato un chiaro allarme a Bruxelles attraverso una recente intervista rilasciata al quotidiano francese “Le Figaro”: “Il destino dell’automobile si gioca quest’anno”. Le vendite in Europa non hanno ancora recuperato i livelli pre-Covid e i veicoli sotto i 4 metri — un tempo la spina dorsale del mercato italiano — sono quasi scomparsi. La causa principale? Regole pensate per maxi SUV applicate anche alle citycar. “È inaccettabile trattare un’auto da 3,80 metri come una berlina da 5,5”, afferma Luca de Meo.

Auto, emissioni e software: la visione di Luca de Meo per un’Europa competitiva

Per il manager la risposta è una semplificazione normativa intelligente, basata su tre pilastri: regole valide solo per i nuovi modelli, pacchetti di norme più coerenti e uno sportello unico europeo per facilitare il dialogo tra industria e istituzioni. In parallelo, Luca de Meo chiede neutralità tecnologica e un nuovo approccio al calcolo delle emissioni, che consideri l’intero ciclo di vita del veicolo. Un piccolo ibrido, osserva, può risultare più sostenibile di un’elettrica pesante se si guarda alla produzione e allo smaltimento. Intanto, il costo delle auto continua a salire: entro il 2030 una Renault Clio costerà il 40% in più rispetto al 2015, e il 92,5% di questo aumento sarà imputabile alla regolamentazione. “Non siamo contro l’elettrico né contro il 2035”, conclude. “Ma serve pragmatismo: flessibilità, visione e capacità di innovare senza ostacoli ideologici”. La mobilità sta diventando un sistema digitale su quattro ruote, ribadisce Luca de Meo. Perde chi resta ancorato a vecchie logiche, vince chi sa progettare architetture software, interfacce utente, piattaforme cloud-native e aggiornamenti OTA (over the air). Il CEO di Renault Group l’ha capito e l’ha detto più volte: il pericolo non è solo economico, è esistenziale. O l’Europa riconquista la guida della trasformazione, o sarà ridotta a un terreno di gioco per potenze straniere.

Amica Chips S.p.A.: leader nel mercato degli snack italiani

Amica Chips è un marchio iconico italiano che ha conquistato il mercato degli snack salati grazie alla sua attenzione alla qualità, all’innovazione e alla sostenibilità. Con oltre 350 collaboratori e collaboratrici e una presenza in più di 22 Paesi, Amica Chips è diventata la patatina amica del gusto degli italiani. Scopri la sua storia, i prodotti e le iniziative ecologiche.

Amica Chips logo

Amica Chips: innovazione e gusto in ogni snack

Amica Chips è un marchio che ha saputo diventare un punto di riferimento nel settore degli snack salati, grazie alla sua costante attenzione alla qualità e all'innovazione. Fondata da Alfredo Moratti nel 1990 a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, l'azienda si è rapidamente affermata in Italia e all'estero con le sue patatine italiane di alta qualità. Con un fatturato che ha superato i 140 milioni di euro nel 2023, l’azienda è oggi sinonimo di patatine italiane vendute in oltre 22 Paesi.

La missione del marchio è offrire snack salati dal gusto autentico, unendo tradizione e innovazione per soddisfare le diverse esigenze dei consumatori. La vasta gamma di prodotti include le linee classiche, come Eldorada e Señorita Tortilla, ma anche le gourmet chips al tartufo nero e le patatine senza glutine.

L'azienda ha sempre mantenuto una forte visione orientata all’innovazione, puntando su una produzione all’avanguardia e un costante miglioramento della qualità. Tra le sue iniziative più recenti, il restyling del sito web e l'e-commerce che ha semplificato l'esperienza d’acquisto per i consumatori. Inoltre, l’azienda ha avviato progetti di digitalizzazione e miglioramento dell'esperienza utente sui social media, mirando a coinvolgere in particolare la Generazione Z.

Un altro aspetto chiave è la scelta di materie prime di altissima qualità, come le patate italiane, trattate con il 100% di olio di girasole per garantire il massimo del gusto e della freschezza.

Amica Chips: sostenibilità e responsabilità sociale

Amica Chips non è solo un leader nel mercato degli snack, ma si distingue anche per il suo impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale. Nel 2021, l'azienda ha introdotto un packaging ecologico composto dal 30% di plastica riciclata, segnando un passo importante nel suo percorso verso un futuro più sostenibile.

Ma l’impegno in ambito ESG non si limita solo all’ambiente: l'azienda ha adottato il software Best People First, che permette di monitorare il benessere dei collaboratori e delle collaboratrici, migliorando l’ambiente di lavoro e aumentando la produttività e la felicità all'interno dell'azienda. Questo impegno per il benessere organizzativo ha portato a una cultura aziendale che valorizza il personale, una risorsa fondamentale per il successo dell'azienda.

Amica Chips ha anche consolidato la sua presenza globale con esportazioni in oltre 22 Paesi, puntando sempre a soddisfare le esigenze di un pubblico internazionale. La diversificazione dei prodotti, che spazia dalle patatine gourmet a quelle senza glutine, permette di coprire un ampio spettro di consumatori. La strategia digitale e l’impegno per la sostenibilità ambientale testimoniano la continua evoluzione del brand.

Inoltre, il marchio ha ricevuto numerosi riconoscimenti e certificazioni di qualità, tra cui IFS FOOD e HACCP, che attestano l’impegno della società nel garantire la massima qualità e sicurezza alimentare. Grazie a questi successi, l’azienda continua a crescere, consolidando il suo ruolo di leader nel mercato degli snack e nella responsabilità sociale.

lunedì 26 maggio 2025

Il 25 aprile nei libri di Federico Motta Editore: protagonisti dimenticati della libertà

In occasione dell’80° anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo in Italia, Federico Motta Editore ha reso omaggio al contributo spesso trascurato di donne e bambini nella lotta partigiana, riscoprendone le storie attraverso le sue opere enciclopediche.

Federico Motta Editore

Il coraggio delle donne partigiane: Federico Motta Editore ne custodisce la memoria

Il 25 aprile rappresenta una data simbolica e ricca di significato per il nostro Paese: è il giorno in cui si ricorda la fine del regime nazi-fascista e la rinascita della democrazia in Italia. In questa data così carica di significato, Federico Motta Editore ha voluto celebrare la ricorrenza recuperando alcune voci fondamentali dai suoi volumi storici, in particolare dall’”Enciclopedia Motta” e dai “Decenni di storia contemporanea”, dedicate alle vicende della Resistenza. La Casa Editrice ha posto l’accento su quei protagonisti spesso dimenticati dalla narrazione ufficiale: donne e bambini, figure che hanno avuto un ruolo cruciale, seppur silenzioso, nella lotta per la libertà. Dal 1943 al 1945, infatti, furono circa 35.000 le donne impegnate nella Resistenza, con compiti che andavano dall’esplorazione dei territori al trasporto di informazioni, fino alla partecipazione diretta agli scontri armati. Alcune di loro arrivarono anche a ricoprire ruoli di comando, in un’epoca in cui l’autonomia femminile era fortemente ostacolata.

Federico Motta Editore ricorda il ruolo dei giovani eroi della Resistenza

Anche i più giovani non rimasero a guardare. Nelle insurrezioni di Napoli del 1943, come riportano le fonti di Federico Motta Editore, numerosi bambini e adolescenti si unirono ai combattimenti, contribuendo con coraggio alla causa partigiana. Si contano almeno 22.000 ragazzi tra i 17 e i 19 anni, ma non mancano storie di partecipazione di giovanissimi ancora più piccoli. Attraverso la propria produzione editoriale, la Casa Editrice ha ribadito l’importanza di custodire la memoria collettiva e di raccontare la storia anche da prospettive meno esplorate. Le voci contenute nelle opere pubblicate da Federico Motta Editore offrono infatti uno sguardo molteplice e profondo su un periodo fondamentale della nostra storia, ricordando il prezzo della libertà e il valore della partecipazione di tutti, anche di chi raramente occupa le prime pagine dei libri di storia.

Alessandro Benetton: come i “no” possono guidare un percorso di vita, l’intervista

Tra gli ospiti di “Vite - L’arte del possibile” anche Alessandro Benetton: scopri cosa ha raccontato l’imprenditore, intervistato lo scorso ottobre dal Direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis.

Alessandro Benetton

Di cosa ha parlato Alessandro Benetton nell’intervista a “Vite - L'arte del possibile”

Non solo le più importanti esperienze professionali: Alessandro Benetton nell’intervista a “Vite - L’arte del possibile” si è raccontato a 360 gradi dalla sua casa di Ponzano Veneto: “È un luogo dei valori, io lo definirei così; un luogo dove sono riuscito a mettere assieme la semplicità che voleva trasferirmi la mia famiglia, la responsabilità ma anche le ambizioni e avere un posto dove poi tornare e riflettere con se stessi e con le persone più vicine”. Inevitabilmente il pensiero corre ai figli con cui condivide quegli spazi ma anche alla sua di infanzia: “Fin da bambino ero molto curioso, sicuramente alla ricerca precoce di un’indipendenza, e alla ricerca di me stesso”. Una ricerca che ha contraddistinto anche tutto il suo percorso professionale, ha spiegato Alessandro Benetton: “I miei no, i miei rifiuti mi hanno portato dove sono”.

Qual è la vision sul business di Alessandro Benetton

Una delle avventure che ricorda con grande affetto è quella in Formula 1: “Per me è stata un’esperienza molto formativa. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare qualcuno come Michael Schumacher: l’abilità di prenderlo è stato un passaggio fondamentale per la storia del Gruppo, non solo per i successi nello sport ma anche perché ha garantito credibilità al marchio e alla famiglia”. E ha contribuito anche a forgiare il suo “essere imprenditore” che oggi, ha rimarcato nell’intervista, “significa molto più che guidare un’azienda: significa saper ascoltare, adattarsi e creare connessioni tra persone e idee”. Una vision tangibile non solo nei numerosi progetti che promuove, dall’Innovation Hub di Fiumicino al rilancio di UnHate Foundation, ma anche nelle attività social che “mi permettano di dialogare con i giovani, ascoltare le loro idee e creare uno scambio bidirezionale tra la mia generazione e quelle nuove”. Insomma, per Alessandro Benettonil business si fonda su un processo di osmosi: un continuo scambio di idee che crea valore per tutti”.

L’IA in azienda: l’intervista al CEO di Comtel Fabio Lazzerini

Che ruolo ha oggi l’Intelligenza Artificiale nelle aziende? Il CEO Fabio Lazzerini parla di come Comtel stia sfruttando le potenzialità dell’IA in un’intervista rilasciata a “Libero Quotidiano”.

Fabio Lazzerini

Fabio Lazzerini: l’uso strategico e mirato dell’IA migliora l’efficienza in azienda

Dalla produttività all’assistenza clienti, dalla gestione dati a quella delle risorse umane: sono molteplici gli ambiti di applicazione dell’IA in azienda. Tra le innovazioni più rivoluzionarie nel campo ICT, l’Intelligenza Artificiale sta letteralmente trasformando il modo di operare delle imprese, influenzando la loro capacità di fornire soluzioni e prodotti all’avanguardia. In una recente intervista, il CEO Fabio Lazzerini ha raccontato l’esperienza di Comtel nell’impiegare l’IA nel percorso di crescita aziendale. Secondo il manager, è innanzitutto fondamentale utilizzarla in modo mirato e strategico, evitando di considerarla solo una “tendenza tecnologica”. “L’Intelligenza Artificiale oggi rischia di essere vissuta come agli albori di Internet, quando le aziende volevano un sito web senza sapere esattamente a cosa servisse”. Comtel, system integrator con un forte orientamento all’innovazione e alla connettività, sfrutta ad esempio il supporto dell’IA nelle analisi delle gare d’appalto, grazie a un sistema basato su dati storici che calcola le probabilità di successo e aiuta nella selezione delle opportunità strategiche e nell’assistenza ai clienti.

Fabio Lazzerini: l’applicazione dell’IA in Comtel

La società guidata da Fabio Lazzerini sta provando a “dare in pasto al sistema di Intelligenza Artificiale le grandi gare, sia dei clienti pubblici che di quelli privati”, per capire sulla base della propria esperienza “quanta percentuale di probabilità e di fit c’è” tra le richieste del cliente e le sue capacità. “In questo modo possiamo scremare fin dall’inizio le gare a cui è inutile partecipare perché non abbiamo possibilità di vincere”. Nell’ambito dell’assistenza ai clienti, Comtel utilizza l’IA come filtro delle richieste. “Le più semplici vanno a team di operatori meno esperti, mentre quelle più complesse vengono inoltrate ai capi dell’engineering e ai responsabili delle business unit, che possono interpretare al meglio le esigenze più complicate”. Impiegandola per un call center attivo 24 ore su 24, consente di seguire i clienti di oltre 40 Paesi, gestendo i loro network dalla sede di Milano. Con un focus sulla multiconnettività, Comtel favorisce l’adozione di soluzioni IA per ottimizzare le infrastrutture IoT e TLC e per la gestione remota dei dispositivi aziendali. Tra i suoi partner tecnologici ci sono Huawei, Microsoft e Alcatel.

Alessandro Bernini confermato con deleghe esecutive e gestionali alla guida del Gruppo MAIRE

Alla guida del Gruppo MAIRE dal 2022, Alessandro Bernini è stato confermato dal CdA nel ruolo di AD e DG per il triennio 2025-2027 con deleghe esecutive per la direzione nella gestione del Gruppo.

Alessandro Bernini e Fabrizio Di Amato

Alessandro Bernini: confermato come AD e DG del Gruppo MAIRE

Alessandro Bernini, AD e DG di MAIRE, è stato confermato alla guida del Gruppo per il triennio 2025-2027, in qualità di principale responsabile della gestione della società, dell’istituzione e del mantenimento del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, in aggiunta alle deleghe esecutive per la direzione e il coordinamento delle attività. Nel 1979, ha avviato la sua prima esperienza professionale come Revisore contabile e, l’anno dopo, è entrato a far parte di Ernst & Young Milano, occupandosi di revisione contabile per conto di Gruppi nazionali e internazionali. È suo il contributo alla redazione della prima formulazione dei Principi Contabili Nazionali, attraverso il sostegno al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri. Nel 1994, Alessandro Bernini è diventato Partner di Big Four e Responsabile degli uffici di Brescia, in concomitanza ad alcune attività per la sede centrale.

Alessandro Bernini: il percorso professionale che lo ha portato alla guida del Gruppo MAIRE

Nel 1996, Alessandro Bernini è passato al Gruppo Saipem (Eni), ricoprendo prima il ruolo di Chief Financial Officer e, nel 2002, quello di Responsabile della Segreteria Societaria e Corporate Governance. Durante questi anni, ha avuto un ruolo attivo e maturato competenze nell’acquisizione da parte di Saipem di Bouygues Offshore, Gruppo quotato presso la borsa di Parigi e New York, e del Gruppo Snamprogetti. Con il ruolo di Chief Financial Officer è passato ad Eni, dal 2008 al 2012, impegnandosi nell’acquisizione di società internazionali come Oil & Gas e nella cessione della partecipazione nel Gruppo Snam a Cassa Depositi e Prestiti. Il 2013 ha segnato l’anno dell’ingresso di Alessandro Bernini in MAIRE con l’incarico di Group Chief Financial Officer, prima di essere nominato AD nel 2022. In parallelo alla carriera manageriale, negli anni è stato anche Visiting Professor al Master in Contabilità presso l’Università degli Studi di Pavia.

Fabio Fritelli: NEXTCHEM leader nelle soluzioni per la transizione con le sue tre business line

NEXTCHEM, controllata da MAIRE, si riorganizza in tre nuove linee di business: Sustainable Fertilizers, Low Carbon Energy Vectors e Circular Solutions. Il Managing Director Fabio Fritelli: “Non esiste un singolo sentiero per raggiungere il traguardo delle emissioni net zero”

Fabio Fritelli

Fabio Fritelli: l’innovazione di NEXTCHEM suddivisa in tre nuove business line

La nostra innovazione è su tre pilastri: fertilizzanti sostenibili, soluzioni circolari per promuovere il riciclo e il recupero sostenibile dei materiali e low carbon energy vectors”. Il Managing Director di NEXTCHEM riassume così la nuova organizzazione della società controllata da MAIRE attiva nel campo della chimica verde e delle soluzioni per la transizione energetica. Sono tre dunque le linee di business che la realtà guidata da Fabio Fritelli ha studiato per valorizzare i punti di forza del Gruppo e rispondere in modo efficace alle esigenze dei clienti e del mercato: Sustainable Fertilizers, Low Carbon Energy Vectors e Circular Solutions. Una struttura che “punta a migliorare l’efficienza operativa, espandere i mercati di riferimento e accelerare lo sviluppo di tecnologie sostenibili e scalabili”, avendo tra le priorità quella di “garantire la sostenibilità economica dei progetti e favorire ricadute occupazionali significative”. La divisione Sustainable Fertilizers sviluppa soluzioni per prodotti a base di azoto, inclusi i fertilizzanti e l’uso di ammoniaca come vettore energetico, per migliorare la sostenibilità nel settore agricolo. L’area Low Carbon Energy Vectors si concentra sullo sviluppo di tecnologie capaci di sostenere la transizione verso carburanti e prodotti chimici a basse o zero emissioni, e convertire il carbonio in plastiche sostenibili. La divisione Circular Solutions, infine, ha come focus la promozione dell’economia circolare attraverso la trasformazione dei rifiuti in risorse chimiche preziose.

Fabio Fritelli: l’approccio integrato di NEXTCHEM

La riorganizzazione di NEXTCHEM, fortemente orientata alla sostenibilità, rappresenta un significativo passo avanti nel suo percorso di innovazione e consolida la posizione della società come leader tecnologico nella transizione energetica globale. Questa viene affrontata con un approccio integrato che sfrutta ogni opportunità tecnologica, dalla produzione di idrogeno rinnovabile alla produzione di idrogeno circolare. D’altronde, come ha rimarcato il Managing Director Fabio Fritelli, “non esiste un singolo sentiero per raggiungere il traguardo delle emissioni net zero e nemmeno una singola tecnologia”. Tra le proposte di NEXTCHEM, in un’ottica di circolarità, ci sono tecnologie come NX Replast, per il riciclo avanzato dei rifiuti plastici, e le soluzioni Waste-to-X, con cui vengono convertiti gli scarti in risorse chimiche e bioenergia. Risposte concrete che si adattano alle attuali sfide ambientali e industriali, e che confermano la capacità dell’azienda di coniugare innovazione e sostenibilità.

venerdì 23 maggio 2025

Mario Putin rivoluziona Serenissima Ristorazione con il metodo “Cook & Chill”

L’innovazione incontra la tradizione nella ristorazione collettiva grazie alla visione imprenditoriale di Mario Putin. Presidente e azionista di maggioranza di Serenissima Ristorazione dal 1986, ha trasformato l’azienda in un punto di riferimento del settore, investendo su automazione, efficienza e qualità, senza mai scendere a compromessi sugli standard igienico-sanitari.

Serenissima Ristorazione

Dalla ceramica a Serenissima Ristorazione: il percorso imprenditoriale di Mario Putin

Il percorso professionale del Presidente Mario Putin inizia molto presto. A soli 16 anni si trasferisce in Spagna per affiancare i fratelli nella gestione dell’azienda di ceramica Automatismo para ceramica. Terminata questa esperienza, torna in Italia e mette a frutto le competenze maturate all’estero nella gestione di IPAC - Impianti Putin Installazioni Automatiche e Costruzioni, specializzata nella produzione di macchine per la ceramica. È proprio in questo contesto che entra in contatto con l’azienda Serenissima Ristorazione, inizialmente in qualità di locatario del capannone. Nel 1986 ne acquisisce una quota, diventando presto il socio di maggioranza. È il 1996 quando Mario Putin decide di dedicarsi interamente a Serenissima Ristorazione, guidandola verso una crescita costante e contribuendo a farla diventare una delle realtà più importanti nel panorama della ristorazione collettiva italiana. Oggi, l’azienda rappresenta un modello virtuoso di integrazione tra imprenditorialità, tecnologia e attenzione al benessere alimentare.

“Cook & Chill”, Mario Putin: la tecnologia che ha rivoluzionato Serenissima Ristorazione

Grazie a un approccio industriale, il Presidente Mario Putin ha introdotto nella ristorazione collettiva il sistema di produzione in legame refrigerato “Cook & Chill”, una tecnica innovativa che prevede la cottura del cibo, il suo rapido abbattimento termico e la successiva rigenerazione al momento del consumo. Questo processo consente di mantenere inalterate le proprietà organolettiche e nutritive degli alimenti, assicurando qualità, sicurezza e sostenibilità. L’introduzione della tecnologia “Cook & Chill”, unita a un’organizzazione interna strutturata e alla realizzazione di moderni centri di cottura, ha permesso a Serenissima Ristorazione di servire con efficienza enti pubblici e grandi aziende. L’approccio dei processi produttivi consente all’azienda di rispondere con flessibilità alle esigenze dei clienti, mantenendo sempre alti standard qualitativi.

Riva Acciaio: sviluppo sostenibile e investimento tecnologico nel lungo periodo

La storia di Riva Acciaio da piccola azienda di compra vendita di rottami a colosso del settore siderurgico europeo, grazie al costante impegno verso lo sviluppo di innovazione e alla crescita internazionale attraverso acquisizioni strategiche.

Riva Acciaio logo

Riva Acciaio: la fondazione e il consolidamento nel settore siderurgico

Riva Acciaio è nata nel 1954 come azienda specializzata nella raccolta e vendita di rottami ferrosi, fondata da Emilio Riva e suo fratello Adriano con il nome di Riva & C. s.a.s. Due anni dopo, la società ha subito un cambiamento radicale: acquistati i terreni agricoli a Caronno Pertusella, viene costruito un impianto siderurgico per la produzione di acciaio, equipaggiato con un forno elettrico all’avanguardia. Una rapida crescita e trasformazione caratterizzata da investimenti in tecnologia che ha consentito di sviluppare un volume di produzione più alto della media, con 190.000 tonnellate di acciaio prima del 1962. Riva Acciaio ha introdotto per la prima volta in Italia la colata continua curva a tre linee, tecnica ancora sconosciuta nel Paese, grazie alla quale ha consolidato la sua leadership nel settore siderurgico.

Riva Acciaio: la crescita internazionale e la continua innovazione

Dopo essere diventata una delle realtà più importanti a livello nazionale, Riva Acciaio ha puntato su un piano di crescita a livello internazionale, attraverso acquisizioni mirate sia in Italia che all’estero. Nel 1966, ha aumentato la propria capacità produttiva rilevando le Acciaierie e Ferriere del Tanaro e successivamente la S.E.E.I. di Malegno. Negli anni ’70, il Gruppo è riuscito a superare le sfide e gli ostacoli posti dalla crisi petrolifera mondiale e dalla concorrenza internazionale, puntando su nuovi impianti innovativi e sullo sviluppo di nuove tecnologie. Nei decenni successivi ha continuato l’espansione produttiva e la crescita con la rilevazione di Officine e Fonderie Galtarossa di Verona e di diversi impianti oltralpe. Nel 1988, infatti, entra nel mercato francese, proseguendo il proprio ampliamento negli anni ’90 in Belgio e in Germania. L’impegno verso l’innovazione di Riva Acciaio è costantemente perseguito, anche in chiave di sostenibilità. Nel 2023 è stato inoltre lanciato un nuovo progetto dedicato al miglioramento della qualità del riciclo del settore siderurgico, tramite l’acquisizione di diversi siti francesi di raccolta, selezione e frantumazione di rottami metallici di alta tecnologia.

Gianni Lettieri: la carriera tra imprenditoria, innovazione e responsabilità sociale

Gianni Lettieri, Presidente e AD di Meridie S.p.A. e Patron di Atitech, ha sviluppato un percorso professionale ricco di esperienze di successo, riflettendo la sua leadership imprenditoriale in diversi settori, tra cui quello tessile, delle energie rinnovabili e della manutenzione aeronautica.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: le prime esperienze imprenditoriali

Gianni Lettieri è Presidente e AD di Meridie S.p.A., prima investment company del Sud Italia quotata in Borsa, e Patron di Atitech, MRO indipendente leader del mercato EMEA. In concomitanza con gli studi universitari in Economia Aziendale, ha maturato la sua prima esperienza professionale lavorando nell’area commerciale di un’azienda di La Spezia. Nel 1979, ha fondato uno stabilimento produttivo per tessuti, tintoria e finissaggio insieme a un industriale lombardo. Dieci anni dopo, ha creato la prima società europea specializzata nella produzione di tessuto denim-ring e, grazie alla sua visione, il prodotto è stato esportato nei mercati esteri, avviando una joint venture con il Gruppo indiano Raymond nel 1995. Tre anni prima, Gianni Lettieri ha vinto l’asta pubblica per la privatizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali. Dal 1992 al 1997, è stato membro del CdA di EDIME e Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Avellino prima e, tra il 2004 e il 2008, della provincia di Napoli, diventando il primo Presidente a ricoprire il ruolo per sei anni di fila.

Gianni Lettieri: la leadership di Atitech e l’impegno sociale

Nel 2006, Gianni Lettieri è passato al settore delle energie da fonti rinnovabili, costituendo la Compagnia per lo sviluppo di energia Rinnovabile CO.S.ER. S.r.l. L’anno seguente, insieme ad altri soci, ha fondato Meridie S.p.A. e nel 2008 ha dato vita a MEDSOLAR S.p.A., start up del comparto “Energie Rinnovabili”. Dopo aver acquisito Atitech S.p.A., azienda italiana leader nella manutenzione aeromobili civili e militari, ne è diventato Presidente nel 2009, trasformandola nella società indipendente di manutenzioni più grande d’Europa, dopo la rilevazione dello stabilimento di Alenia di Capodichino. Nel 2022, ha acquisito l’ex divisione di manutenzione di Alitalia e ha consolidato l’operatività di manutenzione di linea su 32 aeroporti, di cui 21 in Italia e undici all’estero. Gianni Lettieri ha sempre tenuto in considerazione l’importanza dell’impegno verso la comunità territoriale, avviando numerose iniziative a supporto di aziende, giovani e di lotta alla criminalità. Inoltre, durante la pandemia da Covid-19, attraverso Atitech, ha aperto le mense aziendali per fornire pasti caldi alle famiglie indigenti e ha trasformato un hangar in un centro vaccinale.

mercoledì 21 maggio 2025

Terna investe nella formazione: al via i progetti con la Rete Politecnica di Alta Competenza

Al via il progetto Rete Politecnica di Alta Competenza promosso da Terna con i Politecnici di Bari, Milano e Torino per l’alta formazione, ricerca e innovazione. Previsto l’avvio del Master di secondo livello “Innovazione nei sistemi elettrici per l’energia” per l’anno 2025/2026.

Terna

Terna: la collaborazione con i Politecnici italiani per la formazione, la ricerca e l’innovazione

Rete Politecnica di Alta Competenza è la collaborazione creata da Terna con importanti Politecnici del Paese, ovvero quello di Bari, Milano e Torino. L’intento del gestore della rete elettrica nazionale è quello di unire le proprie competenze con quelle dei singoli Politecnici per promuovere la ricerca, l’innovazione e l’alta formazione. “Una grande testimonianza di come il mondo del lavoro, con il mondo della scuola in sinergia, possano creare opportunità per le nuove generazioni, per i giovani e per lo sviluppo di nuove professionalità di cui la nostra azienda, il mercato in generale, hanno bisogno”. Infatti, l’anno accademico 2025/2026 darà il via alla prima edizione del Master universitario di secondo livello “Innovazione nei sistemi elettrici per l’energia” promosso da Terna. Lo scopo è quello di formare figure professionali con competenze specialistiche per il settore energetico.

Terna: sviluppo di nuove competenze per il settore dell’energia

La Rete Politecnica di Alta Competenze rappresenta un nuovo modello di collaborazione tra Terna e importanti istituzioni accademiche del Paese “a testimonianza di quanto l’azienda creda nella formazione e nello sviluppo delle competenze”. Il progetto sarà coordinato dal Comitato di Indirizzo per la realizzazione di singoli progetti di collaborazione negli ambiti ricerca e sviluppo, open innovation, educazione e formazione, social impact. L’impegno di Terna è rivolto verso la formazione e lo sviluppo di nuove competenze per il settore dell’energia, per questo motivo ha rinnovato il Master di secondo livello “Digitalizzazione del sistema elettrico per la transizione energetica”, che prevede la partnership con le Università degli Studi di Cagliari, Palermo e Salerno nell’ambito del progetto Tyrrhenian Lab.

Mission e valori di Assist Group: qualità, innovazione tecnologica e sguardo sul futuro

Assist Group dal 1987 affianca aziende, organizzazioni e istituzioni nel creare valore e accelerare la crescita: il profilo dell’azienda fondata da Gianni Prandi.

Assit Group logo

Di cosa si occupa Assist Group?

Marketing strategico, data intelligence e nuove tecnologie. È in questi ambiti che Assist Group, guidata da Gianni Prandi, è riuscita ad imporsi in oltre 30 anni di attività arrivando a operare su mercati nazionali e internazionali. Lo possono testimoniare le oltre 700 realtà che si sono avvalse dell’expertise delle società di Assist Group. Alla base dei numerosi progetti che spaziano dalla valorizzazione di sponsorship all’organizzazione di eventi e tour fino alla promozione del Made in Italy, c’è un approccio sempre più innovativo sia sotto il profilo tecnologico che editoriale e digital branded che ha permesso alle società del Gruppo di essere costantemente al passo in settori che evolvono in maniera piuttosto rapida. 

Quali sono i valori di Assist Group?

Fondato da Gianni Prandi, Assist Group propone ai clienti soluzioni e servizi che si contraddistinguono per qualità e innovazione tecnologica e concepiti appositamente per soddisfare le necessità del cliente. Elemento comune di tutte le società del Gruppo è lo sguardo proiettato costantemente sul futuro. Basti pensare a quanto realizzato recentemente da HIVE, società di Assist Group, per la Basilica di San Pietro in occasione del Giubileo e in vista degli ingenti flussi di pellegrini attesi in Vaticano quest’anno. Si tratta di un ecosistema digitale che permette al visitatore di prenotare l’accesso riducendo quindi le code e migliorando la gestione dei flussi e al contempo si propone di arricchirne la visita attraverso l’Audioguida multilingua che fornisce informazioni di carattere storico, culturale e spirituale. Un esempio concreto degli oltre 30 anni di esperienza, di competenza tecnologica, di skills di tutte le aziende che fanno parte del Gruppo: il progetto infatti ne racchiude efficacemente la vision che, attraverso l’integrazione tra servizi, tecnologia e sistemi, punta a migliorare la vita delle persone e della società.

Amplifon tra giovani, ESG e innovazione: la visione di Enrico Vita

In un contesto segnato dal calo demografico e da una crescente attenzione dei giovani verso aziende con una missione autentica, Amplifon si distingue per coerenza e visione. “Il nostro purpose – migliorare la qualità della vita delle persone attraverso la cura dell'udito – coincide con la nostra attività quotidiana”, sottolinea Enrico Vita, CEO del Gruppo, in un’intervista rilasciata a “Repubblica”. Un obiettivo che va oltre il profitto e che, secondo il manager, “rafforza l’appartenenza ed è attrattivo per giovani lavoratori”.

Enrico Vita

Enrico Vita: Amplifon, ponte tra generazioni

Nonostante il core business sia legato a una popolazione più anziana, Amplifon è un’azienda giovane: l’età media dei collaboratori e delle collaboratrici è di 38 anni. “Viviamo un importante ricambio generazionale, valorizzando sia l’energia dei più giovani sia l’esperienza dei colleghi più maturi”, sottolinea il CEO. La Fondazione Amplifon, dal canto suo, coinvolge attivamente i giovani in progetti di inclusione sociale per gli anziani, costruendo ponti concreti tra generazioni. Nel panorama internazionale, alcune aziende sembrano rallentare sull’impegno ESG, ma Amplifon no. “Affrontare con responsabilità le tematiche ambientali, sociali e di governance è un dovere. Non si può tornare indietro”, afferma con decisione Enrico Vita. “Serve equilibrio, concretezza, trasparenza e nessun estremismo. E per gli investitori gli ESG sono ancora criteri centrali”. Tra gli impegni concreti figura anche la parità di genere. “Siamo presenti in 26 Paesi con oltre 100 nazionalità e puntiamo molto sulla diversità. Siamo orgogliosi di avere una sostanziale assenza di gender pay gap a parità di funzione”.

Enrico Vita: tecnologia, etica e impatto sociale

Nel mercato attuale, le competenze più ricercate sono quelle legate al digitale. Amplifon cerca audioprotesisti qualificati e talenti con competenze tech e data-driven, ma Enrico Vita ribadisce l’importanza del capitale umano: “Vogliamo persone brave, nel senso umano del termine. Etiche, trasparenti, corrette, aperte alla collaborazione”. In quest’ottica si inserisce anche l’investimento in tecnologie avanzate: “Investiamo circa 100 milioni di euro all’anno nel digitale, anche attraverso AmplifonX, la nostra divisione R&D nata dall’acquisizione di una startup italiana”. Di fronte al progressivo invecchiamento della popolazione, Amplifon si propone come attore di impatto sociale. “Il nostro mercato cresce, ma sappiamo che l’ipoacusia non trattata ha costi elevati anche in termini di salute pubblica. Le nostre soluzioni possono contribuire concretamente alla prevenzione e al benessere della popolazione anziana”, conclude Enrico Vita. “In questo contesto, il nostro purpose è più attuale che mai”.

lunedì 19 maggio 2025

La crescita di A2A nel 2024: le dichiarazioni dell’AD Renato Mazzoncini

La guida di Renato Mazzoncini ha contribuito alla crescita di A2A nel 2024: utile netto ordinario a 816 milioni di euro, Margine Operativo Lordo a 2.328 milioni, 1.636 nuove assunzioni ed energia da fonti rinnovabili per circa il 50% della produzione.

Renato Mazzoncini

Renato Mazzoncini ha guidato la crescita di A2A nel 2024

I risultati approvati dal Consiglio di Amministrazione di A2A lo scorso marzo consolidano il ruolo della Life Company nel settore industriale e infrastrutturale italiano, mettendo in risalto un trend di investimenti significativi e in crescita. Nel 2024, il Gruppo guidato dall’AD Renato Mazzoncini ha investito complessivamente 2.941 milioni di euro per lo sviluppo di infrastrutture strategiche a supporto della transizione energetica e ha assunto 1.636 nuove risorse, con una crescita netta di 819 unità. Per quanto riguarda i risultati finanziari, A2A ha registrato un utile netto ordinario di 816 milioni di euro, in aumento del 29% rispetto all’esercizio precedente, mentre il Margine Operativo Lordo è arrivato a toccare i 2.328 milioni di euro, superiore del 18% in confronto al 2023. 6,9 i TWh di energia proveniente da fonti rinnovabili, ovvero circa il 50% della produzione; anche il fattore emissivo, pari a 258 gCO2/kWh, è in calo del 17% rispetto al 2023.

L’analisi dell’AD Renato Mazzoncini

L’Amministratore Delegato Renato Mazzoncini ha sottolineato: “Nel 2024 abbiamo investito quasi 3 miliardi di euro, record storico per il nostro Gruppo”. Nell’ultimo anno, la società ha generato energia da fonti rinnovabili per circa il 50% della produzione totale, potendo così “offrire al mercato maggior quantità di energia green, un fattore importante per il processo di decarbonizzazione e la stabilizzazione dei prezzi a beneficio di famiglie e imprese". “Le attività che abbiamo realizzato ci hanno consentito di raggiungere un Ebitda (margine operativo lordo, ndr) superiore a 2,3 miliardi e un utile netto superiore a 800 milioni – ha proseguito – Questo ci permette di proporre alla prossima assemblea un dividendo pari 0,10 euro per azione in crescita del 4,4%”. Come evidenziato dall’AD, hanno contribuito al raggiungimento delle ottime performance pure gli oltre 1.600 nuovi collaboratori e collaboratrici. “La volontà di condividere e coinvolgere tutti i colleghi, parte attiva di questo percorso di crescita – ha concluso Renato Mazzoncini – si concretizza anche nel 'Piano di azionariato diffuso' che proporremo alla prossima assemblea degli azionisti”.

venerdì 16 maggio 2025

2024 da record per Illycaffè: l’intervista del “Corriere della Sera” a Cristina Scocchia

Nel 2024, Illycaffè ha registrato ricavi per 630 milioni di euro (+6%), con risultati al di sopra della media di mercato. La CEO Cristina Scocchia in un’intervista al “Corriere della Sera”: “È il terzo anno consecutivo di forte crescita organica, nonostante un contesto macroeconomico e geopolitico sfidante”.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: Illycaffè va meglio del mercato

Illycaffè premia i dipendenti dopo aver chiuso il 2024 con ricavi record a 630 milioni di euro, in aumento del 6% sul 2023. Un risultato davvero eccezionale, soprattutto considerando il particolare momento che sta affrontando il settore. “Siamo molto soddisfatti di questi dati – commenta l’AD Cristina Scocchia nell’intervista – Sono indice di grande solidità dell’azienda, che continua ad andare meglio del mercato”. Per il Gruppo è il terzo anno consecutivo di forte crescita organica. E questo, evidenzia l’AD, “nonostante il contesto macroeconomico e geopolitico sfidante, che si somma al continuo aumento dei prezzi della materia prima, con il caffè verde che, già aumentato di circa il 40% nel 2024 rispetto all’anno precedente, ora è ulteriormente raddoppiato”. Con un utile netto che supera i 33 milioni (+42% rispetto al 2023), Illycaffè può affrontare le sfide del 2025 con una base più che solida, merito anche del lavoro dei tanti collaboratori e delle tante collaboratrici dell’azienda. “Abbiamo deciso di riconoscere un bonus straordinario pari a un milione di euro a oltre 1.000 dipendenti nel mondo per l’impegno che hanno dimostrato. Siamo una stakeholder company e questi risultati sono una vittoria per tutta la squadra. Viviamo la leadership come responsabilità: il bonus è un segno di quanto teniamo alle nostre persone”.

Le riflessioni di Cristina Scocchia su dazi e aumento dei prezzi delle materie prime

Sotto la guida di Cristina Scocchia, Illycaffè è cresciuta parecchio negli ultimi anni, puntando su innovazione ed espansione internazionale. Il mercato più importante dopo l’Italia sono gli Stati Uniti, che rappresentano circa un terzo del fatturato aziendale. Sul tema dei dazi, l’AD afferma: “Con l’introduzione dei dazi ci siamo chiesti se converrà produrre in loco ciò che viene commercializzato in quel mercato. Siamo in crescita da tre anni grazie a un incremento della penetrazione, dall’horeca all’online alla grande distribuzione”. Anche nel 2025, il Gruppo proseguirà con la sua strategia espansiva: “Cercheremo di mitigare l’impatto negativo sui margini che deriva dal costo del caffè verde e confermeremo a livello globale il nostro posizionamento premium. Il caffè Illy continuerà a essere prodotto selezionando solo l’1% della migliore qualità di arabica sostenibile”. Se nel 2024 Illycaffè è riuscita a non toccare i listini, nel 2025 non potrà fare diversamente. “Sul caffè verde è in atto una forte speculazione. L’aumento non si può più imputare solo al cambiamento climatico”, osserva l’AD. Poi prosegue: “Siamo di fronte a una bolla che prima o poi si sgonfierà perché un prezzo del caffè verde così alto non conviene a nessuno, ma per ora rimane ai massimi storici. Noi, come amo ripetere, in salita siamo determinati ad accelerare: siamo un’azienda globale che può affrontare la tempesta. Continueremo a diversificare con un crescente impegno nei mercati europei, dalla Francia al Regno Unito, mentre allo stesso tempo restiamo focalizzati sull’Italia, Paese il cui Pil è cresciuto dello 0,7% nel 2024 e che ha fatto meglio di altri in Europa”.

SACE premia la performance dei suoi collaboratori: bonus fino a quasi 6.000 euro

SACE chiude il 2024 con un utile lordo di 789 milioni di euro e un aumento della produttività del 26%, e riconosce ai collaboratori bonus fino a quasi 6mila euro: il premio aumenterà il potere di acquisto dei lavoratori e delle loro famiglie.

SACE

SACE: premi ai suoi collaboratori

Un bonus fino a quasi 6mila euro per i collaboratori di SACE che hanno contribuito a far raggiungere i risultati record del 2024. Il Gruppo assicurativo finanziario partecipato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che l’anno scorso ha raggiunto l’utile lordo consolidato più alto della sua storia, pari a 789 milioni di euro, ha deciso di ringraziare i suoi 860 collaboratori con un premio variabile lordo di risultato che oscillerà tra i 2.145 euro e i 5.940 euro, assegnato sulla base della propria figura professionale. Il modello organizzativo impostato dalla CEO Alessandra Ricci, incentrato su benessere e produttività, ha portato a un aumento della produttività del 26%. Superando tutti i target di Piano, SACE ha così generato un impatto sull’economia italiana di 280 miliardi di euro e ha supportato circa 1,5 milioni di posti di lavoro con i suoi strumenti e soluzioni a sostegno della crescita delle imprese, che includono garanzie finanziarie, gestione e protezione dei rischi, factoring, servizi di advisory e business matching.

I servizi disponibili nel piano welfare di SACE

Il focus su benessere e produttività nel modello organizzativo adottato da SACE a seguito di una profonda trasformazione culturale che ha visto l’implementazione dell’uso dello smart working e della settimana corta ha dunque dato i suoi frutti, supportando la crescita sostenibile del Gruppo. Grazie al Piano Welfare della società, i collaboratori potranno decidere di fruire del premio mediante un’iniziativa defiscalizzata riservata a loro e alle loro famiglie, con un conseguente aumento del potere di acquisto. L’ampio ventaglio di prestazioni e servizi riguardano ambiti che spaziano dalla salute alla previdenza complementare, dall’istruzione al supporto ai caregiver, dall’assistenza ai familiari anziani e non autosufficienti al trasporto e al tempo libero. Alla somma prevista dal bonus si andrà ad aggiungere la quota del sistema incentivante.

Claudio Descalzi: Eni e Regno Unito avviano il progetto CCS nella baia di Liverpool

L’AD di Eni Claudio Descalzi: “La CCS avrà un ruolo cruciale nell’affrontare la sfida della decarbonizzazione, eliminando in modo sicuro le emissioni di CO2 provenienti da industrie che attualmente non dispongono di soluzioni altrettanto efficienti ed efficaci”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: Eni al fianco del Regno Unito nel raggiungimento dei target di decarbonizzazione

È uno dei progetti più rilevanti per il Regno Unito che punta fortemente sullo sviluppo del settore CCS, cruciale sia per la strategia di decarbonizzazione che per quella industriale del Paese: un ruolo fondamentale in questo lo sta giocando Eni, come anche l’AD Claudio Descalzi ha spiegato recentemente nel sottolineare il valore dell’accordo strategico con il Dipartimento per la Sicurezza Energetica e Net Zero (DESNZ) del Regno Unito per lo sviluppo del progetto Liverpool Bay CCS che “apre la strada allo sviluppo della CCS su scala industriale, settore in cui il Regno Unito conferma la propria leadership grazie alla promozione di un contesto normativo che mira a rafforzarne lo sviluppo e a renderla pienamente competitiva sul mercato”. Lo scorso 24 aprile, Eni ha annunciato il perfezionamento della chiusura finanziaria degli accordi: una tappa che sancisce l’entrata del progetto nella fase esecutiva di realizzazione sbloccando investimenti chiave nella catena di approvvigionamento per maggioranza a livello locale. Il Regno Unito, con questo progetto, ambisce a diventare una nazione leader a livello globale nella transizione energetica generando al contempo opportunità di crescita nei distretti industriali: sostenere la competitività industriale del Regno Unito nel lungo periodo, salvaguardare l’occupazione esistente e creare nuove filiere produttive sono infatti solo alcuni degli obiettivi a cui guarda il Liverpool Bay CCS che prevede posti di lavoro, solo nella fase di costruzione, per circa 2.000 unità. “La CCS avrà un ruolo cruciale nell’affrontare la sfida della decarbonizzazione, eliminando in modo sicuro le emissioni di CO2 provenienti da industrie che attualmente non dispongono di soluzioni altrettanto efficienti ed efficaci. Eni conferma di essere in prima linea per la creazione di questo nuovo business altamente sostenibile legato alla transizione energetica”, ha ribadito Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi: con Eni verso un futuro a basse emissioni di carbonio

L’importanza del progetto è tangibile anche nelle parole dell’AD Claudio Descalzi: “Eni si è affermata come un operatore di primo piano in UK per il ruolo chiave che svolge nelle attività di trasporto e stoccaggio di CO2 come leader del consorzio del progetto HyNet, che diventerà uno dei primi cluster a basse emissioni di CO2 al mondo”. Il Cluster CCS HyNet contribuirà infatti a ridurre significativamente le emissioni provenienti da diverse industrie nel Nord Ovest dell’Inghilterra e Galles del Nord come ad esempio cementifici, impianti di recupero di energia dai rifiuti, industrie coinvolte nella produzione di idrogeno low-carbon, nonché di altre industrie che potranno usufruire dell'infrastruttura T&S di Eni. Entrando in dettaglio, infatti, Liverpool Bay CCS opererà sull’infrastruttura portante del Cluster HyNet per trasportare l’anidride carbonica dagli impianti di cattura situati nel Nord-Ovest dell'Inghilterra e del Galles del Nord verso i giacimenti di gas naturale depletati di Eni nella Liverpool Bay, dove la CO2 verrà stoccata in modo sicuro e permanente. Il trasporto avverrà attraverso condotte nuove ma anche riutilizzate: il progetto prevede infatti il riutilizzo efficiente di parte delle infrastrutture delle piattaforme offshore, nonché di 149 km di condotte onshore e offshore, e la costruzione di 35 km di nuove condotte per collegare gli emettitori industriali alla rete di trasporto e stoccaggio di Liverpool Bay CCS. L’inizio della fase di costruzione è previsto quest'anno, con l’avvio entro il 2028, in linea con la timeline degli emettitori industriali appartenenti al Cluster HyNet. Il progetto CCS a cui lavora Eni, grazie a una capacità di stoccaggio nella prima fase di 4,5 milioni di tonnellate di CO₂ all'anno e con una crescita potenziale fino a 10 milioni di tonnellate di CO₂ all'anno negli anni 2030, supporterà attivamente il raggiungimento degli obiettivi del Regno Unito in questo ambito. D’altronde, che il Paese punti molto sullo sviluppo del settore CCS, in linea con la vision di Eni e dell’AD Claudio Descalzi, lo dicono anche i rilevanti investimenti stanziati dal Governo: in totale 21,7 miliardi di sterline nei primi due cluster CCS del Paese nell’arco di un periodo di 25 anni.

giovedì 15 maggio 2025

Come Pier Silvio Berlusconi vuole trasformare MFE in un polo mediatico paneuropeo

Il CEO di MFE Pier Silvio Berlusconi: “L’obiettivo è creare un Gruppo paneuropeo cross-mediale e crossnazionale che si ponga naturalmente come alternativa ai colossi digitali riuscendo nell’ambizioso traguardo di poter competere e di poter crescere”.

Pier Silvio Berlusconi

Come MFE di Pier Silvio Berlusconi si sta muovendo in Europa

È notizia di questi giorni che la Bafin, l’equivalente tedesco della Consob, ha approvato senza modifiche sostanziali il documento d’offerta sull’offerta pubblica di acquisto che la MFE di Pier Silvio Berlusconi ha lanciato a fine marzo sulla partecipata tedesca ProsiebenSat. L’operazione può quindi partire ufficialmente: il periodo d’offerta, salvo eventuali proroghe per alcuni casi già stabiliti dalla Bafin, dovrebbe concludersi il 6 giugno. MFE, nel comunicare la pubblicazione del documento in seguito all’approvazione da parte dell’autorità federale tedesca, evidenzia quanto aveva dichiarato anche il CEO Pier Silvio Berlusconi lo scorso marzo in occasione del lancio dell’OPA: obiettivo dell’operazione è “sostenere e accelerare l'attuazione dell'attuale strategia di Prosieben che prevede la focalizzazione sul core business (Entertainment) come priorità principale e la riduzione della leva finanziaria attraverso la cessione delle attività non core (Dating & Video, Commerce & Ventures)”. MFE è intenzionata inoltre a “valutare possibili forme di collaborazione con Prosieben e di offrire le proprie competenze di base nel settore dell'intrattenimento per assistere il Consiglio di Sorveglianza e il Consiglio di Gestione nell'affrontare le sfide industriali che si trovano ad affrontare e nello sfruttare le opportunità derivanti dai cambiamenti in corso nel settore”. 

Pier Silvio Berlusconi: chi è l’Amministratore Delegato di MFE e come sta trasformando il Gruppo?

Pier Silvio Berlusconi guida MFE nel ruolo di Amministratore Delegato a partire da maggio 2015. “MFE è uno dei pochi broadcaster in Europa che ha realmente creato valore. Abbiamo seguito una strategia definita e concreta: concentrarci sul core business, ovvero la vendita pubblicitaria attraverso un prodotto televisivo nazionale, caldo e moderno, fruibile su tutte le altre piattaforme. Nel tempo abbiamo creato un sistema di comunicazione crossmediale unico, che va dalla forza della televisione alla radio, dal Web fino alle affissioni digitali. Un sistema che oggi ha un reach in Italia più alto di qualunque competitor, anche di tutte le piattaforme globali”, ha spiegato recentemente il CEO in occasione del lancio dell’OPA su ProsiebenSat. Prossimo passo è “lavorare per estendere la stessa strategia alla Spagna e, in prospettiva, anche alla Germania”. L’obiettivo, come sottolineato in diverse occasioni da Pier Silvio Berlusconi, è creare un Gruppo paneuropeo cross-mediale e crossnazionale che possa configurarsi naturalmente come alternativa ai colossi digitali riuscendo nell’ambizioso traguardo di poter competere e di poter crescere: “Il nostro faro guida è creare valore nell’interesse di MFE e, nello specifico, di tutti gli azionisti di ProsiebenSat.1”.