martedì 30 settembre 2025

Siderurgia: come Gruppo Riva ha conquistato l’Europa

Gruppo Riva nasce nei primi anni ‘50 dalla visione di Emilio Riva e di suo fratello Adriano. In un’Italia che si stava rialzando dalle macerie della guerra e che stava per vivere il cosiddetto “miracolo economico”, i due imprenditori colsero le potenzialità di un settore strategico come quello siderurgico.

Gruppo Riva

Gruppo Riva: dal commercio di rottami ferrosi agli investimenti oltre i confini nazionali

Quella che iniziò come attività di commercio di rottami ferrosi si trasformò presto in una realtà produttiva in grado di accompagnare la crescita industriale del Paese e di espandersi all’estero, ponendo le basi di uno dei più importanti gruppi siderurgici europei. La metà degli anni ‘60 rappresentò un momento cruciale per l’acciaio italiano, messo alla prova da una concorrenza internazionale sempre più aggressiva. Per restare competitivo, Gruppo Riva scelse la via dell’innovazione tecnologica. Nel 1964, grazie alla collaborazione con Luigi Danieli e il progettista Renzo Colombo, nello stabilimento di Caronno entrò in funzione la prima colata continua curva a tre linee, mai installata prima in Italia. Questa svolta permise di abbandonare i lingotti e produrre direttamente billette, riducendo i costi e aumentando l’efficienza produttiva. Dopo le prime acquisizioni italiane, alla fine degli anni ‘60 il Gruppo raggiunse le 300mila tonnellate di acciaio prodotte all’anno, aprendo la strada ai mercati internazionali. Negli anni ‘70 iniziarono i grandi investimenti all’estero, con la presenza dell’azienda in Spagna, Canada e Francia. Nel 1980 la produzione superò 1,1 milioni di tonnellate, triplicando i volumi rispetto al decennio precedente e confermando Gruppo Riva tra i protagonisti europei del settore. La produzione era ormai distribuita tra Italia (61%), Spagna (28%) e Francia (11%).

Gruppo Riva tra acquisizioni, logistica e sostenibilità

Il percorso di crescita proseguì con nuove acquisizioni. Nel 1996 lo stabilimento di Sellero (Brescia) dalla IBL; l’anno successivo le Acciaierie di Cornigliano a Genova e nel 2000 il gruppo francese SAM, con 8 stabilimenti e 1.500 dipendenti, capace di produrre 1,5 milioni di tonnellate d’acciaio. Accanto all’attività siderurgica, Gruppo Riva investì anche nelle infrastrutture logistiche, ottimizzando ed ampliando il trasporto di materie prime e di prodotti finiti. A gennaio 2023, Gruppo Riva ha acquisito diversi siti di raccolta, selezione e frantumazione di rottami metallici, confluiti nella società TRENTETROIS. Un passo che rafforza la catena del riciclo dell’acciaio, riaffermando l’impegno aziendale verso la sostenibilità e l’autosufficienza nelle materie prime.

lunedì 29 settembre 2025

“Listening to our Planet”, Enrico Vita: il piano di Amplifon per la sostenibilità

Amplifon, Gruppo guidato dal CEO Enrico Vita, ha annunciato l’avvio della nuova strategia climatica “Listening to our Planet”, un piano ambizioso validato e certificato dalla Science Based Targets Initiative (SBTi). L’obiettivo è chiaro: contribuire in modo concreto alla lotta contro il cambiamento climatico, in linea con gli impegni presi con l’Accordo di Parigi del 2015.

Enrico Vita

Enrico Vita: gli obiettivi concreti di Amplifon al 2030

Il percorso delineato da Amplifon prevede una riduzione del 42% delle emissioni dirette di gas serra (Scope 1 e Scope 2) rispetto ai livelli del 2023. Parallelamente, il Gruppo si impegna a diminuire del 25% le emissioni indirette (Scope 3), legate principalmente a beni e servizi acquistati, investimenti in beni capitali, produzione, trasporto e distribuzione dell’energia consumata, logistica in entrata, spostamenti casa-lavoro dei dipendenti, beni in leasing, uso dei prodotti venduti e attività dei franchisee. Un ulteriore traguardo riguarda la catena di fornitura: entro il 2030, il 44,36% dei fornitori dell’azienda dovrà adottare obiettivi di riduzione delle emissioni fondati su criteri scientifici. “L’avvio di una strategia climatica validata scientificamente  ha commentato il CEO Enrico Vita rappresenta un ulteriore passo in avanti nel percorso di piena integrazione dei fattori ESG nel nostro business”.

Enrico Vita: “Vogliamo continuare a crescere in modo sempre più responsabile e sostenibile

L’assunzione di impegni concreti di riduzione delle nostre emissioni dirette e indirette nel medio termine – ha aggiunto Enrico Vitasi associa al piano di sostenibilità che abbiamo lanciato lo scorso anno con 20 obiettivi concreti e misurabili al 2026, 2028 e 2030 nelle aree prodotto e servizio, etica e responsabilità ambientale, persone e comunità. Vogliamo continuare a crescere in modo sempre più responsabile e sostenibile”. La validazione della Science Based Targets Initiative conferisce solidità e credibilità alla strategia di Amplifon. Questa organizzazione internazionale supporta le imprese nell’elaborazione di piani di decarbonizzazione basati sulle più recenti evidenze scientifiche, con l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2°C, mirando idealmente a 1,5°C.

Paolo Arrigoni: incentivi per ridurre la dipendenza dalle rinnovabili della Cina

Diminuire la dipendenza da Pechino per quanto riguarda le rinnovabili. Questo l’intento degli incentivi Fer-X lanciati dal GSE, guidato da Paolo Arrigoni, rivolto a quelle società che nei propri impianti fotovoltaici non hanno componenti principali prodotti o provenienti dalla Cina.

Paolo Arrigoni

Paolo Arrigoni: il bando per aumentare l’indipendenza dalla Cina

Sotto la guida di Paolo Arrigoni, il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) ha lanciato il primo bando Fer-X “China-free” per i nuovi impianti fotovoltaici in Italia, con lo scopo di diminuire la dipendenza dalla Cina e rilanciare la produzione europea. Il vincitore del bando potrà vendere l’energia raccolta dai propri pannelli fotovoltaici sul mercato, a patto che rispetti dei criteri di preselezione riguardanti i componenti principali del fotovoltaico. Già dal 16 settembre, infatti, il gestore guidato da Paolo Arrigoni ha avviato la raccolta delle manifestazioni d’interesse non vincolanti da parte dei gestori, per accertarsi che utilizzino moduli e materiali non provenienti dalla Cina per i pezzi principali. La grandezza massima degli impianti è di 5 Megawatt e, terminata la scadenza, lo Stato avvierà la gara per conferire i contratti a lungo termine.

Paolo Arrigoni: i dettagli degli incentivi Fer-X

Il Gestore dei Servizi Energetici è pronto a ricevere un’alta partecipazione al bando per accedere ai nuovi incentivi per le rinnovabili, previsti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Come da regolamento, solo quelle società il cui modulo e le celle fotovoltaiche non siano state prodotte in Cina o in stabilimenti che abbiano sede legale nel Paese asiatico possono partecipare alla gara. Altro discorso per gli Inverter e almeno un altro dei componenti principali dell’impianto fotovoltaico, per cui basterà provare che non provengano dalla Cina. Il Fer-X rientra nel Net-Zero Industry Act sancito dall’UE, che si prefissa l’intento di riportare in Europa almeno il 40% della produzione di tecnologie rinnovabili, per diminuire la dipendenza dalla Cina. La quota prevista dal GSE, presieduto da Paolo Arrigoni, ammonta a 1,6 Gigawatt, pari al 20% del contingente massimo previsto per il fotovoltaico dal Decreto Fer-X transitorio.

Comtel: tra espansione estera, capitale umano e innovazione

Dalla quotazione in Borsa all’acquisizione di Nec Italia e Nederland, Comtel ha avviato un processo di espansione atto a consolidare la sua leadership nel settore dei system integrator, volgendo grande attenzione al capitale umano, asset fondamentale per il Gruppo, come ha raccontato Fabio Lazzerini a “Italpress Economy”.

Fabio Lazzerini, AD di Comtel

Comtel: le future operazioni di M&A per la crescita internazionale

Abbiamo un Piano Industriale abbastanza aggressivo e un piano di crescita importante, abbiamo l’obiettivo di aumentare sensibilmente il fatturato e la redditività dell’azienda”, ha dichiarato l’AD di Comtel Fabio Lazzerini nell’intervista rilasciata a “Italpress Economy”, lo scorso 12 settembre. Il Gruppo leader nell’integrazione ICT prosegue il suo percorso di crescita e M&A, dopo che le recenti acquisizioni di Nec Italia e Nederland hanno siglato la prima espansione estera. La quotazione in Borsa, invece, ha reso Comtel ancora più affidabile, completamente trasparente e certificata. “Abbiamo ancora delle operazioni all’orizzonte, stiamo continuando a guardare aziende che sono sul mercato e che sono disponibili ad essere acquisite”, ma l’aspetto più importante rimane avere delle sinergie in comune con le aziende che si intende rilevare. 

Comtel: la valorizzazione del capitale umano e l’integrazione dell’IA

Oltre al piano di crescita e di nuove acquisizioni, Comtel guarda con molta attenzione al proprio capitale umano, che è la risorsa principale per il Gruppo. Verso collaboratori e collaboratrici sono diverse le iniziative intraprese, tra cui vari programmi di welfare e un programma di Academy, denominato Comtalent. Uno degli obiettivi è favorire il ricambio generazionale, assumendo neodiplomati e neolaureati, i quali “fanno un percorso, lavorano e infine li certifichiamo”. Sul fronte dell’innovazione tecnologica, Comtel ha introdotto l’IA sia per ottimizzare i processi interni ed esterni, non per tagliare i costi, sia per “affiancare soluzioni tecnologiche per educare le aziende che la adottano ad utilizzarla nel migliore dei modi”, ha dichiarato Fabio Lazzerini. Recentemente, il Gruppo è entrato a far parte della Fondazione Anthem, dove ingegneria e mondo medicale si ibridano con l’obiettivo di scoprire nuove tecnologie per aiutare la salute.

Federico Motta Editore: il contributo di Gauguin all’arte moderna nell’opera “La storia della civiltà europea”

In “La storia della civiltà europea”, Federico Motta Editore ripercorre l’evoluzione culturale europea, dedicando un saggio alla rivoluzione artistica del linguaggio pittorico in atto in Francia anche attraverso l’opera di Paul Gauguin.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore: la storia dell’innovazione di Paul Gauguin in “La storia della civiltà europea”

Paul Gauguin è stato uno degli artisti che ha contribuito, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, all’innovazione dell’arte moderna. La sua rivoluzione espressiva è raccontata nel volume dedicato all’Età Moderna della collana “La storia della civiltà europea”, opera di Federico Motta Editore costituita da una raccolta di saggi relativi a ogni sfera del sapere e della cultura europea, dalla fine del XV secolo ad oggi. Curata da Umberto Eco, la collana è composta da sei volumi che seguono cronologicamente l’evoluzione della civiltà del vecchio continente e ogni sezione è composta da: cronologia del periodo, introduzione, saggi raccolti per area tematica e da singole cronologie di temi specifici. Nel saggio dedicato al simbolismo dell’opera di Federico Motta Editore, è illustrato come Gauguin sia stato un artista che, con i suoi dipinti, ha generato un movimento che superasse l’impressionismo e il divisionismo. Il suo uso del colore non era più rappresentativo, ma diventava materia viva carica di mistero e simbolo.

Federico Motta Editore: Paul Gauguin e il colore come linguaggio autonomo

Paul Gauguin nei suoi quadri non ricercava alcuna forma di realismo, anzi credeva che un’opera dovesse evocare atmosfere e risonanze interiori. Il pensiero dell’artista è chiarito da Concetto Nicosia nel saggio dedicato al simbolismo, contenuto in “La storia della civiltà europea” di Federico Motta Editore. Gauguin ha concepito la sua visione artistica, il colore come linguaggio autonomo, tardi nella sua carriera, grazie ai laboratori di sperimentazione prima in Bretagna, a Pont-Aven, poi a Tahiti e infine nelle isole Marchesi. Dedicatosi all’arte e alla pittura intorno ai 30 anni, la sua vita è stata tormentata da conflitti interiori: da un lato, la sua ingerenza per le regole borghesi, dall’altro, la sua sfida contro i canoni dell’arte occidentale. L’opera in sei volumi di Federico Motta Editore raccoglie saggi monografici d’autore, che afferiscono a ogni tipo di disciplina: storia, filosofia, scienze e tecnologia, letteratura, arte, musica, teatro, cinema, fotografia e comunicazione.

Tyrrhenian Link, Terna al lavoro sul ramo ovest: Giuseppina Di Foggia: “Infrastruttura chiave”

Prende forma il Tyrrhenian Link con l'inizio delle operazioni nel tratto occidentale tra Sicilia e Sardegna. L'annuncio è arrivato da Giuseppina Di Foggia, la manager alla guida di Terna, che ha sottolineato come il progetto raggiunga profondità marine mai toccate prima da infrastrutture elettriche.

Terna

Terna, al via la prima fase del Tyrrhenian Link con il collegamento Sicilia - Sardegna

È partita da Fiumetorto, nel palermitano, l'installazione del primo segmento del collegamento occidentale del Tyrrhenian Link. L'operazione, condotta da Terna con il supporto tecnico di Nexans, stabilisce un precedente a livello internazionale: il cavo sottomarino in corrente continua ad alta tensione raggiungerà i 2.150 metri di profondità, superando qualsiasi installazione precedente nel settore della trasmissione elettrica. Il progetto complessivo prevede due direttrici: quella occidentale tra Sicilia e Sardegna, ora in fase iniziale, e quella orientale verso la Campania, il cui primo cavo è stato posato a maggio. L'investimento totale ammonta a 3,7 miliardi di euro. “L'avvio della posa del ramo ovest tra Sicilia e Sardegna rappresenta un passo decisivo per il Tyrrhenian Link, perché segna un traguardo di rilevanza storica: per la prima volta, un cavo sottomarino in corrente continua ad alta tensione verrà installato fino a 2.150 metri di profondità, la più elevata mai raggiunta con un cavo di potenza”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, AD e DG di Terna. Il Gruppo, secondo la manager, dimostra così di possedere le competenze necessarie per superare sfide tecniche di questa complessità.

Terna: cronoprogramma e finanziamenti del progetto

La realizzazione procede secondo i tempi stabiliti dal Piano Industriale di Terna. Il completamento del primo cavo del collegamento siciliano - campano risale allo scorso maggio. Nel suo intervento, Giuseppina Di Foggia ha specificato che il Gruppo sta rispettando “il Piano Industriale nella realizzazione del Tyrrhenian Link, infrastruttura chiave per il sistema elettrico nazionale che beneficia di un finanziamento di 500 milioni di euro nell'ambito di RePowerEu”. L’AD e DG ha inoltre precisato che rientra nella missione di Terna fornire le infrastrutture necessarie per gli obiettivi della transizione energetica nazionale. Dal punto di vista tecnico, l'infrastruttura consiste in due collegamenti sottomarini da 500 kilovolt che si sviluppano per complessivi 970 chilometri. Ogni ramo può trasportare 1.000 Megawatt di potenza. L'opera dovrebbe aumentare la sicurezza e l'efficienza della rete elettrica italiana ed europea, incrementando la capacità di scambio energetico tra Sicilia, Sardegna e Campania e migliorando la flessibilità complessiva del sistema.

Alessandro Benetton: un documentario su Sky racconterà la storia della Benetton Formula

Il documentario "Benetton Formula", in onda su Sky e NOW dal 30 novembre e al cinema nel circuito The Space il 14, 15 e 16 novembre, ripercorre i successi e le sfide della scuderia italiana, con le testimonianze di Alessandro Benetton, Flavio Briatore e altre icone della Formula 1.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton nel documentario “Benetton Formula”

La voce di Alessandro Benetton, insieme a quella di Flavio Briatore e altri volti noti della Formula 1, accompagna la narrazione del documentario che andrà in onda su Sky e in streaming su NOW da domenica 30 novembre, anticipato da un’uscita nelle sale The Space Cinema il 14, 15 e 16 novembre. Realizzato in occasione del trentennale delle vittorie mondiali, “Benetton Formula” ripercorre l’epopea sportiva della scuderia italiana che negli anni ’90 innovò il mondo della Formula 1. Da Luciano Benetton che ricorda di quando gli venne chiesto se preferisse l’inno italiano o inglese per la vittoria in Messico del 1986 alle immagini dell’incidente di Alessandro Nannini, dai fotogrammi della reazione di Michael Schumacher dopo la notizia della morte di Ayrton Senna al tragico infortunio del campione tedesco: un grande repertorio di scene, in parte inedite, che raccontano dei momenti di alta tensione in pista, delle rivoluzionarie intuizioni e anche degli eventi drammatici che hanno caratterizzato l’ascesa del team. Lo stesso che è riuscito a sfidare l’élite dello sport mondiale, sotto la guida dell’attuale Presidente di Edizione, portando in alto l’Italia della F1.

Il post di Alessandro Benetton su Instagram

Questo documentario ripercorre la storia del team Benetton dai suoi albori alla prima vittoria del campionato mondiale nel 1994, fino alla seconda nel 1995. Sono orgoglioso di esserne parte e di aver condiviso il mio capitolo in quell’avventura”, scrive Alessandro Benetton in un post su Instagram. Sopra la didascalia, una foto che lo ritrae al fianco di una monoposto verde e azzurra. Oltre al Presidente di Edizione e a Flavio Briatore, a raccontare la storia del team Benetton in Formula 1 sono anche gli ex piloti Ivan Capelli, Gerhard Berger e Ralf Schumacher, il direttore tecnico Ross Brawn, l’ingegnere Rory Byrne, l’imprenditore ed ex pilota Bernie Ecclestone e Luciano Benetton. Con loro, i giornalisti Carlo Vanzini, Pino Allievi e Giovanni Minoli. La produzione del documentario è stata invece affidata a Slim Dogs Production.

venerdì 26 settembre 2025

MFE – MEDIAFOREUROPE: l’espansione europea guidata da Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi ha confermato più volte l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il ruolo di MFE nel settore dei media a livello continentale. Il successo dell’operazione su ProSiebenSat.1 conferma tale direzione, portando avanti il progetto di valorizzazione di un sistema crossmediale integrato e moderno che unisce TV classica, tecnologie digitali, radio e spazi pubblicitari digitali.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: MFE al 76% di ProSiebenSat.1, i progetti futuri

MFE - MEDIAFOREUROPE accresce la propria presenza in Europa rafforzandosi su cinque mercati chiave: Italia, Spagna, Germania, Austria e Svizzera. Con un bacino potenziale che supera i 100 milioni di spettatori, il Gruppo diventa il primo broadcaster privato del continente, pronto a fronteggiare i giganti globali dei media. Un successo che deriva anche dall’operazione sulla TV tedesca ProSiebenSat.1, nella quale MFE ha raggiunto una partecipazione del 76%. Come reso noto, la governance cambierà entro fine anno con l’ingresso di MFE in maggioranza nel Supervisory Board. Il progetto di Pier Silvio Berlusconi prosegue, pertanto, con basi sempre più solide: basti pensare che MFE è già la più grande realtà europea free-to-air e on-demand, con una massa critica nei due maggiori mercati pubblicitari (Italia e Germania) che valgono in totale circa 7,5 miliardi di euro per la TV lineare. MFE, con il superamento della soglia del 75% in ProSiebenSat.1, potrà contabilizzare integralmente i risultati del broadcaster, puntando a una vera e propria integrazione tra le due realtà. Le previsioni indicano il raddoppio dei ricavi per il Gruppo (destinati a raggiungere i 6,8 miliardi di euro) e una crescita anche nell’indebitamento che, pur aumentando a oltre 2 miliardi, rimarrebbe gestibile grazie a linee di credito già a disposizione per 3,4 miliardi. Tale crescita complessiva colloca MFE sempre più al vertice del settore in Europea.

Pier Silvio Berlusconi: con MFE sinergie internazionali e focus sul locale

A partire dal progetto originario di Pier Silvio Berlusconi, MFE ha intrapreso un solido percorso di crescita facendo leva anche sulla forza del sistema crossmediale. Oggi, tra le altre cose, la strategia del CEO punta a mantenere a livello locale i centri editoriali e commerciali – news, intrattenimento, sport nazionale e reti di vendita – e a centralizzare ciò che genera economie di scala: tecnologia pubblicitaria, piattaforme, sistemi di misurazione, dati, IT e contenuti non-core, oltre alla negoziazione dei diritti. L’orizzonte è la nascita di sinergie nel breve periodo, che il Gruppo stima in 150 milioni di euro annuali nell’arco dei prossimi 4-5 anni. Parallelamente, MFE lavora all’ulteriore sviluppo del sistema crossmediale e crosspiattaforma, nel contesto complessivo di un broadcaster integrato che include oggi anche i 15 canali aggiuntivi, tra lineari e online, derivanti da ProSiebenSat.1. Quanto ai contenuti, l’attenzione è rivolta al locale, come evidenziato in passato anche da Pier Silvio Berlusconi e come già consolidato sulle reti Mediaset in Italia e in Spagna, con una possibile apertura verso contenuti trasversali come serie TV ed eventi sportivi internazionali. Nessuna intenzione di “fare una TV italiana all’estero con prodotti congelati tipo quelli delle piattaforme, senz’anima”, aveva specificato il CEO a tal proposito: “Ogni nazione deve farsi una TV adatta al proprio pubblico: calda, locale, in diretta, prodotta al momento e consumata nell’immediato”, questa la vision del CEO per MFE - MEDIAFOREUROPE.

L’intervento di Cristina Scocchia al “Festival delle Ragazze”

Il 12 settembre, presso il Centro culturale Ex Chiesa Anglicana di Bordighera, Cristina Scocchia ha raccontato al pubblico del “Festival delle Ragazze” la sua storia di determinazione e successo. L’attuale CEO di Illycaffè, e già alla guida di colossi come L’Oréal e KIKO Milano, ha presentato il suo libro “Il coraggio di provarci - Una storia controvento”, edito da Sperling & Kupfer, in cui ripercorre le tappe di una carriera costruita con passione, ambizione e coraggio.

Cristina Scocchia

La carriera internazionale di Cristina Scocchia

Nata a Sanremo il 4 dicembre 1973 e cresciuta a Coldirodi, Cristina Scocchia ha iniziato la sua carriera nel 1997 in Procter & Gamble, ancora prima di laurearsi. Per 16 anni ha lavorato tra Europa Orientale, Medio Oriente e Africa, arrivando nel 2012 a guidare le Cosmetics International Operations su oltre 70 mercati globali. Nel 2014, ha accettato la sfida di rilanciare L’Oréal Italia come AD, portando in soli tre anni un deciso aumento di fatturato, profitti e quote di mercato. Ha introdotto lo smart working, avviato la trasformazione digitale e ampliato portfolio e canali distributivi. Tre anni più tardi è approdata alla guida di KIKO Milano, dove ha avviato una rapida riorganizzazione che ha raddoppiato la profittabilità tra il 2018 e il 2019, aprendo nuove prospettive in Medio Oriente e Asia. Nel 2022, Cristina Scocchia ha raccolto un’ulteriore sfida: diventare CEO di Illycaffè, simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo. Qui ha impostato una strategia globale fondata su meritocrazia, leadership inclusiva e responsabilità sociale d’impresa.

La vision di Cristina Scocchia

Nel suo intervento, Cristina Scocchia ha sottolineato l’importanza di valorizzare le proprie radici, anche quando non si parte da contesti privilegiati: “Dobbiamo essere fiere del nostro punto di partenza: molto spesso guardiamo cosa non va, vogliamo crescere in grandi città, con più opportunità, con famiglie con cognomi importanti e attività avviate – ha ribadito – La sfida è trasformare la partenza, che non può essere cambiata, in qualcosa che sia di stimolo per migliorare. E questo vale anche per gli uomini”. Un messaggio potente che ha risuonato forte tra i presenti, invitandoli a non rinunciare ai propri sogni e a credere nelle proprie capacità. Considerata tra le manager più influenti in Italia e all’estero, Cristina Scocchia ha ricevuto numerosi riconoscimenti: la Mela d’Oro per il Management nel 2015, l’inclusione nella lista delle 100 donne leader più influenti da “Forbes” e “Fortune” (2019, 2022 e 2024), il Master Honoris Causa in Business Administration della CUOA Business School nel 2022 e il Premio LILT for Women della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori nel 2023, per il suo impegno nella diffusione della cultura della prevenzione e per essere un modello di empowerment femminile. La sua testimonianza al “Festival delle Ragazze” è stata un’occasione per riflettere sul ruolo delle donne in posizioni di leadership e sulla necessità di continuare a promuovere meritocrazia, inclusione e pari opportunità nel mondo aziendale.

Riva Acciaio: dalle origini nel dopoguerra all’espansione internazionale

La leadership di Riva Acciaio nel settore siderurgico europeo ha le sue origini nel 1954. In oltre 70 anni di storia, il Gruppo si è trasformato da fornitore di rottami ferrosi a produttore di acciaio, con una strategia basata su innovazione tecnologica e acquisizioni mirate.

Riva Acciaio

Riva Acciaio: dalla fornitura di materiale ferroso alla produzione di acciaio

Quella di Riva Acciaio è una storia che ha inizio nel Secondo Dopoguerra, fondata nel 1954 da Emilio e Adriano Riva come azienda nel settore dei rottami ferrosi e che, in più di 70 anni di storia si è trasformata in uno dei più importanti Gruppi siderurgici d’Europa. Da semplice fornitore, l’azienda divenne anche produttore di acciaio quando, nel 1956, fu costruito il primo stabilimento siderurgico dotato di un forno elettrico all’avanguardia, a Caronno Pertusella. Grazie all’alta capacità produttiva dell’impianto e agli investimenti in tecnologia, Riva Acciaio è arrivata a produrre 190.000 tonnellate di acciaio entro il 1962. L’implementazione della colata continua curva a tre linee ha siglato il cambio di passo per il Gruppo, incrementandone maggiormente la capacità produttiva, nettamente più alta della media. 

Riva Acciaio: la strategia per il consolidamento nel settore siderurgico europeo

Nel corso degli anni, Riva Acciaio ha avviato una strategia per il consolidamento nel mercato nazionale e l’espansione internazionale, attraverso acquisizioni mirate. La prima è avvenuta nel 1966, con la rilevazione di Acciaierie e Ferriere del Tanaro a Lesegno, proseguendo con l’acquisizione della SEII in Valcamonica, mosse che hanno permesso al Gruppo di accrescere nettamente la propria produzione. Nel corso degli anni ’70, segnati dalla crisi petrolifera mondiale, sono stati effettuati una serie di investimenti in tecnologia innovativa, sviluppando l’automazione. Nel 1981, è la volta dell’acquisizione di Officine e Fonderie Galtarossa di Verona e, successivamente, la strategia di crescita è proseguita in Francia, Spagna e in altri Paesi. Dopo aver consolidato la leadership oltralpe con l’acquisto dell’ALPA nel 1988, Riva Acciaio ha aumentato il suo raggio d’azione anche in Belgio e Germania. TRENTETROIS è il nome del progetto avviato nel 2023 che ha incrementato la qualità di riciclo del settore siderurgico.

giovedì 25 settembre 2025

Valentina Pellegrini: sostegno a famiglie e formazione lavoro

Tra welfare sociale, sostegno capillare alle famiglie e percorsi formativi, prende forma un modello che unisce cucina solidale, housing temporaneo e accompagnamento personalizzato. Con Valentina Pellegrini, Presidente e Amministratore Delegato della Pellegrini S.p.A., emergono priorità, metodo e obiettivi chiari per generare impatto misurabile sul territorio.

Valentina Pellegrini

Valentina Pellegrini: welfare dignitoso e inclusivo

Fin dai primi passi nel Gruppo Pellegrini, fondato dal padre Ernesto nel 1965, Valentina Pellegrini, promotrice di una visione nuova di welfare, ha scelto una strada semplice e insieme ambiziosa: riconoscere la dignità delle persone e costruire relazioni concrete attorno al cibo. Da questa impostazione nasce Ruben, ristorante solidale che supera l’idea del “pasto gratuito” per offrire un’esperienza curata nei dettagli: con un contributo simbolico di un euro, gli ospiti trovano menu pensati da chef e nutrizionisti, piatti equilibrati e stagionali, un’accoglienza calda che abbatte pregiudizi e solitudini. Ogni sera la tavola diventa un luogo di incontro, in cui chi è in difficoltà partecipa senza etichette e si sente parte di una comunità che ascolta. La qualità gastronomica non è un orpello, ma il mezzo per restituire autostima, mettere al centro le storie individuali e creare un contesto di fiducia, primo passo per riattivare energie personali e relazioni positive.

Valentina Pellegrini: progetti per famiglie e lavoro

Accanto al ristorante, il programma Futuro prossimo affianca tra 30 e 50 famiglie che vivono situazioni di fragilità. Tutor dedicati accompagnano i nuclei nel rapporto con servizi sanitari, familiari e ambientali, alleggerendo incombenze quotidiane e liberando tempo da investire in scuola, lavoro e benessere. L’approccio è pragmatico: obiettivi chiari, verifiche periodiche, supporti mirati che tengono insieme bisogni abitativi e crescita professionale. Un tassello decisivo è la ristrutturazione di cinque alloggi trasformati in case temporanee, integrate da laboratori di formazione per chi cerca occupazione, così da collegare ospitalità e inserimento lavorativo. In questo ecosistema, Valentina Pellegrini tiene insieme impatto e metodo, promuovendo iniziative che generano valore individuale e comunitario.

mercoledì 24 settembre 2025

Serenissima Ristorazione, Mario Putin: si punta all’espansione in nuovi mercati

Serenissima Ristorazione punta a espandersi in nuovi mercati come la GDO e il catering crocieristico, seguendo la visione di Mario Putin: investiti 60 milioni di euro. A Boara Pisani l’impianto per incrementare la produzione.

Mario Putin (Serenissima Ristorazione)

Serenissima Ristorazione: Mario Putin spinge verso nuovi mercati

Guidata dall’imprenditore Mario Putin, Serenissima Ristorazione investe nella crescita verso mercati non ancora raggiunti: dalla GDO al catering crocieristico. A tale scopo, ha investito circa 60 milioni di euro e ha costruito un nuovo impianto a Boara Pisani, grazie al quale potrà incrementare significativamente la capacità produttiva e dedicarsi alla produzione dei menu del marchio Gruppo Imperiali Chef, destinati al catering aereo, al catering crocieristico e alla Grande Distribuzione Organizzata. Con un investimento di 3 milioni di euro, nel 2024 ha completato la “Camera Bianca” dello stabilimento di Boara Pisani, creata per migliorare ulteriormente la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti. Un’area totalmente sterilizzata in cui vengono porzionati e confezionati i pasti in modo da conservare la qualità dei cibi e ridurre al minimo il rischio di contaminazione. Storicamente attenta ai temi dell’innovazione e della sostenibilità, negli ultimi anni Serenissima Ristorazione ha investito circa 30 milioni di euro per ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi e favorire la sostenibilità attraverso l’implementazione di tecnologie avanzate.

Mario Putin: Serenissima Ristorazione mira a consolidare la propria presenza al di fuori dei settori tradizionali

I piani di sviluppo dell’azienda mirano a nuovi mercati, al superamento dei 700 milioni di fatturato nei prossimi tre anni e al consolidamento della presenza di Serenissima Ristorazione nelle nuove linee di business oltre ai settori tradizionali della ristorazione ospedaliera, scolastica, aziendale e commerciale in cui il Gruppo opera da sempre”, ha sottolineato Mario Putin. Con una strategia basata su diversificazione e integrazione verticale e orizzontale, l’imprenditore ha consolidato la posizione di Serenissima Ristorazione nel settore, che oggi conta 14 società controllate attive in diversi ambiti della ristorazione. Si va dalla ristorazione commerciale a quella automatica, dalla fornitura di prodotti alimentari e bevande a ristoranti e bar, fino alla birra artigianale di Beer Table e agli omonimi locali situati a New York. Nella visione di Mario Putin trova inoltre spazio il sostegno alla comunità locale che si esprime anche attraverso la scelta di fornitori italiani.

Renato Mazzoncini: A2A investe su rinnovabili e teleriscaldamento

Nel suo intervento al “Sustainable Future Energy Summit” dello scorso 15 luglio, l’AD e DG di A2A Renato Mazzoncini ha evidenziato quanto sia rilevante, per i consumi energetici del Paese, diminuire la dipendenza dal gas a favore dell’elettrico e delle rinnovabili, investendo anche nel teleriscaldamento e sfruttando il calore dei data center.

Renato Mazzoncini

Renato Mazzoncini: aumentare l’autonomia energetica riducendo il gas

“Il problema che abbiamo noi oggi in Europa è il costo del gas, non è il costo dell’energia elettrica”, ha ribadito l’AD e DG di A2A Renato Mazzoncini nel suo intervento al “Sustainable Future Energy Summit” lo scorso 15 luglio. Ammontano infatti a 1.800 i terawattora di energia primaria consumati in Italia e, di questi, solo 300 sono elettrici. Dei restanti 1.500 terawattora, “700 sono petrolio per la mobilità e 800 sono gas per scaldare le case dei cittadini, per l’industria e in parte ovviamente anche per produrre energia elettrica”. Da questo punto di vista, il Piano Industriale di A2A è indirizzato nell’incrementare la produzione di energia elettrica da fonti autoctone presenti in Italia, ovvero “l’acqua, il sole, il vento e i rifiuti”, ha evidenziato Renato Mazzoncini. Gli investimenti della Life Company sono diretti verso l’idroelettrico, il fotovoltaico e l’eolico, per consentire di rendere energicamente autonomo il Paese.

Renato Mazzoncini: la crescita di richiesta energetica e gli investimenti futuri di A2A

La richiesta energetica, che nel 2025si è mantenuta standard, potrebbe aumentare in relazione allo sviluppo dei data center, in espansione soprattutto nell’area di Milano: “Noi siamo gli operatori di rete della provincia di Milano — ha sottolineato Renato Mazzoncinie solo dall’inizio dell’anno, abbiamo avuto domande per allacciamento di nuovi data center per 220 megawatt, tutta la potenza di un’intera città come Brescia o Bergamo”. In aggiunta, la grande quantità di calore generato dai da queste infrastrutture sarà convertita in energia termica per il teleriscaldamento grazie a nuovi progetti del Gruppo. Un primo esempio è stato avviato da A2A a Brescia, e permetterà di riscaldare oltre 1.350 appartamenti; mentre in Lombardia, con i progetti in pipeline, “stimiamo di poter arrivare quasi a 150.000 appartamenti scaldati”, ha dichiarato Renato Mazzoncini. Gli investimenti del Gruppo per le reti elettriche negli ultimi anni sono aumentati fino ad arrivare a circa 400 milioni l’anno e, per il futuro, è previsto un consolidamento nel settore. "Oggi A2A è il secondo operatore nazionale sulla parte di generazione, di distribuzione elettrica e di mercato in termini di energia venduta e il 20% di tutta l’industria italiana è fornita da noi”.

giovedì 18 settembre 2025

Classifica Censis 2025: Università LUMSA conquista il primo posto nella sua categoria

Un traguardo significativo per l'Università LUMSA, che nella nuova graduatoria Censis 2025 delle università italiane conquista il vertice degli atenei medi non statali. Il risultato testimonia la continua crescita qualitativa dell'istituzione accademica e l’attenzione verso la comunicazione.

Università LUMSA

Atenei italiani, l’Università LUMSA al vertice della categoria intermedia

L'Università LUMSA conquista la vetta nella categoria degli atenei non statali di dimensioni medie. Questo il risultato che emerge dalla 25esima edizione della prestigiosa graduatoria Censis dedicata agli istituti universitari italiani. La valutazione si basa su parametri rigorosi: infrastrutture universitarie, qualità dei servizi offerti agli studenti, apertura verso il panorama internazionale, sistema di borse di studio, efficacia nella comunicazione digitale e prospettive occupazionali post-laurea. Il panorama degli atenei privati di grandi dimensioni (oltre 10.000 iscritti) vede ancora trionfare la Luiss Guido Carli. Con 94,2 punti totali, l'istituto romano mantiene salda la prima posizione. L'ateneo viene premiato anche per "l'internazionalizzazione, grazie alle partnership con oltre 360 università in 75 Paesi e 68 programmi di mobilità internazionale". La Bocconi si piazza seconda con 91,4 punti, mentre l'Università Cattolica chiude il podio a quota 78,0. Mentre l'Università LUMSA eccelle nella categoria intermedia con 83 punti (IULM seconda con 79,6 e l’Università Suor Orsola Benincasa terza con 75,2), registrando un parametro molto alto nell’ambito della comunicazione, e tra le università private più contenute (fino a 5.000 studenti) la Libera Università di Bolzano conserva il primato con 95,2 punti.

Il panorama degli atenei: la leadership dell’Università LUMSA

Il panorama degli atenei non statali presenta dunque una varietà di eccellenze, dalla leadership dell’Università LUMSA nella fascia media fino al dominio di Bolzano tra i più piccoli. Nel settore statale invece la classificazione Censis si articola in quattro categorie: mega atenei (oltre 40.000 iscritti), grandi (20.000-40.000), medi (fino a 20.000) e piccoli (fino a 10.000). Padova mantiene il comando tra i mega atenei statali con 90,3 punti, seguita da Bologna (87,7). Pisa compie un balzo significativo, conquistando il terzo gradino del podio (84,7) e superando la Sapienza di Roma, ora quarta a pari merito con l'Università Statale di Milano (84,2). L'Università della Calabria domina incontrastata tra i grandi atenei statali (94,3 punti), davanti a Pavia (90,2) e Perugia (89,3). Trento si conferma leader tra gli atenei medi statali (93,7), mentre Camerino svetta tra i piccoli con 96,0 punti. Infine, i Politecnici vedono Milano in testa con 98,8 punti, seguita da Torino (92,5) e IUAV Venezia (86,7).

Ares Ambiente: un modello di eccellenza nell’economia circolare

Ares Ambiente, sin dalla sua fondazione nel 2008, si è distinta per innovazione e sostenibilità, consolidandosi come leader nel settore della gestione dei rifiuti. Tra le sue eccellenze, un team che segue tutto il processo di smaltimento e che fornisce una tracciabilità continua.

Ares Ambiente

L’esperienza nel settore della gestione dei rifiuti e la fondazione di Ares Ambiente: il percorso di Marco Domizio

Ares Ambiente è leader nel settore della gestione dei rifiuti ed è un modello di eccellenza con un forte impatto sull’innovazione, sulla sostenibilità e sull’economia circolare. Marco Domizio ha avviato la sua carriera nel settore ambientale dopo essersi diplomato, entrando a far parte di una società di intermediazione di rifiuti in Lombardia nel 1995 e sviluppando competenze sulla gestione di progetti complessi. In seguito, ha assunto il ruolo di Responsabile commerciale in un’azienda di spurghi e pulizie industriali, prima di entrare a far parte di un’azienda milanese che gli ha consentito di aumentare le sue conoscenze nelle tecnologie di trattamento e trasporto transfrontaliero dei rifiuti. Dopo aver gestito una cava di estrazione di minerali naturali, ha proseguito il suo percorso nel settore ambientale in un’azienda specializzata nei trasporti per conto di terzi e nell’intermediazione di rifiuti. Grazie alle competenze acquisite, nel 2008 ha fondato Ares Ambiente S.r.l. a Treviolo, in provincia di Bergamo.

Ares Ambiente: l’eccellenza nei servizi e i riconoscimenti ottenuti

Ares Ambiente si è specializzata nell’ambito dell’intermediazione di rifiuti e nella gestione di impianti autorizzati, con servizi di smaltimento, recupero e trasporto di rifiuti urbani, speciali pericolosi e non. Può contare su un team di collaboratori e collaboratrici esperto nel fornire assistenza alle aziende in tutte le fasi dello smaltimento, gestendo le pratiche burocratiche e fornendo una tracciabilità dei rifiuti nel loro ciclo completo. Nel corso del tempo, l’azienda è riuscita a distinguersi grazie alla visione imprenditoriale di Marco Domizio, che ha intercettato le richieste del mercato, mantenendo alti gli standard di qualità. Tutti questi aspetti hanno contribuito al riconoscimento di Ares Ambiente tra le imprese “Best Performer” della provincia di Bergamo, secondo “Italy Post”. Uno dei valori fondanti dell’azienda è la lotta alle infiltrazioni mafiose nel settore della gestione dei rifiuti, motivo per cui ha ottenuto tre stelle al Rating di Legalità, rilasciato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) in collaborazione con i Ministeri degli Interni e della Giustizia.

Susan Carol Holland: la crescita internazionale di Amplifon

Amplifon ha consolidato la sua leadership mondiale sotto la guida di Susan Carol Holland, che ha adottato un modello costruito per migliorare la qualità di vita delle persone, puntando su innovazione tecnologica, ma anche con una forte componente umana, basata sull’empatia degli audioprotesisti.

Susan Carol Holland

Susan Carol Holland: il modello di Amplifon per migliorare la qualità di vita delle persone

In qualità di Presidente di Amplifon, Susan Carol Holland guida con successo l’azienda avviata dal padre, seguendo la rotta maestra indicata dai valori fondanti, ovvero migliorare la qualità di vita delle persone, aiutandole a riscoprire i suoni tramite un sostegno non solo tecnico, ma soprattutto empatico e personalizzato. Nel secondo dopoguerra, Algernon Charles Holland fondò l’azienda a Milano con lo scopo di aiutare chi aveva problemi di udito causati dai bombardamenti. Con gli anni, Amplifon ha aperto centri in tutta Italia e, dagli anni ’90, anche in Europa, USA e nell’Asia Pacifico. Sotto la guida di Susan Carol Holland, il Gruppo è diventato leader nel settore dell’hearing care, con ricavi pari a 2,5 miliardi di euro, acquisizioni strategiche in Australia, Spagna e Stati Uniti e una presenza in 26 Paesi, vantando 10.000 centri audiologici e oltre 20.000 collaboratori e collaboratrici.

Susan Carol Holland: Amplifon, empatia e saper ascoltare il paziente

L’innovazione tecnologica gioca un ruolo fondamentale nel servizio offerto da Amplifon, senza mai dimenticare la componente umana. Al centro del modello promosso è infatti presente la figura dell’audioprotesista: un professionista sanitario qualificato, che affianca e sostiene il paziente dalla fase dei testi diagnostici, alla valutazione iniziale e la scelta del dispositivo più adatto alle sue necessità, fino ai follow-up e alla regolazione degli apparecchi. Una figura, quella dell’audioprotesista, che possiede una grande componente empatica e relazionale, in grado di rassicurare e consigliare le persone in un momento delicato. Per questo motivo, gli investimenti in formazione sono un aspetto rilevante per la realtà guidata da Susan Carol Holland. Attraverso borse di studio, lo scopo è creare nuovi professionisti del settore che siano pronti a interpretare i bisogni di ogni paziente, anche quelli non esplicitati.

Claudio Descalzi in Angola: i progetti di Eni e la crescita con Azule Energy

In Angola Azule Energy, joint Venture tra Eni e bp, si è dimostrata una business combination di grande successo: l’AD Claudio Descalzi ha incontrato a Luanda il Presidente della Repubblica João Gonçalves Lourenço per un punto sulle attività.

Claudio Descalzi

Di cosa hanno parlato l’AD di Eni Claudio Descalzi e il Presidente della Repubblica dell’Angola

Lo scorso 4 settembre, il CEO di Eni Claudio Descalzi ha incontrato a Luanda il Presidente della Repubblica dell’Angola João Gonçalves Lourenço, per fare il punto sui progetti strategici in sviluppo nel Paese: particolare attenzione nel corso dell’incontro è stata riservata ai risultati di Azule Energy, la joint venture tra Eni e bp. Claudio Descalzi ha illustrato i traguardi raggiunti da Azule in ambtio esplorativo e nell’esecuzione dei progetti: basti pensare all’avvio recente della produzione dall’unità di Agogo FPSO, a soli 29 mesi dalla decisione finale di investimento e in anticipo di dieci mesi sui tempi previsti. L’obiettivo è fare di Agogo FPSO la prima unità carbon neutral di questo tipo in Angola attraverso progetti di compensazione delle emissioni: con una produzione attuale di 230mila barili/giorno, Azule punta a raggiungere 370mila boe/g entro il 2026, grazie al ramp-up dell’Agogo Integrated West Hub e all’avvio del New Gas Consortium, primo progetto di gas non associato del Paese. L’AD ha inoltre aggiornato il Presidente sull’impegno di Eni nella raffineria di Luanda (il supporto fornito dal Gruppo italiano le ha permesso di aumentare l’affidabilità) e sull’avanzamento degli studi per una bioraffineria dedicata principalmente alla produzione di biocarburante per l’aviazione (SAF, sustainable aviation fuel).

Claudio Descalzi: il punto sulle iniziative sociali promosse da Eni

L’incontro ha dato anche l’occasione al CEO Claudio Descalzi di fare il punto sulle iniziative che Eni promuove nel Paese con l’obiettivo di contribuire concretamente allo sviluppo sociale, alla formazione e alla sostenibilità ambientale. Eni è stata coinvolta nei progetti di costruzione e riqualificazione di 14 scuole per oltre 17mila bambini. Forte dell’eredità di bp ed Eni, Azule è anche il principale finanziatore privato delle attività di sminamento svolte da The Halo Trust per completare la bonifica integrale della provincia di Benguela e, insieme al Centro Cardiologico Monzino, sostiene il Complesso Ospedaliero Cardiopolmonare Cardeal Dom Alexandre do Nascimento di Luanda. Nell’ambito del Progetto Integrato di Cabinda, oltre 700 beneficiari hanno ricevuto formazione su gestione d’impresa, educazione finanziaria e attivazione/rafforzamento di piccole attività imprenditoriali. Durante l’incontro, Claudio Descalzi ha parlato anche dei progetti legati a mobilità sostenibile e transizione energetica: nel 2025, Eni ha realizzato una prima campagna di produzione di agri-feedstock per bioraffinazione, coinvolgendo 2mila agricoltori e puntando a 5mila tonnellate di olio vegetale entro fine anno. Accanto alla coltivazione su terreni degradati, si affianca la raccolta di olio da cucina usato (UCO). Infine, il programma Clean Cooking, avviato nel 2024, ha già raggiunto 500mila persone in sette province angolane. L’obiettivo è superare i 2 milioni entro il 2030. Attualmente, il progetto impiega circa 200 persone, destinate a crescere a oltre 400, con particolare attenzione a giovani e donne. Il 90% dei fornelli migliorati distribuiti sarà prodotto localmente, rafforzando la filiera angolana e creando nuove opportunità occupazionali.

martedì 16 settembre 2025

Pietro Labriola: dalla cessione della rete al rilancio finanziario di TIM

Pietro Labriola ha risollevato la situazione finanziaria di TIM attraverso la cessione della rete e la sinergia con Poste Italiane. Per il futuro, si prospetta un consolidamento del mercato e un miglioramento del servizio cliente e una nuova strategia di customer platform.

Pietro Labriola

Pietro Labriola: il successo della sua strategia per il rilancio di TIM

“Un anno fa ci credevano in pochi, mi dicevano che la cessione della rete si sarebbe risolta in un “lease back”, c’erano tante critiche. Ma, sudando e rischiando, abbiamo dimostrato che era la scelta giusta”, ha dichiarato l’AD e DG di TIM Pietro Labriola lo scorso agosto. Il manager ha ribaltato la situazione di TIM, riportando i titoli del Gruppo da 17 a 43 centesimi e siglando una sinergia con Poste Italiane, entrata come azionista al 24,8%. “Con la cessione della rete, adesso il debito è passato da oltre quattro volte l'EBITDA a un obiettivo di meno di due volte a fine 2025. Già oggi siamo la telco europea con la leva più bassa”, ha ribadito Pietro Labriola. Per quanto riguarda il consolidamento del mercato e un’eventuale fusione con Iliad, il manager ha dato un riscontro positivo, poiché “in Spagna e Francia si sta cercando di passare da quattro a tre operatori. Noi pensiamo che questo sia il percorso per recuperare profittabilità anche in Italia”. Solo in questo modo le aziende potranno riavere cassa per investire, anche nello sviluppo del 5G di nuova generazione.

Pietro Labriola: la strategia futura basata sul customer platform

Prosegue l’impegno da parte di Pietro Labriola per migliorare la qualità del servizio cliente, annunciando una nuova strategia di customer platform, che consiste nel “vendere più cose ai nostri clienti e aprire ad altri la nostra customer base”. TIMVISION ha rappresentato un esempio di questa strategia: lanciata anni fa, oggi è la seconda piattaforma nazionale a pagamento. Dopo aver ampliato il portafogli di servizi con un’offerta di energia per le PMI, il prossimo passo è estenderla anche alle famiglie, grazie alla collaborazione con Poste Italiane. In aggiunta, “tutti i clienti TIM oggi possono utilizzare gratuitamente per un anno un abbonamento a Perplexity, una delle principali start up di Artificial Intelligence”, ha sottolineato Pietro Labriola. Per l’imminente futuro, la cyber security rappresenta un aspetto che assumerà sempre maggior valore: a causa delle nuove minacce dettate dal quantum computing, sarà necessario “sviluppare nuove tecnologie di quantum security, sui cui noi siamo leader in Italia. Anche per proteggere il cloud”.

Biometano e idrogeno verde: Paolo Gallo svela i piani di Italgas per il futuro

Il mercato energetico italiano osserva con interesse le mosse di Paolo Gallo, che dalla sede torinese di Italgas ha illustrato una strategia ambiziosa per il quadriennio appena iniziato. Dalla creazione di una rete da 150mila chilometri agli investimenti PNRR, passando per biometano e idrogeno verde, il piano industriale promette innovazione e crescita sostenibile.

Paolo Gallo

Paolo Gallo: Italgas, nuovo capitolo per il Gruppo

L'orizzonte che si prospetta davanti a Italgas appare denso di opportunità ma anche di complessità. Paolo Gallo, confermato alla guida del Gruppo per la quarta volta consecutiva, non nasconde le difficoltà che attendono sia lui che l'intero board. Nella conferenza stampa seguita all’ultima assemblea degli azionisti, l'Amministratore Delegato ha delineato uno scenario ricco di trasformazioni. La fusione con 2i Rete Gas rappresenta già una realtà operativa in movimento. "Dal primo luglio è nata un'unica entità legale", ha specificato il manager. L'obiettivo è ambizioso: creare un network da 150mila chilometri che abbracci l'intero territorio nazionale. Dal punto di vista logistico, il Gruppo sta affrontando la complessità di unificare due realtà aziendali distinte sotto un'unica bandiera. Il capitolo delle dismissioni seguirà tempistiche precise. Secondo le previsioni di Paolo Gallo, entro fine ottobre dovrebbe concludersi l'intero processo. L'iter proseguirà con la raccolta delle manifestazioni d'interesse dai potenziali acquirenti. Nel frattempo, l'Antitrust ha già dato il via libera alla nomina del monitoring trustee.

Paolo Gallo: acqua ed energie alternative, gli obiettivi per il 2026

Gli obiettivi per il biennio 2025-2026 sul fronte del settore idrico, vista anche l’emergenza siccità in particolare in Sicilia, puntano al miglioramento dell'efficienza delle società controllate, alla riduzione degli sprechi e al completamento dei progetti finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Sicilia Acqua e Acqua Latina hanno ricevuto circa 150 milioni di euro attraverso il PNRR, risorse che, ha ricordato Paolo Gallo, devono essere utilizzate entro il giugno prossimo. Il settore del biometano d’altro canto dimostra vitalità straordinaria. Le richieste di allacciamento superano quota 300. La Francia ha già raggiunto oltre 700 impianti operativi, mentre l'Italia mostra "molto fermento" in questo comparto, ha commentato il manager. Per quanto riguarda l'idrogeno, l'estate porterà l'avvio del progetto sperimentale sardo, destinato a dimostrare, secondo Paolo Gallo, la fattibilità di "un'economia basata sull'idrogeno verde".

lunedì 15 settembre 2025

Cotral: interventi di manutenzione sugli impianti di climatizzazione della linea Metromare

Si è concluso con successo il piano straordinario di Cotral per la manutenzione della climatizzazione per cinque treni della linea Metromare, lo scorso 6 agosto. Diventata gestore dei lavori di manutenzione lo scorso 1° luglio, l’azienda guidata da Manolo Cipolla ha già previsto un piano per la prossima primavera, garantendo così la miglior esperienza possibile nel periodo estivo per i passeggeri.

Cotral

Cotral: il piano per la manutenzione della climatizzazione

Lo scorso 6 agosto, Cotral ha completato i lavori straordinari di manutenzione sugli impianti di climatizzazione di cinque treni CAF MA300 impiegati per la linea Metromare. Avviate il 1° luglio, le operazioni si sono concluse secondo il programma deciso, ristabilendo la piena efficienza degli impianti al fine di garantire la miglior esperienza possibile ai passeggeri durante il periodo estivo. “Con questa operazione, Cotral conferma il proprio impegno nel miglioramento del servizio ai passeggeri — ha dichiarato il Presidente Manolo Cipollagrazie allo straordinario impegno del Direttore Generale Enrico Dolfi e di tutta la squadra degli addetti alle manutenzioni, siamo riusciti a risolvere un problema che si trascinava da anni”.

Cotral: i dettagli degli interventi di manutenzione

Grazie al lavoro di Cotral nella gestione della manutenzione, iniziata lo scorso 1° luglio a seguito della cessione da parte del precedente operatore, è stato possibile terminare le attività in tempo. Dal 30 giugno all’8 luglio, infatti, si sono svolte le verifiche congiunte tra i due gestori di tutti i convogli in servizio. All’interno del piano straordinario di Cotral rientravano: la pulizia degli impianti di climatizzazione e il cambio dei filtri; le riparazioni di eventuali perdite e la verifica di tenuta; la sostituzione dei compressori non funzionanti o inefficienti e il rinnovo delle raccorderie ammalorate nei circuiti frigoriferi. Secondo quanto annunciato da Manolo Cipolla, per il prossimo anno è previsto un piano di manutenzione agli impianti di climatizzazione nel periodo primaverile, con il fine di restituire ai passeggeri il massimo comfort in tutto il periodo estivo.

Gian Maria Mossa (Banca Generali) protagonista di “Cont(r)o Corrente - La finanza in tasca”

Gian Maria Mossa (Banca Generali) interviene al podcast “Cont(r)o Corrente” e ribadisce la necessità di formare i giovani sulla gestione del patrimonio: nei prossimi 20 anni in Italia saranno trasferiti oltre 3.000 miliardi di euro.

Gian Maria Mossa

Gian Maria Mossa interviene al podcast “Cont(r)o Corrente - La finanza in tasca”

Il trasferimento generazionale della ricchezza è uno dei temi chiave dei prossimi decenni. Basti pensare che nei prossimi 20 anni in Italia si stima un passaggio di oltre 3.000 miliardi di euro: di questi 250-300 miliardi nei prossimi cinque. Un’enorme quantità di risorse che impone una riflessione seria che spazia dall’educazione finanziaria alla consulenza patrimoniale. Di recente ne ha parlato anche Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali, intervistato da Giulia Cimpanelli per il podcast “Cont(r)o Corrente - La finanza in tasca”: prodotto da OnePodcast in collaborazione con Assoreti, il format si interroga su come possiamo investire meglio, nelle diverse fasi della nostra vita. Tra le autorevoli personalità intervistate in merito anche l’AD Gian Maria Mossa, che ha ribadito come la sfida del futuro si giochi sulle nuove generazioni: fondamentale quindi aiutarli ad affrontare con criterio temi cruciali come la protezione del patrimonio, le successioni ereditarie, la pensione.

Gian Maria Mossa: giovani e patrimonio, un legame da costruire con consapevolezza

Come emerge nell’intervento del CEO di Banca Generali Gian Maria Mossa, agire ora è indispensabile per riuscire a colmare il gap di consapevolezza previdenziale e costruire un “cuscinetto” in vista del futuro. Parlando di trasferimento generazionale della ricchezza, sono tre le domande chiave da porsi per comprenderne pienamente la portata. La prima riguarda cosa si intende per patrimonio: “Non parliamo solo di soldi, ma anche di case e imprese”, spiega il CEO. A chi arriveranno questi soldi? Gian Maria Mossa pone l’attenzione su come oggi si parli “di un concetto di famiglia allargata: non è più solo il classico passaggio genitori-figli”. Infine, come arriveranno questi soldi? Il tema vero secondo il CEO è garantire continuità alla ricchezza e futuro al nostro Paese: “La consulenza è fondamentale per proteggere il patrimonio e dare stabilità nel tempo”. Non a caso, Banca Generali guarda alla consulenza finanziaria evoluta come allo strumento chiave per affrontare queste sfide in modo strutturato. Proteggere, pianificare, trasferire si configurano come tre azioni fondamentali che riguardano sempre di più non solo i grandi patrimoni ma anche le famiglie comuni, chiamate a gestire con consapevolezza il proprio futuro economico.

Pasqualino Monti al Lunch Meeting di RCS Academy

In occasione della quinta edizione del Lunch Meeting dell’Advisory Board di RCS Academy, tenutasi lo scorso 17 giugno, l’AD di Enav Pasqualino Monti è intervenuto sulla figura del leader, concentrandosi sulle competenze da possedere per guidare un team nel processo di innovazione.

Pasqualino Monti

Pasqualino Monti all’evento di RCS Academy: le skills per guidare un team

L’AD di Enav S.p.A. Pasqualino Monti è intervenuto in occasione della quinta edizione del Lunch Meeting dell’Advisory Board di RCS Acadamy, che si è svolto lo scorso 17 giugno. L’evento era riservato agli oltre 40 CEO delle aziende Main Partner che compongono l’Advisory Board di RCS Academy, tutte leader nel mercato nazionale e internazionale e i cui investimenti sono concentrati nel capitale umano e nella formazione. Pasqualino Monti si è espresso in merito a quali siano le competenze che rendono un manager in grado di gestire e guidare le persone nel processo di innovazione: “Determinante sia il fatto di saper costruire uno spirito di squadra. Quindi, bisogna avere una grande capacità di ascolto, altrimenti la squadra non ti segue. E poi certamente bisogna avere anche la capacità di fare sintesi, di assumersi la responsabilità di decidere”.

La leadership di Pasqualino Monti tra responsabilità, ascolto e sintesi

“Chi guida la macchina ha la responsabilità chiaramente di guidare la macchina, ma senza una squadra che lo supporta, che si sente importante e che affronta le sfide con coraggio, onestamente non va da nessuna parte”, ha ribadito Pasqualino Monti. Responsabilità e capacità di sintesi e di ascolto sono le skills che un leader dovrebbe possedere per guidare una squadra, soprattutto in un contesto carico di incertezze e sfide. “Penso che queste siano le skills più importanti che chi è chiamato alla responsabilità di un’azienda debba avere. E questo vale anche e soprattutto nel campo dell’innovazione”, ha dichiarato Pasqualino Monti. Sotto la guida del manager, Enav è attiva nel settore della gestione del traffico aereo del Paese, con un Piano Industriale che concentra gli investimenti in innovazione, tecnologie all’avanguardia e capitale umano.

Fabio Fritelli: geografie energetiche, SAF e nucleare

Dalla domanda elettrica spinta dall’AI ai carburanti sintetici per l’aviazione, fino al ruolo del nucleare di nuova generazione: Fabio Fritelli, Managing Director di NEXTCHEM, ha messo a fuoco tecnologie, geografie e capitali della transizione, tra economia circolare, scaling industriale e nuovi hub di ingegneria in Italia e all’estero.

Fabio Fritelli

Fabio Fritelli: la vision su transizione, innovazione e scala industriale

Nel confronto sono emerse le direttrici operative di NEXTCHEM (Gruppo MAIRE): fertilizzanti a minore intensità carbonica, energy vectors per la mobilità e soluzioni circolari per valorizzare scarti e plastiche non riciclabili, con un approccio di trasferimento tecnologico che interviene dal TRL5 in avanti per portare in scala ciò che funziona in laboratorio. La proposta combina ricerca applicata, ingegneria di processo ed esecuzione impiantistica in un modello integrato che riduce il rischio di progetto e accelera il time‑to‑market, rispondendo alla domanda industriale di soluzioni end‑to‑end. In questo perimetro, la sinergia con MAIRE consente di validare tecnologie, standardizzare i pacchetti e replicarli su più siti, convertendo il know‑how in pipeline esecutiva e risultati misurabili. Non a caso, "i clienti oggi richiedono un prodotto end-to-end, non vogliono stare a discutere con chi fornisce la tecnologia, se è la tecnologia che non funziona o è la parte esecutiva che non è andata bene". Nel medio periodo, la strategia include hub di competenze diffusi: dal NX Engineering District di Catania, che riunisce discipline chiave (procurement, civile, processi, innovazione), alla capacità di attrarre e trattenere talenti, bilanciando lavoro distribuito e partecipazione ai progetti. A livello di risorse, una parte significativa della forza lavoro è localizzata in India per sostenere la crescita, mentre in Italia si moltiplicano team agili orientati a task ad alta specializzazione. In questo quadro, Fabio Fritelli chiarisce che l’obiettivo è massimizzare la scalabilità industriale delle tecnologie più mature, con metriche su performance, affidabilità e costi totali di proprietà.

Fabio Fritelli: geografie, SAF e nuove alleanze

Sul piano geopolitico, la fotografia è in movimento: l’Europa ricalibra ritmo e regole, gli Stati Uniti puntano su rinnovabili, elettrificazione e cattura della CO2, il Golfo reinveste i surplus fossili nella transizione, mentre la Sun Belt accelera grazie al costo del solare; Africa e Marocco emergono su fertilizzanti “verdi” legati a rinnovabili e prossimità ai mercati. A complicare l’offerta, "la richiesta e la domanda di energia da parte dell'industria nascente dei dati, dell'Intelligenza Artificiale è in realtà il più grande competitor alla transizione energetica dell'industria classica tradizionale", ha evidenziato Fabio Fritelli. Sul trasporto aereo, le traiettorie europee (quote crescenti di SAF) sono considerate sostenibili in termini di costo unitario, con primo step basato su feedstock bio (oli esausti, palmoil) e graduale evoluzione verso e‑fuels (ISAF) e percorsi da rifiuti non riciclabili, pur con volumi ancora “omeopatici” rispetto alla domanda. In parallelo, prende forma una partnership sul nucleare di nuova generazione: l’obiettivo è progettare la “conventional island” attorno alla nuclear island di small/advanced modular reactors, valorizzando anche soluzioni che gestiscono scorie già in ambiente. In Italia servirà un framework legislativo adeguato. Nel frattempo, il mix al 2050 resta ampio: gas come vettore della transizione (con CCUS e tecnologie low‑carbon), rinnovabili in crescita, geotermia e idro dove disponibili, bio‑soluzioni e recupero energetico da scarti. L’orizzonte operativo resta decennale, con tappe di validazione tecnologica, integrazione nella filiera e scalabilità su cluster industriali.

venerdì 12 settembre 2025

Annalaura Lettieri: le competenze della General Counsel di Meridie S.p.A.

Group General Counsel di Meridie S.p.A. e membro del CdA di Atitech S.p.A., Annalaura Lettieri è un avvocato con un’esperienza consolidata in ambito di fusione e acquisizione di aziende, diritto societario e mercati finanziari.

Annalaura Lettieri

Annalaura Lettieri: i primi incarichi professionali e l’iscrizione all’albo degli avvocati

Con specializzazione in ambito di fusione e acquisizione di aziende, diritto societario e mercati finanziari, Annalaura Lettieri si è laureata nel 2001 in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Napoli Federico II e, nello stesso anno, ha maturato la sua prima esperienza professionale presso la sede napoletana di PricewaterhouseCoopers, in qualità di Assistant, occupandosi di revisione contabile e analisi di bilancio. Dal 2002 al 2005, è passata allo Studio Legale Bonelli Erede Pappalardo di Milano, ricoprendo l’incarico di Junior Assistant nel Dipartimento di Diritto Bancario e Finanziario, opportunità che le ha dato modo di sviluppare maggiormente le sue competenze, occupandosi di redigere e negoziare diversi tipi di contratti, documenti e prospetti informativi. Nel 2004, Annalaura Lettieri si è iscritta all’albo degli avvocati di Napoli, ottenendo l’abilitazione all’esercizio dell’attività forense.

Annalaura Lettieri: il consolidamento della carriera in ambito finanziario

Grazie alle competenze maturate nelle passate esperienze, Annalaura Lettieri ha assunto il ruolo di General Counsel della divisione immobiliare di MCM Holding S.p.A. nel 2005, avendo l’incarico di gestire un importante progetto relativo alla conversione di aree industriali dismesse della città di Salerno in spazi commerciali e residenziali, per un valore di 150 milioni di euro. In seguito, ha rafforzato la sua presenza nell’ambito finanziario assumendo il ruolo di Responsabile dell’Ufficio Legale per Meridie S.p.A. nel 2008, prima investment company del meridione quotata sul segmento MIV di Borsa Italina, curando le operazioni di M&A, private equity, project finance e corporate governance, prima di entrare a far parte del CdA dell’azienda. Negli ultimi anni, Annalaura Lettieri ha avviato una collaborazione con Atitech S.p.A., contribuendo alla sua crescita tramite la ricerca di finanziamenti volti alla realizzazione di progetti per l’efficientamento energetico e la promozione dello sviluppo sostenibile. Oggi, è Group General Counsel di Meridie S.p.A. e membro del CdA di Atitech.

mercoledì 10 settembre 2025

Marco Nicola Domizio: Ares Ambiente e la sfida della sostenibilità ambientale

Un settore cruciale come quello della gestione dei rifiuti è oggi chiamato ad affrontare sfide sempre più complesse, che spaziano dall’adeguamento normativo alla sostenibilità ambientale. In questo contesto, si inserisce l’impegno di Marco Nicola Domizio, imprenditore che nel 2008 ha fondato Ares Ambiente, azienda divenuta in pochi anni un punto di riferimento per imprese e pubbliche amministrazioni.

Marco Nicola Domizio

Marco Domizio: l’approccio e i servizi offerti da Ares Ambiente

Ares Ambiente si distingue per un approccio responsabile e innovativo, che unisce competenze tecniche e conoscenze normative. Tra i servizi offerti, un ruolo centrale è rivestito dall’esportazione dei rifiuti, attività regolata dal Regolamento CE n. 1013/2006 e dalla Convenzione di Basilea, che disciplina i movimenti transfrontalieri dei rifiuti pericolosi. L’azienda fondata da Marco Nicola Domizio si occupa dell’intero processo: dalla gestione delle pratiche burocratiche fino alla tracciabilità completa dei rifiuti, assicurando monitoraggio costante e trasparenza. In questo modo, i clienti possono operare nel pieno rispetto delle normative internazionali, minimizzando i rischi ambientali e ottimizzando tempi e costi.

Marco Nicola Domizio: un team qualificato al servizio delle imprese

Il successo di Ares Ambiente è reso possibile da un team di tecnici altamente specializzati, capace di seguire con precisione ogni fase delle operazioni. L’azienda ha costruito negli anni solide partnership con centri di smaltimento esteri, che consentono di offrire un servizio capillare ed efficiente anche oltre i confini nazionali. Grazie a queste collaborazioni, Ares Ambiente garantisce alle imprese soluzioni affidabili, sostenibili e su misura per le filiere produttive più complesse. L’impegno di Marco Domizio non si limita alla gestione dei rifiuti: Ares Ambiente sta infatti investendo in progetti di economia circolare, tra cui la realizzazione di impianti di compostaggio. Questi permettono di trasformare i rifiuti organici in compost di qualità, utilizzabile come ammendante naturale per il suolo e le coltivazioni. Un passo concreto verso un modello di sviluppo che coniuga efficienza industriale e tutela dell’ambiente.

Claudio Descalzi: Plenitude ed Enilive crescono con Eni, l’intervento dell’AD

Claudio Descalzi, Eni:  il modello satellitare consente di ridurre l'assorbimento di capitale necessario a sostenere i nuovi business, salvaguardando la remunerazione degli azionisti che continua a essere alimentata dal Free Cash Flow generato dalle attività tradizionali.

Claudio Descalzi

Il futuro dell’energia secondo Claudio Descalzi

L’AD Claudio Descalzi lo ha ribadito anche nelle scorse settimane nel corso del Sustainable Future Energy Summit. “Non basta un mix con il 40% di gas e il resto rinnovabili: dobbiamo trovare una maggiore diversificazione, anche sulla tecnologia”, ha spiegato l’AD di Eni invitando a riflettere sull’importanza di ripensare la strategia energetica per rispondere più efficacemente alle sfide attuali: dalla “fortissima volatilità” del mercato alla crescita sempre più rapida della domanda di energia a livello globale. Descalzi guarda oltre, nella consapevolezza che il cambiamento non va inseguito ma anticipato perché solamente così si possono ricavare opportunità e vantaggi. Lo fa da quando nel 2014 è stato designato per il suo primo mandato alla guida di Eni: da subito ha intuito che di lì in poi si sarebbe parlato con sempre più urgenza di transizione energetica e ha colto l’occasione per disegnare il futuro di Eni avviando un percorso di trasformazione che ha portato il Gruppo a diventare la “global energy tech company” di oggi investendo in innovazione tecnologica e sostenibilità. Lo ha sottolineato di recente anche il “Financial Times” spiegando che, grazie alla vision del CEO, Eni oggi può permettersi di continuare nel percorso verso la transizione energetica, diversamente dalle altre Big Oil che invece si stanno progressivamente ritirando dalle rinnovabili “a causa di rendimenti deludenti”.

Il modello satellitare di Eni: la vision di Claudio Descalzi

Trovare il giusto equilibrio tra investimenti e rendimenti attraverso una strategia organizzativa e finanziaria unica: mentre altre realtà del settore fanno sempre più fatica, Eni grazie a un’altra lungimirante intuizione di Claudio Descalzi ha invece trovato una soluzione funzionale. Il modello satellitare, di cui l’AD ha parlato anche durante il Sustainable Future Energy Summit, si basa sulla creazione di società indipendenti in grado di accedere al mercato dei capitali con una loro autonomia, così da poter finanziare la propria crescita rivolgendosi a investitori specializzati. In questo modo, oltre ad accelerare lo sviluppo dei nuovi business ad alto potenziale legati alla transizione energetica, Eni riesce a mantenere la solidità che la contraddistingue nelle attività tradizionali, anch’esse inserite in un comune percorso di decarbonizzazione. In parallelo, ogni azienda satellite rimane parte integrante di Eni, da cui può continuare a beneficiare di tecnologie, know-how e servizi. Plenitude ed Enilive “stanno andando molto bene”, ha confermato l’AD Claudio Descalzi durante l’evento di Class Agorà: “Siamo riusciti a iniettare 6,3 miliardi di euro e questo ci permette di credere e raggiungere una maggiore maturità. Più crescono e danno risultati, più sarà semplice e darà dei ritorni entrare in Borsa. La nostra visione è quella di farle crescere, consolidarle, dimostrare che sono società che sono due gambe solide di Eni per poi quotarle. La quotazione deve essere fatta e nelle mie aspettative saremo pronti a farla quando i multipli saranno paragonabili ai multipli che i privati ci hanno riconosciuto”. E a distanza di pochi giorni ha rilanciato sul “Financial Times”: “Entro il 2035 l’utile operativo generato dalle nostre nuove società sarà al livello di quello derivante da petrolio e gas, e nel 2040 sarà superiore”.

lunedì 8 settembre 2025

Paolo Arrigoni: la dipendenza energetica e le sfide per l’Italia

In occasione del Meeting di Rimini, che si è tenuto dal 22 al 27 agosto, il Presidente del GSE Paolo Arrigoni ha ribadito la necessità di un approccio pragmatico e realistico alla transizione energetica, a favore della riduzione della dipendenza energetica del Paese dall’estero e della diminuzione dei costi per imprese, famiglie e PA.

Paolo Arrigoni

Paolo Arrigoni: realismo e pragmatismo per la transizione energetica

“Per fare la transizione energetica occorre un approccio olistico, pragmatico, non ideologico”, ha dichiarato, nel suo intervento alla 46esima edizione del Meeting di Rimini, Paolo Arrigoni, Presidente di GSE S.p.A. (Gestore dei Servizi Energetici). Per il raggiungimento della transizione energetica, secondo il manager, è cruciale considerare all’interno dell’equazione anche il realismo e il fattore sociale: “Puntare alla sostenibilità ambientale, ma, considerando anche quella economica sociale”. L’Italia ha ancora una forte dipendenza energetica, “tre quarti delle energie che consumiamo viene importata dall’estero”, ha rimarcato Paolo Arrigoni. Per questo motivo, un passo fondamentale è garantire la sicurezza del sistema energetico del Paese, com’è altrettanto cruciale produrre energia maggiormente pulita, ma a costi competitivi “sia per le imprese, che devono competere con l’Europa e con il mondo, sia per i bilanci delle famiglie e anche quelli delle Pubbliche Amministrazioni”.

Paolo Arrigoni: un percorso professionale all’insegna dell’energia

Il percorso di Paolo Arrigoni in ambito energetico è cominciato da giovane, quando a 16 anni ha operato in qualità di addetto alla progettazione e alla realizzazione di impianti elettrici industriali presso Casmar s.n.c. Dopo il diploma di Tecnico delle Industrie Elettriche ed Elettroniche, si è laureato in Ingegneria Elettronica con specializzazione automatica al Politecnico di Milano nel 1992 e, due anni dopo, si è iscritto all’ordine degli ingegneri. In seguito, è stato insegnante presso l’Istituto Pacinotti di Milano e ha ricoperto l’incarico di Project Engineer per il Servizio Controllo di Processo dell’Italcementi Group di Bergamo. Nel 2000, ha avviato la sua attività come libero professionista per la progettazione e la consulenza di impianti elettrici e per l’automazione per i settori civile, terziario e industriale. Dal 2002 al 2005, è stato Consigliere di Amministrazione di Nordcom S.p.A. e, dal 2003 al 2006, Consigliere di Amministrazione di GRTN S.p.A. Paolo Arrigoni è Presidente del GSE, società pubblica partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze che si occupa della promozione e dello sviluppo delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e della mobilità sostenibile. Dal 2023, è anche membro dell’Advisory Board dell’AIN, l’Associazione Italiana Nucleare.